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#tuttelenews #key4biz.it
Inaugurazione della copertura a 5G di 9 stazioni della Metro A di Roma.
L’intervista al Sindaco Gualtieri, con il video degli interventi di Diego Galli (INWIT), Benedetto Levi (Iliad), Pietro Labriola (TIM), Carlo Melis (WINDTRE), Lisa Di Feliciantonio (Fastweb+Vodafone) e Antonino Ruggiero (Boldyn Networks Italia).
Tra le novità della giornata, Vivendi ritira la causa per la cessione della rete TIM al fondo americano Kkr per 18,8 miliardi e medita l’uscita dall’azionariato del Gruppo. È l’effetto Poste Italiane?
Larry Fink, numero uno di BlackRock, mette in guardia gli USA: “Dollaro potrebbe perdere status di riserva globale a favore del Bitcoinâ€.
Leggi tutte le notizie della nostra dailyletter.
The post Roma, Gualtieri e operatori attivano il 5G in metro appeared first on Key4biz.
A Roma inaugurata dal sindaco Roberto Gualtieri la copertura a 5G delle prime 9 stazioni della Metro A, da Piazza Vittorio a Cipro. Presenti tutti gli operatori che stanno partecipando al progetto: INWIT, Iliad, Tim, Fastweb+Vodafone e WindTre.
Ecco il nostro servizio con l’intervista al primo cittadino di Roma e con gli interventi di Diego Galli, Direttore Generale di INWIT, Benedetto Levi, AD Iliad Italia, Pietro Labriola, AD TIM, Carlo Melis, il Chief Technology Officer di WINDTRE, Lisa Di Feliciantonio, la Chief Communications & Sustainability Officer di Fastweb+Vodafone e Antonino Ruggiero, AD Boldyn Networks Italia.
The post Roma 5G, il nostro servizio con l’intervista al Sindaco e con gli interventi di Galli, Levi, Labriola, Di Feliciantonio e Melis appeared first on Key4biz.
Il 5G nella metro di Roma diventa realtà , con l’accensione delle prime nove stazioni giubilari, da Piazza Vittorio a Cipro, passando per Termini, Repubblica, Barberini, Spagna, Flaminio, Lepanto e Ottaviano (7 chilometri di linea) da parte del sindaco Roberto Gualtieri, che insieme agli operatori ha inaugurato oggi il nuovo standard, con una videochiamata dai sotterranei di Piazza Vittorio con Piazza Indipendenza, proseguita senza problemi anche nel tragitto in metro fino a Termini.
Presenti all’evento tutti gli operatori che insieme al Comune di Roma hanno partecipato all’iniziativa, avviata a suo tempo da Boldyn Networks e rilevata da INWIT, che attraverso la società Roma Smart City è titolare del progetto da 97,7 milioni (20 milioni a carico del Campidoglio) che prevede la copertura 5G della metropolitana entro il 2026 e di 100 piazze tramite small cell, DAS e WiFi6.
“Entro quest’anno già il grosso della metro sarà coperto dal 5G e nei mesi successivi, entro giugno del 2026, lo saranno anche tutte le tre linee della metroâ€. Lo ha assicurato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri inaugurando il 5G nelle stazioni giubilari della metro di Roma. All’evento erano presenti, oltre al primo cittadino, anche i top manager delle principali aziende di Tlc, il direttore generale di INWIT Diego Galli, Benedetto Levi ceo di Iliad Italia, l’ad di Tim Pietro Labriola, Carlo Melis, Cto di WindTre, il dg di Inwit, Lisa Di Feliciantonio, Chief Communications & Sustainability Officer Fastweb-Vodafone.
Il primo cittadino ha ricordato i vantaggi del 5G, in particolare la bassa latenza e segnale molto più potente e stabile grazie al DAS (avveniristica la sala apparati radio di tutti gli operatori nel sottosuolo della stazione Vittorio Emanuele, fra le più grandi d’Europa, munita di fibra e DAS per il potenziamento del segnale). Un segnale che permette di videochiamare e navigare pur in presenza di un traffico dati molto pesante, come quello che si registra alla Stazione Termini.
Il sindaco ha inoltre aggiunto che sono previste “frequenze (slice, porzioni di banda) dedicate alla polizia municipale, sensori IoT e telecamere” di sicurezza.
Il segnale 4G e 5G degli operatori è ora disponibile sia all’interno delle singole stazioni, sia in mobilità nei tunnel che le collegano, grazie all’infrastruttura digitale multi-operatore per location indoor DAS (Distributed Antenna System). Questa è la prima tratta di un progetto più ampio che prevede di portare, entro il 2026, il 5G con tecnologia DAS in tutte le 75 stazioni della metro A, B, B1 e C, per un totale di 1.170 remote unit tra 4G e 5G, oltre 3.000 antenne e più di 250 km di nuova fibra ottica, coprendo un percorso complessivo di 61 km.
A gestire il traffico voce e dati nelle metropolitane di Roma è la nuova Sala apparati radio (BTS Hotel) di INWIT/Smart City Roma nella stazione di Piazza Vittorio Emanuele, tra le più grandi e avanzate d’Europa. La Sala costituisce un punto di controllo e coordinamento degli apparati di telecomunicazione necessari ad abilitare la connettività degli operatori Fastweb-Vodafone, iliad, TIM e WINDTRE.
“Entro il 2027 sarà completato tutto il dispiegamentoâ€, ha spiegato Gualtieri, ricordando che secondo il cronoprogramma “la metro A sarà completata prima, poi la B e dopo la Câ€. Inoltre, già entro quest’anno il 5G arriverà “in cento piazze. Poi intorno alle piazze, gradualmente le vie, fino a coprire tutta la città . Anche le periferieâ€, ha aggiunto il sindaco.
Per il 5G “iniziamo con le prime stazioni, da Vittorio Emanuele a Cipro. Da oggi tutti potranno vedersi un film o videochiamare mentre prendono la metro”, ha aggiunto Gultieri, che ha mostrato la performance del nuovo standard che ha raggiunto 400 Mbps in download dentro la metro e ha
Il sindaco prova il servizio nella stazione, a bordo di un treno e poi all’aperto, in piazza, vicino alla Stazione Termini. “Già entro quest’anno le piazze saranno cento e il grosso della metropolitana sarà coperta”, aggiunge. “Entro giugno 2026 tutte le tre linee della metropolitane saranno completamente coperte. Poi intorno alle piazze, gradualmente, le vie e tutta la città ”, spiega Gualtieri, “anche le periferie”.
“Siamo contenti di apportare le nostre competenze a supporto di tutti gli operatori mobili, a fianco di Roma Capitale, per l’esecuzione efficiente del progetto Roma 5G. INWIT conferma così il proprio impegno nel sostenere il percorso di trasformazione della Capitale in una smart city sempre più connessa e intelligente grazie ad infrastrutture digitali e condiviseâ€, ha detto Diego Galli, Direttore Generale INWIT.
“Questo è un progetto importante che porta un’infrastruttura digitale a servizio della città , dei cittadini e delle imprese”, ha aggiunto Galli. La connettività 5G su tutta la metropolitana, spiega Galli, “è un impianto importante, vuol dire circa 3.000 antenne, più di 1.000 remote unit e 250 chilometri di fibra. Oggi è il primo tassello di questo progetto con le prime 9 stazioni giubilari”.
“Il progetto continuerà nei prossimi mesi per la copertura integrale in 5G della metropolitana di Roma” e “si concluderà completamente nel corso del 2026”. “La metro – aggiunge il direttore generale della società delle torri di telecomunicazioni – è un tassello, accanto alla metro ci sarà connettività su 100 piazze, connettività di Wi-Fi pubblico avanzato (Wi-Fi 6), IoT, videocamere per la sicurezza, quindi un progetto integrato che è un’ottima testimonianza della collaborazione tra pubblico e privato, Roma città metropolitana, con gli operatori telecomunicazioni, operatori infrastrutturali come Inwit, che guida il progetto Roma Smart City”.
â€Oggi è un giorno importante per Roma, che sul 5G diventa un esempio in Europa. iliad continua ad investire per realizzare una copertura capillare, portando l’innovazione dove serve agli utenti. Con questo spirito, siamo felici di collaborare con l’Amministrazione Capitolina e di partecipare al progetto Roma5G, realizzando un ulteriore passo concreto per rendere l’innovazione più accessibile a tuttiâ€, ha detto Benedetto Levi, Amministratore Delegato di iliad, ricordando come gli investimenti in digitale contribuiscono alla competitività e tagliano il digital divide.
Questo progetto si inserisce nel discorso “sul rinnovo dell’importanza delle infrastrutture di telecomunicazioni”. Lo afferma l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola. “Probabilmente in questi anni, in questo settore in crisi, abbiamo perso di vista il fatto che senza infrastrutture di telecomunicazioni e senza servizi la digitalizzazione non esiste e senza digitalizzazione non cresce neanche il Pil. Quindi il fatto che sistema Paese stia riscoprendo la centralità delle telecomunicazioni è importante”, aggiunge. Roma 5G è un esempio di “come si possano costruire infrastrutture di telecomunicazione senza fare over-spending” e come partenariato pubblico-privato, è “anche un altro esempio importante di come sviluppare nuovi modelli di business”.
Senza fibra e 5G, niente servizi a valore aggiunto per i turisti e niente applicazioni mission critical. Ed è per questo, aggiunge Labriola, che bisogna investire in reti ultrabroadband, ricordando come 10 o 15 anni fa nessuno avrebbe immaginato il successo delle app sugli store di Apple e Android.
“Infrastrutture avanzate e connessioni veloci anche nella rete di trasporti urbani, rendono le nostre città più vivibili, sicure ed efficienti. Un obiettivo che Fastweb-Vodafone persegue attraverso connettività performante e pervasiva e sviluppo di servizi che, attraverso l’integrazione con l’IA, sono in grado di migliorare la qualità della vita urbana favorendo l’interazione tra amministrazione e cittadini e di trasformare le nostre citta’ in vere e proprie supercity”. Lo ha detto Lisa Di Feliciantonio, chief communications & sustainability officer di Fastweb+Vodafone.
Fra i nuovo servizi in ambito trasporti anche tramite l’AI, saranno resi disponibili dal 5G nuovi servizi di sicurezza che consentiranno, ad esempio, di individuare pacchi e oggetti incustoditi; scaglionamento intelligente e dinamico del traffico in tempo reale, servizi di bigliettazione intelligente, aggiunge Di Feliciantonio.
“Nei due mesi di attivazione della sperimentazione il traffico è aumentato del 15% e le performance sono migliorate di 10 volte. Il 50% del traffico che abbiamo osservato sulla nostra rete viaggia su 5G”, ha detto Carlo Melis, CTO di WINDTRE. Un aumento drastico del traffico che si è registrato appena accesa la nuova rete.
â€Siamo fieri di aver contribuito a un’operazione di modernizzazione della città . Ci siamo fatti carico dei costi di una infrastruttura e dell’onere di contribuire alla sua progettazione perché siamo impegnati da sempre a migliorare continuamente il servizio di connessione che offriamo ai nostri clienti perché possano parlare, lavorare e godere del loro tempo libero mentre sono in movimento, anche quando viaggiano nel sottosuolo della Capitaleâ€, ha aggiunto Melis.
Il piano Roma 5G prevede anche l’abilitazione della connettività 5G degli operatori di telecomunicazione in tutti i principali punti nevralgici della città e di attivare un ampio portafoglio di servizi digitali forniti da Roma Capitale in 100 piazze, 98 vie limitrofe e in 7 edifici pubblici del Comune di Roma (incluso il Campidoglio), mediante l’installazione di small cells secondo le esigenze degli operatori. Prevede, inoltre, l’installazione del WI-FI in 100 piazze, di 2.000 telecamere e di circa 1.800 sensori IoT. L’obiettivo è offrire la migliore connettività e sicurezza a 3 milioni di residenti e a oltre 15 milioni di turisti, che cresceranno ulteriormente in questo anno giubilare.
Leggi anche: 5G a Roma, 100 milioni per la Capitale. Ma come si fa senza le antenne?
Leggi anche: Inwit, Roma Termini diventa la prima stazione in copertura totale 5G
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Effetto Poste su Vivendi. Il gruppo francese starebbe meditando seriamente la sua exit strategy da Tim. Dopo aver venduto il 15% a Poste per 684 milioni, il gruppo francese si prepara in primis a ritirare la causa contro la compagnia per contestare la vendita della rete a Tim al fondo americano Kkr per 18,8 miliardi. Alla rinuncia legale potrebbe far seguito l’uscita definitiva di Vivendi dall’azionariato di Tim, anche se la decisione non è ancora stata presa.Â
Per il momento, Vivendi mantiene una quota del 2,5% e secondo voci sarebbe stata anche interessata a rientrare nel Cda, anche se adesso le cose sarebbero cambiate.
Il bilancio dell’avventura di Vivendi in Tim è in rosso per circa 2 miliardi. In conflitto da tempo con il Governo e fuori dal Cda per sua scelta, il gruppo della famiglia Bolloré sarebbe pronto a uscire di scena.
Oggi su Le Figaro la descrizione dell’avventura di Vincent Bolloré nelle Tlc italiane è stata definita un fallimento vista la minus valenza di 2 miliardi rispetto al primo investimento effettuato nel 2014. E’ vero che l’impatto sui conti sarà nullo, visto che l’investimento in Tim era già stato svalutato e iscritto a bilancio a 0,25 euro per azione.
Il sogno del polo unico multimedia paneuropeo di Vincent Bolloré, in grado di competere con le Big Tech dello streaming, si è arenato quasi subito. E dire che nel 2016 Bolloré aveva tentato di avvicinarsi a Berlusconi e a Mediaset per creare una “Netflix del Mediterraneo†proponendo di rilevare il 100% dell’azienda. Un progetto morto nella culla. Anzi, è stato l’inizio di una guerra legale fra Bolloré e Berlusconi, con la scalata ostile bloccata tramite il congelamento delle quote di Vivendi in una fiduciaria e un ping pong infinito di cause legali sulla rinuncia di Bolloré a rilevare Mediaset Premium.
Un conflitto che ha raggiunto una sua pace virtuale nel 2021, ma Vivendi non ha stretto amicizia solo nell’establishment italiano, oltre che a Roma. Già nel 2017 il francese si era scontrato con l’interventismo delle autorità locali, queste ultime sospettavano un controllo strisciante di Vivendi su TIM. Il governo ha poi imposto al gruppo di Vincent Bolloré la sua “golden share”, opponendosi a qualsiasi decisione giudicata contraria ai suoi interessi. Una minaccia pesante.
L’arrivo di Iliad con una strategia di prezzi aggressiva ha reso il mercato delle telecomunicazioni ancora più complesso. Nel 2018, il fondo Elliott ha attaccato Vivendi e, con l’appoggio del governo, ha preso il controllo del consiglio di amministrazione di TIM.
Tra il 2014 e il 2024, TIM ha visto i suoi ricavi in Italia crollare da 15 a 9,8 miliardi di euro, mentre il risultato operativo è diminuito del 70%. Il valore delle azioni è rimasto ben al di sotto del prezzo d’acquisto di Vivendi.
Nel 2023, il consiglio di amministrazione di TIM ha approvato la vendita della rete fissa a KKR senza passare dall’assemblea generale, scatenando l’ira di Vivendi, che ha tentato invano di bloccare l’operazione in tribunale. Alla fine, nel 2025, Bolloré ha deciso di uscire quasi completamente da TIM, chiudendo con amarezza un capitolo difficile.
Evento | Dettagli |
---|---|
Investimento iniziale (2014) | Vivendi entra in TIM con l’idea di creare sinergie con Canal+ |
Scontro con Mediaset (2016) | Tentativo fallito di alleanza con Berlusconi per un “Netflix del sud Europa†|
Ostacoli politici (2017-2018) | Il governo italiano limita l’influenza di Vivendi su TIM |
Crollo finanziario (2014-2024) | Ricavi giù del 35%, risultato operativo -70% |
Vendita della rete fissa (2023) | TIM cede l’infrastruttura a KKR, Vivendi tenta di opporsi |
Uscita quasi totale (2025) | Vivendi vende il 15% delle azioni a Poste Italiane |
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Per decenni, il dollaro statunitense ha goduto dello status di valuta di riserva mondiale. È la moneta in cui si denomina la maggior parte del commercio globale, in cui si valutano le riserve delle banche centrali e attraverso cui passano trilioni di dollari in transazioni ogni giorno. Ma quel dominio, un tempo inattaccabile, oggi non è più garantito.
Da quando il famoso “Debt Clock” di Times Square ha iniziato a contare il debito pubblico americano nel 1989, la situazione è andata peggiorando. Il debito nazionale è cresciuto a un ritmo tre volte superiore rispetto al PIL, raggiungendo livelli record di 36,6 trilioni di dollari. Tra il 2025 ed il 2026, gli interessi sul debito supereranno i 1.000 miliardi di dollari—più di quanto gli Stati Uniti spendano per la difesa.
E non finisce qui: se il trend continua, entro il 2030 le sole spese obbligatorie (come previdenza sociale, sanità e interessi sul debito) assorbiranno tutte le entrate federali. Questo significa deficit strutturali permanenti, un segnale di debolezza che i mercati non ignorano.
Una situazione estremamente critica, secondo l’amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, che nella sua Lettera annuale agli investitori ha affermato: “Se gli Stati Uniti non riusciranno a controllare il debito e a contenere l’espansione dei disavanzi pubblici, potrebbero perdere il loro primato a favore di asset digitali come il Bitcoinâ€.
“La finanza decentralizzata rappresenta un’innovazione straordinaria, in grado di rendere i mercati più veloci, economici e trasparenti. Tuttavia – ha sottolineato Fink – quella stessa innovazione potrebbe erodere il vantaggio economico degli Stati Uniti, se gli investitori cominciassero a considerare il Bitcoin un rifugio più sicuro rispetto al dollaroâ€.
La finanza decentralizzata (decentralized finance, o DeFi) in line generale ha l’obiettivo di spostare le tecnologie e i processi coinvolti nelle transazioni economiche nelle mani dei singoli attori, invece che in quelle delle istituzioni centrali, come banche e istituti di credito.
“Il sistema finanziario globale si fonda ancora su infrastrutture nate in un’epoca analogicaâ€, ha proseguito il CEO di BlackRock, “un esempio emblematico è il sistema SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), che gestisce ogni giorno trilioni di dollari in transazioni bancarie internazionaliâ€.
Fink parte da qui per rilanciare un concetto molto caro a lui e all’organizzazione che guida: “Se SWIFT rappresenta il servizio postale, la tokenizzazione è l’equivalente dell’email: gli asset si muovono in modo diretto e istantaneo, senza bisogno di intermediariâ€.
Tokenizzazione indica un processo che consente di trasformare asset reali—azioni, obbligazioni, immobili—in token digitali scambiabili online. Ogni token certifica la proprietà di uno specifico asset, come una sorta di atto digitale. A differenza dei certificati cartacei tradizionali, questi token risiedono in modo sicuro su una blockchain, permettendo acquisti, vendite e trasferimenti istantanei, senza burocrazia né tempi di attesa.
“Ogni asset finanziario può essere tokenizzatoâ€, ha precisato Fink nella sua Lettera, ma soprattutto ha ricordato che attraverso questa tecnologia e questo processo “i mercati potrebbero rimanere sempre aperti, le transazioni che oggi richiedono giorni verrebbero concluse in pochi secondiâ€.
Il fatto che il numero uno di BlackRock, il più grande asset manager del mondo (con oltre 10.000 miliardi di dollari in gestione), stia affrontando il tema delle criptovalute e della tokenizzazione degli asset tradizionali non è certamente un caso.
BlackRock gestisce il denaro di clienti istituzionali e privati in tutto il mondo, tra cui: Fondi pensione, Governi, Banche centrali, Università e fondazioni, Investitori retail (tramite fondi comuni e ETF, acronimo per Exchange Traded Fund, ovvero Fondo di investimento quotato in borsa). Negli ultimi mesi BlackRock ha lanciato un ETF su Bitcoin spot, approvato dalla SEC nel 2024, che ha contribuito a una nuova ondata di interesse istituzionale verso il settore.
L’azienda, inoltre, sta lavorando su infrastrutture per emettere, detenere e scambiare asset tokenizzati, potenzialmente costruite su blockchain pubbliche o ibride.
BlackRock non è solo un asset manager, ma anche una potenza tecnologica. Il suo sistema interno, chiamato Aladdin (Asset, Liability, Debt and Derivative Investment Network, anche soprannominato “Il cervello della finanza globale“), è utilizzato non solo per gestire i propri fondi, ma anche da banche, assicurazioni e governi per l’analisi del rischio e la gestione dei portafogli.
Un segnale chiaro: la finanza tradizionale non solo sta prendendo sul serio il mondo crypto e DeFi, ma lo sta integrando nel proprio modello operativo. Allo stesso tempo una dimostrazione di forza da parte dell’organizzazione (con trilioni in gestione, possiede partecipazioni rilevanti in quasi tutte le principali aziende quotate del mondo), che si rende perfettamente conto di quale sia oggi il suo peso sui mercati e di cosa è in grado di fare (la sua scala e il suo peso nei mercati la rendono quasi una “istituzione sistemicaâ€, senza contare i rapporti privilegiati e consolidati con regolatori e governi) anche solo attraverso una Lettera.
Un documento e una visione finanziaria che non è solo una riflessione sul dollaro e la sua (possibile) decadenza, ma anche un avvertimento e una mossa strategica. Se poi sia solo un’opportunità o anche una minaccia dipende dall’occhio del lettore.
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In una Francia divisa Le Pen è “fuori†dalla corsa presidenziale perché condannata da un tribunale per un reato di “distrazione di fondi pubblici europei a scopi privati†che prevede l’ineleggibilità (per 5 anni) con una legge peraltro da lei stessa votata.
La Francia ancora una volta dimostra che una grande democrazia pone “la legge sopra tutto” e che “la legge è uguale per tutti“. Le sentenze si possono criticare ma vanno rispettate sempre perché i politici non possono essere al di sopra delle leggi nel rispetto della separazione dei poteri, dell’indipendenza e terzietà della Magistratura come nerbo della forza delle istituzioni e della loro terzietà .
Sorprende che la stessa Marine Le Pen dichiari che “non si poteva fare essendo una sentenza politica†dopo 6 anni di indagini e alle quali si presume sia stato data tutta l’attenzione del caso coinvolgendo la candidata alle presidenziali del 2027. Atteso e scontato invece il sostegno a Le Pen nelle parole di Trump, di Musk, di Putin, di Orban in Ungheria e di Salvini in Italia.
La destra francese e globale si scagliano contro l’élite (delle quali i magistrati francesi – e non solo – sarebbero parte) – che in Francia avrebbe semplicemente rispettato sia le leggi della Republique e sia quelle europee – diventando ora “antigiustizialista†dopo essere sempre stata “giustizialistaâ€. Un anti-giustizialismo lepenista paradossalmente alla rovescia, ossia contro se stesso, senza nemmeno aver letto ancora le motivazioni della sentenza. Una destra che vorrebbe farsi giustizia da sè quando vince, e invece “delegarla” ai magistrati quando perde? Peraltro Marine Le Pen non contesta i fatti – e dunque li conferma – anche perché dovuta ad una Legge del 2009 da lei stessa votata e sostenuta e ormai ben collaudata e sempre difesa secondo un’ispirazione giustizialista.
Dunque come fanno questi “fatti non smentiti” allora ad essere “eliminati” solo perché il condannato è un politico eletto e di primo piano e che secondo questa destra dovrebbe essere “rimosso” solo dal voto secondo una curiosa interpretazione populista? Una formidabile contraddizione e – a tutta evidenza – del tutto insostenibile. Viene insomma ancora una volta sollevato lo “scontro tra popolo ed elite” dove solo il Popolo con il suo consenso dovrebbe potere rimuovere il politico condannato dalla legge scardinando la separazione dei poteri?
Dimenticando dei pesi e contrappesi che sono il corpus architetturale della democrazia liberale tenendo in equilibrio controllato i tre poteri “al di sotto della Legge uguale per tuttiâ€. In una democrazia forte infatti o “la legge è uguale per tutti e nulla sopra la legge” o la democrazia si corrode e gli anticorpi vengono meno con Costituzioni (espressione della “Legge più Altaâ€) che verrebbero se non stracciate stiracchiate all’estremo come avviene con Trump2 in USA.
Se così non fosse dovremmo essere consapevoli che saremmo di fronte al ritorno ad una monarchia assoluta con lo sgretolamento del pilastro liberal-democratico fondamentale dell’equilibrio tra i tre poteri (esecutivo, giudiziario e legislativo) che sono a garanzia della libertà di ognuno e che finora da Montesquieu del 1748 non ha ancora trovato “alternative†né ragionevoli né sensate producendo solo le opacità autoritarie delle “democratureâ€. Dunque in Francia “l’anima giacobina” vince anche questa volta contro ogni impunità componendo senza confonderle sovranità e istituzioni repubblicane.
Intravediamo in quel “giacobinismo radicale†tuttavia una sorta di “italianizzazione” con eliminazione di guarentigie per i politici corrotti rendendo anche i politici – se riconosciuti colpevoli – incandidabili, con una sorta di (utile) Legge Severino anche sulla Senna. Sorprende (o forse no?) la posizione di Melenchon che difende con formidabili giochi d’acqua la Le Pen da questa “sentenza shock” rinunciando al suo noto “giacobinismo estremo†con sapori “iper-giustizialisti†a’ la carte.
Ma la Justice de la Republique nonostante le urla di “pezzi di piazza†procede dritta e dei detrattori non si cura troppo rinviando tutto alla Legge ossia alla procedura se mai il ricorso venisse confermato riaffermando l’equilibrio tra sovranità popolare, dirigismo politico e respect de la loi. Il n’y a pas de raccourcis. Alè!
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Engineering sottoscrive il Global Digital Compact delle Nazioni Unite, un’iniziativa volta a promuovere un ecosistema digitale equo, inclusivo e sicuro su scala globale.
“L’impatto dell’AI e delle nuove tecnologie sulla società e sull’economia è un processo in atto, sotto gli occhi di tutti. Come operatori tecnologici possiamo contribuire non solo fornendo i migliori servizi, ma anche accompagnando l’adozione di questi nuovi strumenti con l’obiettivo di promuovere un progresso equo, rispettoso dei diritti umani e orientato alla creazione di opportunità per ogni individuo e comunità †dichiara Maximo Ibarra, CEO di Engineering. “La nostra adesione al Global Digital Compact nasce dalla convinzione che un Gruppo come Engineering, con una importante storia nel nostro Paese come partner strategico per aziende e PA, debba sostenere un modello di crescita in cui convivano innovazione e benessere sociale: un impegno che in questi anni stiamo portando avanti anche attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative basate sull’AI come EngGPT, disegnate per garantire un impatto positivo sulla società e un futuro digitale più inclusivoâ€, conclude Ibarra.
Con l’adesione al Global Digital Compact, Engineering rafforza il proprio impegno nel promuovere pratiche responsabili nel settore digitale, contribuendo alla definizione di standard globali per la governance della tecnologia.
In particolare, l’azienda si impegna a:
Il Global Digital Compact è un impegno internazionale che riunisce governi, imprese e organizzazioni della società civile provenienti da 193 paesi nel mondo con l’obiettivo di garantire che le tecnologie digitali siano utilizzate per il bene comune, tutelando i diritti umani, la sicurezza informatica e l’accesso equo alle risorse digitali. L’iniziativa si articola attorno a cinque pilastri chiave, tra cui la protezione dei dati personali, la promozione di un’intelligenza artificiale etica, il contrasto alla disinformazione online e la creazione di infrastrutture digitali accessibili a livello globale.
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Non è esagerato dire che il settore automobilistico europeo si trova in un momento storico molto delicato. I repentini cambiamenti tecnologici e le sfide della transizione energetica, rendono, infatti, il tema della competitività sempre più dibattuto anche a livello istituzionale. A confermarlo, lo scorso gennaio, il Dialogo Strategico sul Futuro dell’Industria Automobilistica Europea avviato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, un processo collaborativo e inclusivo volto ad affrontare le principali criticità del settore.Â
Proprio ieri, 31 marzo, è seguita la pubblicazione di altri due documenti strategici per il comparto: l’Industrial Action Plan, presentato lo scorso 5 marzo, e il Decarbonise Corporate Fleets. L’obiettivo è creare una filiera sicura e competitiva delle materie prime destinate alla produzione di batterie, nonché sfruttare appieno tutte le potenzialità innovative per rendere l’Industria automobilistica più resiliente.
Dell’Industrial Action Plan, degni di evidenza sono sicuramente gli 1,8 miliardi di euro  che l’Unione Europea investirà per favorire la crescita del settore automobilistico. Â
In particolare, attenzionando quelli che sono descritti come i cinque pilastri del Piano d’Azione per l’Automotive, ossia digitalizzazione, riduzione delle emissioni inquinanti, competitività , ripercussioni sociali, sicurezza economica, la Comunità europea si propone di riconquistare una posizione di leadership nella transizione verso veicoli connessi e autonomi, abilitati dal software e potenziati dall’intelligenza artificiale.
Il Piano d’azione per l’industria dell’Automotive pubblicato ieri, è accompagnato da un altro documento strategico, il Piano di Decarbonizzazione delle flotte aziendali. Attraverso quest’ultimo l’esecutivo europeo evidenzia le migliori pratiche in tema di decarbonizzazione dei veicoli aziendali, incoraggiando gli Stati membri ad adottare ulteriori misure per rendere più ecologici questi mezzi di trasporto, corrispondenti a circa il 60% delle nuove immatricolazioni di auto.
La Comunità Europea evidenzia l’urgenza di accelerare l’adozione dei veicoli a zero emissioni, poiché il settore dei trasporti è responsabile di un quarto delle emissioni totali di gas serra dell’UE e rappresenta una delle principali fonti di inquinamento atmosferico. Nelle aree urbane, l’uso di questi veicoli contribuisce in modo significativo al miglioramento della qualità dell’aria e apporta benefici concreti alla salute pubblica, soprattutto nelle città che adottano zone a basse emissioni.
Secondo il documento comunitario, le città svolgono un ruolo chiave nella transizione ecologica delle flotte urbane, tra cui autobus, taxi, servizi di ride-hailing e car sharing, poiché questi operano sotto licenze e regolamenti locali. Le amministrazioni comunali possono favorire il passaggio ai veicoli a zero emissioni attraverso regolamenti mirati e incentivi operativi, accelerando così la transizione verso flotte più sostenibili. Inoltre, per supportare questa trasformazione, sono essenziali sia l’accesso a infrastrutture di ricarica adeguate, sia l’introduzione di agevolazioni strategiche come corsie preferenziali e parcheggi dedicati.
Le iniziative citate nel documento strategico dimostrano come le città possano guidare la transizione verso una mobilità urbana più sostenibile, incentivando l’adozione di veicoli a zero emissioni e contribuendo attivamente alla riduzione dell’inquinamento nel settore dei trasporti. In particolare, si fa riferimento ad esempi virtuosi come la regolamentazione dei taxi a zero emissioni ad Amsterdam, dove entro il 2025, tutti i taxi in servizio nel centro città dovranno essere a zero emissioni. Successivamente, le nuove licenze saranno rilasciate esclusivamente a veicoli non inquinanti, con l’obbligo esteso all’intera città entro il 2030.
Un’ altra eccellenza in quest’ambito è Amburgo, in Germania, che mira a convertire l’intera flotta di taxi a zero emissioni entro il 2030, sfruttando il sistema di concessione delle licenze. Entrambe le città offrono incentivi economici, tra cui sussidi per i taxi elettrici, ed espandono la rete di infrastrutture di ricarica.
Per quel che concerne i punti di ricarica negli aeroporti, invece, la Commissione annovera l’Aeroporto di Bruxelles Zaventem (Belgio), che ha installato 750 punti di ricarica nelle aree di parcheggio, destinati a passeggeri e personale, e gli Aeroporti di Parigi (Francia), nei quali entro il 2025, saranno installati centinaia di nuovi punti di ricarica rapida e ultra-rapida.
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Che il Governo, in una nota congiunta dei Ministri dell’Ambiente e del Made in Italy, abbia manifestato apertamente l’intenzione di investire nel nucleare di nuova generazione lo avevamo già detto. Così come dell’impegno a sostenere i progetti dell’italiana Newcleo. Il dato saliente di questa storia però, è che lo Stato è pronto ad investire 200 milioni di euro nella startup guidata da Stefano Buono.
La notizia arriva come corollario dell’annuncio fatto ieri dai titolari dei due Dicasteri, naturale prosieguo di un’operazione di venture capital già aperta dall’azienda torinese. In particolare, secondo fonti vicine al Governo, attraverso l’utilizzo di Società controllate, lo Stato arriverebbe a detenere circa il 10% del capitale di Newcleo.
Il Gruppo, la cui tecnologia è stata riconosciuta dalla European Small Modular Reactor Industrial Alliance come una delle soluzioni più promettenti per garantire future fonti energetiche sostenibili in Europa, ha il 90% del capitale italiano. Tuttavia, per ovvie ragioni, opera soprattutto in Francia, sebbene abbia annunciato di recente la firma di importanti accordi per 3,2 miliardi di euro con JAVYS e VUJE, due aziende nucleari in Slovacchia. Le sinergie in campo sono molte: tra le imprese coinvolte nelle operazioni di Newcleo figurano Danieli, Saipem, Maire e Fincantieri. In Italia, le attività dell’azienda sono attualmente limitate alla ricerca, con l’ENEA (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) che gioca un ruolo centrale attraverso il centro di Brasimone.Â
Allo stato dell’arte, la società fondata nel 2021, ha 1.100 dipendenti (400 in Italia) e un fatturato da 50 milioni di euro. Numeri che le hanno permesso di entrare a far parte della coalizione trasnazionale per il nucleare istitituita nel 2024 dalla Commissione europea, allo scopo di realizzare nel più breve tempo possibile i cosiddetti small modular reactor, impianti nucleari di piccola taglia, più facili da produrre ed assemblare. Si tratta di reattori di dimensioni contenute, ma pur sempre basati sul sistema della fissione nucleare, tecnologia attualmente vietata dalla legge italiana, con in media una capacità di massimo 300 MW (circa un terzo della capacità di generazione dei tradizionali reattori nucleari).
Più nel dettaglio, Newcleo punta a costruire il suo primo advanced modular reactor sperimentale entro il 2031. L’obiettivo è ambizioso in quanto contempla la realizzazione in soli 6 anni, di un piccolo reattore modulare di quarta generazione, raffreddato a piombo liquido e alimentato con le scorie provenienti dai reattori tradizionali.
Tra i principali investitori che puntano su questo tipo di innovazione, ciascuno con non più del 10% del capitale, vanno annoverate società come Malacalza, Azimut, Inarcassa. All’ultimo bilancio, il capitale raccolto ammontava a 537 milioni di euro.
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Negli ultimi giorni, si legge in un approfondimento del New York Times, i social media sono stati invasi da immagini in stile Studio Ghibli, create con l’ultima versione di ChatGPT di OpenAI (GPT-4o Image Generation). L’aggiornamento ha potenziato enormemente le capacità di generazione di immagini dell’intelligenza artificiale (AI), rendendo possibile trasformare in pochi secondi semplici selfie, meme e scene quotidiane in illustrazioni fiabesche tipiche dell’immaginario di Hayao Miyazaki.
Si parla già di “ghiblification“.
Questa funzione ha avuto un tale successo da mandare in crash il sistema di OpenAI a causa dell’elevato numero di richieste. Ma con essa emergono anche nuove e complesse questioni sul fronte del copyright e del diritto d’autore.
“Il lancio di ChatGPT 26 mesi fa è stato uno dei momenti virali più folli che abbia mai visto e abbiamo aggiunto un milione di utenti in cinque giorni. Abbiamo aggiunto un milione di utenti nell’ultima ora“, ha annunciato ieri sera Sam Altman su X. Probabilmente si tratta dell’effetto Ghibli-Style del generatore di immagini GPT-4o.
Lo stesso Altman ha scritto oggi, sempre sul social, che il generatore di immagini di ChatGPT è gratuitamente accessibile a tutti gli utenti OpenAI.
Grazie ad un nuovo round di finanziamenti, guidato dalla società di investimenti giapponese SoftBank, OpenAI vale oggi più di 300 miliardi di dollari, quasi il doppio di ottobre 2024.
Mentre i precedenti generatori di immagini si basavano su modelli di diffusione (che partono da un’immagine casuale per affinarla progressivamente), ChatGPT ora utilizza un algoritmo autoregressivo. Questo tratta le immagini come se fossero linguaggio, suddividendole in “token†(frammenti), e predicendo le componenti visive più probabili come fa con le parole. Questo approccio consente una maggiore precisione nella creazione di immagini e un migliore collegamento tra parole e componenti visive.
Un vantaggio chiave è che l’IA può attingere all’enorme base di conoscenze di cui dispone, riconoscendo concetti come “stile Ghibli†senza bisogno di descrizioni dettagliate.
Sulla scia delle novità comunicate da OpenAI durante la scorsa settimana, molti utenti, però, stanno anche caricando proprie immagini o fotografie di parenti e amici per creare nuovi contenuti ghiblizzati, per così dire, ma con grandi problemi sul fronte della tutela dei dati personali.
Tali immagini che ritraggono persone in carne ed ossa potrebbero venir utilizzate dalla società per addestrare i modelli di AI. Il problema è che lo potrebbe fare senza chiedere l’autorizzazione al diretto proprietario e sfruttando in modo particolare i volti, per l’estrazione dei dati facciali e biometrici (addestramento particolarmente utile ai fini dello sviluppo di nuovi strumenti legati videosorveglianza intelligente, ma anche per l’integrazione dell’AI nella robotica).
In questo lavoro, possiamo considerare l’AI generativa di ChatGPT come un motore di stile. Non memorizza immagini o testi in senso tradizionale, ma apprende schemi e stili da grandi quantità di dati. Non conserva veri frame di film Ghibli, ma codifica la cosiddetta “Ghibli-ness†– ovvero una rappresentazione matematica dello stile Miyazaki. Lo stesso vale per qualsiasi soggetto: “banana-nessâ€, “cat-nessâ€, o “corporate email-nessâ€.
Questa capacità di assorbire e replicare stili permette di mescolare e reinventare, ad esempio creando una “poltrona nello stile di un gatto†o “un paesaggio elficoâ€.
Tuttavia, l’uso degli stili altrui pone interrogativi giuridici. Secondo la legge attuale, non è possibile brevettare uno stile: il diritto d’autore protegge solo le opere specifiche, non i generi o gli approcci stilistici. Tuttavia, quando uno stile è così unico da essere parte dell’identità di un artista, la sua replicazione automatica da parte di un’IA può diventare una minaccia.
Greg Rutkowski, artista polacco, ha visto il suo stile riprodotto in oltre 93.000 prompt solo su Stable Diffusion. In risposta, insieme ad altri colleghi, ha avviato una class action nel 2022 contro diverse aziende di AI, accusandole di utilizzare le sue opere senza consenso per addestrare i loro modelli.
Lo stesso Hayao Miyazaki si è espresso in passato in modo critico verso l’uso dell’intelligenza artificiale nella creazione artistica.
Con le IA sempre più potenti e accessibili, ci troviamo di fronte a una trasformazione profonda della creatività . Le tecnologie come ChatGPT offrono strumenti senza precedenti per l’espressione personale e artistica, ma sollevano al contempo la necessità di nuove tutele legali per proteggere l’identità e il lavoro degli artisti (e quindi la stessa creatività come opera d’arte, d’ingegno e culturale). Il futuro dell’arte e del diritto d’autore si gioca oggi su questo nuovo terreno, dove creatività e algoritmi si incontrano.
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Lo Spazio non è più solo il regno della fantascienza o dell’esplorazione scientifica. Entro il 2050, potrebbe diventare uno dei principali teatri di confronto geopolitico, economico e militare. È quanto emerge dal documento del Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS), preparato da Zsolt G. Pataki e intitolato “EU capabilities in space: Scenarios for space security by 2050“, un’analisi prospettica che delinea i possibili futuri dell’Europa nello spazio, tra sogni di cooperazione globale e incubi di frammentazione interna.
Quella spaziale è una frontiera strategica ricca di promesse, sia in termini di prosperità economica che di raggiungimento di obiettivi geopolitici. Il ruolo futuro dell’Unione europea (Ue) nello spazio dipenderà dall’evoluzione delle dinamiche globali, sempre più rapide e complesse, che spaziano dalla cooperazione pacifica a scenari di accesa competizione o addirittura conflitto tra potenze mondiali. Proprio in virtù della crescente rilevanza di questo ambito, la Commissione europea ha annunciato l’intenzione di presentare una proposta per un EU Space Act nel secondo trimestre del 2025.
“Il futuro dell’Europa si gioca anche sopra le nostre teste, oltre l’atmosfera. Ignorarlo sarebbe miope. Prepararsi oggi è un dovere politicoâ€, ha scritto Zsolt G. Pataki, autore del report e membro della Policy Foresight Unit – Direzione generale dei Servizi di ricerca parlamentare, Segretariato generale del Parlamento europeo.
Il documento pubblicato dal Servizio Ricerca dell’Europarlamento analizza il contesto geopolitico che incide sulle attuali e future capacità spaziali dell’Unione, con un focus particolare sull’utilizzo dello Spazio a fini di sicurezza e difesa, nonché sulla risposta ai rischi connessi alle attività spaziali.
Attraverso quattro scenari futuri distinti, vengono delineate le possibili traiettorie che potrebbero influenzare le ambizioni europee nello spazio. Ogni scenario evidenzia sfide e opportunità , offrendo al contempo riflessioni strategiche utili all’azione politica dell’Unione.
Attualmente, l’Unione Europea è un attore rilevante ma incompleto nello scacchiere spaziale. Manca di capacità autonome in ambito militare e di difesa, non ha testato armi antisatellite e si trova tecnologicamente in ritardo rispetto a Stati Uniti, Cina e Russia. La spesa pubblica in questo settore strategico è sei volte inferiore a quella statunitense, e rimane fortemente orientata al civile, con iniziative come Copernicus a supporto degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Con l’annuncio di una futura proposta per un EU Space Act, previsto entro la seconda metà del 2025, l’Europa sembra voler alzare l’asticella, puntando a una maggiore autonomia strategica. La necessità è evidente: il conflitto in Ucraina ha dimostrato come le infrastrutture spaziali siano diventate risorse critiche in ambito bellico, e il cyberattacco russo al sistema satellitare ViaSat è solo un esempio di come lo Spazio sia ormai parte integrante dei conflitti terrestri.
Il documento EPRS delinea quattro scenari futuri per il 2050, basati su due variabili chiave: il grado di weaponizzazione dello Spazio e la crescita economica dell’UE.
Il futuro dell’Europa nello Spazio non è predeterminato, ma frutto di decisioni politiche e investimenti strategici. Le sfide sono molte: come bilanciare sicurezza e sostenibilità ? Come investire in tecnologie chiave senza sacrificare le esigenze sociali interne? E soprattutto, come evitare la marginalizzazione in un mondo sempre più dominato da potenze spaziali?
Il Parlamento europeo ha già messo sul tavolo alcune priorità : protezione delle infrastrutture spaziali, risposta alle minacce cibernetiche, maggiore coordinamento tra ESA, EUSPA e Commissione. Tuttavia, senza un’adeguata spinta politica e finanziaria da parte degli Stati membri, l’Europa rischia di restare al traino degli eventi.
Entro il 2050, lo Spazio potrebbe ospitare colonie minerarie sulla Luna, hotel in orbita, agricoltura extra-terrestre e centrali solari orbitanti. Ma potrebbe anche diventare il nuovo campo di battaglia globale. L’Ue ha la possibilità – e la responsabilità – di scegliere che ruolo giocare in questo futuro: spettatrice o protagonista.
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L’integrazione sempre più pervasiva dell’AI nei processi di selezione del personale sta trasformando radicalmente la ricerca di lavoro, generando disillusione nei candidati e sfide inedite per i datori di lavoro.
I candidati utilizzano chatbot e generatori automatici per inviare centinaia di domande in pochi minuti, mentre le aziende adottano sistemi automatizzati per scremare curricula, organizzare colloqui e comunicare con gli utenti.
Questo ha reso il processo impersonale e spesso frustrante, con esperienze che vanno da colloqui gestiti da robot fino a convocazioni ignorate dai team umani. Allo stesso tempo, aumentano i casi di candidati falsi: alcuni impiegano deepfake per superare test tecnici e simulare identità digitali.
Start-up come Vidoc Security Lab stanno cercando di rendere i propri processi “AI-proofâ€, introducendo controlli personali, colloqui in presenza e test anti-AI. La crescente affidabilità degli strumenti generativi, come ChatGPT o Claude, complica l’identificazione di candidati realmente qualificati.
Anche i recruiter più esperti faticano a distinguere chi usa l’AI per supporto da chi ne abusa, delegando completamente la propria presentazione professionale. In parallelo, emergono rischi legali e discriminatori: l’Equal Employment Opportunity Commission ha emesso linee guida e diversi stati americani, come Colorado e Illinois, stanno approvando normative per regolamentare l’uso etico degli algoritmi. Nonostante ciò, il settore del recruiting AI-based è destinato a raddoppiare entro il 2032, spinto da una domanda crescente di soluzioni scalabili.
Alcuni professionisti invocano il ritorno a metodi più umani, come le referenze personali e l’analisi manuale dei CV, mentre altri temono che l’intero ecosistema stia diventando insostenibile, penalizzando i candidati sinceri e mettendo in crisi la fiducia nel sistema. Il futuro del lavoro, in bilico tra automazione e autenticità , richiede nuove strategie per valorizzare la componente umana senza soccombere all’efficienza algoritmica.
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Isomorphic Labs, spin-off londinese di Google DeepMind nata nel 2021, ha ottenuto un finanziamento esterno da 600 milioni di dollari nel suo primo round ufficiale di raccolta fondi. La startup, che impiega tecnologie di AI nella scoperta di nuovi farmaci, ha attratto capitali da Thrive Capital, tra gli investitori principali, segnalando un crescente interesse verso le applicazioni dell’intelligenza artificiale nel campo delle scienze della vita.
Fondata da Demis Hassabis, anche CEO di DeepMind, l’azienda ha sviluppato la terza versione avanzata di ‘AlphaFold’, un modello di AI in grado di prevedere la struttura di quasi tutte le proteine conosciute, contribuendo in modo determinante alla ricerca biofarmaceutica. I fondi raccolti saranno destinati al potenziamento della ricerca e sviluppo, nonché all’espansione del team di talenti.
Secondo quanto dichiarato da Hassabis, l’azienda punta ad avviare sperimentazioni cliniche su farmaci progettati interamente con AI entro la fine del 2025. Questo traguardo rappresenterebbe una svolta nell’integrazione tra machine learning e biotecnologie, posizionando Isomorphic Labs come attore strategico in un settore in rapida trasformazione.
L’interesse degli investitori per realtà emergenti come Isomorphic riflette la tendenza globale delle grandi aziende tech a includere soluzioni basate su AI nei propri ecosistemi, non solo per scopi digitali, ma anche in ambiti ad alto impatto come la salute pubblica e la medicina di precisione.
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L’adozione sempre più diffusa di strumenti basati su AI all’interno delle aziende ha portato a nuove sfide legate all’eccessivo affidamento su tali tecnologie. L’uso abituale e incontrollato può generare dipendenza, ridurre la capacità critica dei lavoratori e introdurre gravi rischi di sicurezza.
Zac Engler, CEO della società di consulenza Bodhi AI, evidenzia che la mancanza di una strategia chiara e l’assenza di formazione adeguata possono favorire l’emergere del fenomeno della ‘shadow AI’, ovvero l’utilizzo non autorizzato di strumenti AI da parte dei dipendenti. Questo comportamento, oltre a essere diffuso (il 75% dei lavoratori intervistati da Perplexity usa quotidianamente l’AI), può esporre l’organizzazione a violazioni di dati e decisioni errate.
Uno studio congiunto di Carnegie Mellon University e Microsoft ha dimostrato che l’uso eccessivo dell’AI può compromettere il pensiero critico degli utenti. Per mitigare questo rischio, Engler suggerisce di trattare l’AI come uno strumento di supporto alle decisioni, e non come un sostituto del giudizio umano.
È essenziale identificare le aree in cui l’intervento umano resta cruciale, come nei processi decisionali strategici, lasciando all’AI i compiti più ripetitivi e a basso impatto. Tra le raccomandazioni operative spiccano la definizione di soglie di affidabilità (confidence thresholds) per valutare l’attendibilità delle risposte generate dai modelli AI e l’adozione di una governance chiara sull’utilizzo delle tecnologie intelligenti.
Secondo Engler, il successo nell’era dell’AI dipenderà dalla capacità di ‘cavalcare l’onda’, bilanciando innovazione e controllo.
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Resta alta la tensione nella maggioranza. Matteo Salvini difende Marine Le Pen dopo la condanna del tribunale di Parigi: contro di lei “è una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles, in un momento in cui le pulsioni belliche di von der Leyen e Macron sono spaventose. Non ci facciamo intimidire, non ci fermiamo: avanti tutta, amica mia!â€. E torna ad attaccare la Ue: “Quella di von der Leyen e Macron non è la nostra Europa. La Lega ha le idee chiare: l’Italia deve essere il ponte tra Ue e Stati Uniti, perché il vero nemico per le aziende italiane oggi non è Trump, ma le folli imposizioni di Bruxellesâ€. La posizione non è condivisa dagli alleati di FI, che mostrano sempre maggiore insofferenza verso l’atteggiamento del leader della Lega.
Il portavoce azzurro Raffaele Nevi per la prima volta lascia aleggiare lo spettro di una possibile crisi: “Noi stiamo bene con il centrodestra, abbiamo un programma comune, scritto, sottoposto agli elettori, votato dagli elettori e su quello andiamo avanti. Poi se qualcuno decide di cambiare linea, di ritirarsi, di far cadere il Governo se ne assumerà le sue responsabilità â€. Ma mostra, per il momento, serenità : “Fino a oggi siamo andati avanti bene e continuiamo ad andare avanti beneâ€, e per lo stesso Salvini, secondo Nevi, vale l’adagio che “un conto è quello che si dice a un evento di partito, un conto sono gli atti di Governo e i voti espressi in Parlamento. La tenuta del Governo nei passaggi clou non è mai venuta meno, è il centrosinistra piuttosto che solo pochi giorni fa in Parlamento ha presentato sei risoluzioni diverse. Non è una novità che FI e FdI sono nella Commissione Ue e Salvini è all’opposizione, siamo tre partiti diversi che hanno tre famiglie diverse in Europaâ€.
Ma anche dalla Lega c’è chi frena, come il sottosegretario al Mef Federico Freni: “La Lega è parte integrante di questo Governo, è uno dei collanti di questa maggioranza e vota insieme alla sua maggioranza, conservando le proprie posizioni. Escludo che la Lega possa votare in distonia rispetto alla maggioranza di Governoâ€, dice commentando l’intervista nella quale Giuseppe Conte invita la Lega a votare la mozione del M5S contro il riarmo. In questo clima, per il momento, pesa il silenzio della premier Giorgia Meloni, che dopo le ripetute richieste alla sua maggioranza di abbassare i toni ha deciso nuovamente di non esporsi.
Arriva anche sul tavolo del vertice globale di Londra sulla lotta all’immigrazione il cosiddetto modello Albania delineato da Giorgia Meloni con Tirana, che prevede il trasferimento di migranti irregolari in un hub di raccolta oltre mare e su cui proprio ieri l’Italia ha ricevuto un primo placet da Bruxelles, grazie alle rassicurazioni contenute in un decreto ad hoc. “Siamo a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardanti questo decreto e il centro in Albania. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà al centroâ€, come “finora per l’asilo. E in termini di principio ciò è in linea con la legge Ue†ha commentato in proposito un portavoce dell’Ue. Queste parole non cancellano le polemiche politiche interne, ma riflettono un chiaro spiraglio da parte della Commissione Ue, che del resto fa sapere di essere sempre stata “pronta a esplorare soluzioni innovative†per far fronte all’emergenza, purché “in linea con gli obblighi del diritto dell’Ue e internazionaleâ€. Pure il premier britannico Keir Starmer, laburista moderato, torna a richiamare quelle improntate alla linea dura nel summit londinese dinanzi a ministri dell’Interno e delegati di oltre 40 Paesi invitati per discutere di come collaborare per poter stroncare “il vile traffico†di esseri umani “una volta per tutteâ€.
Al consesso non è mancato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e Giorgia Meloni è intervenuta in collegamento per dirsi in sintonia “con l’amico Keir†sul fatto che la sicurezza dei confini debba passare “anche e soprattutto dal governo dei flussi migratori e dal contrasto all’immigrazione illegale di massaâ€; attraverso una cooperazione a largo raggio mirata a “sconfiggere le organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione e sul legittimo desiderio delle persone di avere condizioni di vita miglioriâ€. Quindi la presidente del Consiglio ha rivendicato apertamente il modello Albania, da cui lo stesso governo Starmer non esclude di poter prendere esempio: “Con Keir siamo d’accordo che non bisogna aver paura d’immaginare e costruire soluzioni innovative, come quella avviata dall’Italia con l’Albania. Modello criticato all’inizio, ma che ha poi raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l’Ue propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi. Ciò vuol dire che avevamo ragione e che il coraggio di fare da apripista è stato premiatoâ€.
All’amo lanciato da Carlo Calenda a Forza Italia, a pezzi di Pd e a non meglio precisati “volenterosi†di centro non sembra al momento abboccare nessuno. Se gli azzurri respingono in modo garbato ma netto, con il portavoce Raffaele Nevi che assicura “noi la coalizione non la romperemo maiâ€, la segretaria dem Elly Schlein commenta: “Penso che Carlo Calenda debba decidere da che parte stare, non si può stare con un piede in due scarpe. La linea del Pd è una ed è chiara, ritorneremo a governare vincendo le elezioni con una coalizione progressista, senza larghe inteseâ€; il leader di Azione replica: “Cara Schlein, noi stiamo al centro dove ci hanno messo gli elettori. Non andiamo dietro ai populisti filo putiniani e non ci asteniamo quando si tratta di Ucraina, riarmo europeo e difesa. Il resto è fuffaâ€.
Dal centrosinistra le critiche alla proposta Calenda sono pressoché unanimi: per Riccardo Magi di Più Europa “Chi oggi immagina una convergenza possibile sbaglia perché l’Europa di Meloni e Orban non ha nulla a che fare con le libertà , la democrazia e il federalismo europeo e con la costruzione di una pace giustaâ€. Angelo Bonelli di Avs rincara la dose parlando di “suicidio politicoâ€, mentre il segretario del Psi Vincenzo Maraio invita Azione a “superare la logica dei veti e lavorare su proposte concrete per costruire un’alternativaâ€. Da Iv Matteo Renzi taglia corto: “Il problema è che Calenda ritiene Giorgia Meloni una brava leaderâ€. Sul fronte Movimento cinque stelle i toni sono ancora più accesi e il presidente Giuseppe Conte che accusa: “Calenda ha detto una cosa gravissima, profondamente antidemocratica, perché non si invoca la cancellazione di un Movimento e di milioni di cittadini che lo votanoâ€. “Hai governato con Salvini sorridendo mentre presentavi i decreti sicurezza†ribatte il leader di Azione, “Hai flirtato con Trump, Putin, Maduro e la Cina. Di liberale non hai neppure la pochette. Nessuno ti vuole cancellare per legge, quello lo farebbero i tuoi amici Putin e Maduro. Vogliamo cancellare il vostro modo di fare politica fondato su trasformismo, populismo e prese in giro degli elettoriâ€.
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.00 per lo svolgimento delle interrogazioni. Dalle 16.00 esaminerà il disegno di legge, già approvato dal Senato, in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la mozione sull’applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, il cosiddetto European media freedom act, con particolare riguardo alla governance della Rai, le mozioni volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria, e la proposta per la prevenzione e la cura dell’obesità .
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Lavoro, si confronterà sugli emendamenti al decreto per il reclutamento e funzionalità delle Pubbliche amministrazioni, il cosiddetto decreto Pa. Dibatterà , con la Giustizia, sulla pdl in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale. La Affari Esteri incontrerà il Comitato di presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). Alle 13.00, assieme alla Difesa e alla rispettiva del Senato, ascolterà il Ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e il Ministro della Difesa Guido Crosetto nell’ambito dell’esame sulla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2025 e sulla relazione sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione riferita all’anno 2024.
La Bilancio esaminerà la risoluzione sul contenuto del documento in materia di finanza pubblica da trasmettere alle Camere nel mese di aprile 2025. La Ambiente svolgerà delle audizioni sulla programmazione dell’edilizia residenziale pubblica. La Attività Produttive esaminerà il decreto in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza il cosiddetto decreto bollette. La Affari Sociali dibatterà sullo schema di decreto legislativo sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per l’esame del ddl per l’abrogazione di atti normativi prerepubblicani relativi al periodo dal 1861 al 1946 e della proposta di Legge quadro in materia di interporti.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul ddl in materia di ordinamento giurisdizionale e di Corte disciplinare, sui ddl per l’istituzione della giornata delle vittime di stupri di guerra tra il 1943 e il 44 e sul ddl per la semplificazione delle attività economiche. La Giustizia svolgerà delle audizioni e si confronterà sul ddl in materia di oralità e contraddittorio nel giudizio penale di appello. Dibatterà sul ddl per la determinazione del valore dell’immobile espropriato, sul ddl per l’affidamento condiviso, sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli, sui ddl in materia di successioni, sul ddl in materia di compenso dell’esperto o dello stimatore, sul ddl in materia di spese di giustizia per la liquidazione del compenso di periti e consulenti tecnici e sul ddl sui corsi di specializzazione per consulente forense.
La Affari Esteri incontrerà una delegazione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). La Politiche dell’Ue dibatterà sull’Atto Ue sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea. La Bilancio esaminerà la risoluzione sul contenuto del documento in materia di finanza pubblica da trasmettere alle Camere nel mese di aprile 2025. La Finanze svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale da parte dell’Ente della riscossione. La Cultura esaminerà lo schema di decreto ministeriale il riparto dello stanziamento relativo ai contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi, i ddl sulle banche dati per le opere audiovisive e per i fonogrammi, i ddl sugli alunni con alto potenziale cognitivo, il ddl per la promozione del “Festival delle Città Identitarieâ€, il ddl per il sostegno alla formazione universitaria all’estero nelle discipline STEM e al rientro dei beneficiari, il ddl per l’istituzione della Fondazione La Colombaia e il ddl per la semplificazione delle procedure per la circolazione dei beni culturali e agevolazioni fiscali per oggetti d’arte.
La Ambiente si confronterà sulla proposta di nomina di Francesca Mariotti a presidente dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e ascolterà la nominanda. Esaminerà il ddl sulla legge quadro in materia di interporti e il ddl sulle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti e lo schema di d.lgs sul distacco dei conducenti nel settore del trasporto su strada. La Industria dibatterà e svolgerà delle audizioni sul ddl per la valorizzazione della transumanza, si confronterà sul ddl, già approvato dalla Camera, sulla space economy, sul ddl in materia di tartufi e sull’Atto Ue per il rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare.
La Affari Sociali svolgerà delle audizioni sul ddl per la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese, esaminerà il dlgs sulle politiche in favore delle persone anziane il ddl sulle prestazioni sanitarie, il dlgs sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, il ddl sulle prestazioni sanitarie, il ddl per la tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, il ddl sulla sicurezza del lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, i ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, i ddl sul salario minimo, il ddl per il potenziamento controlli sanitari per Giubileo 2025, il ddl sui permessi per lavoratori affetti da malattia oncologica, invalidante e cronica, il ddl per le semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale, i ddl per l’inserimento lavorativo persone con disturbi dello spettro autistico e i ddl relativi ai disturbi del comportamento alimentare.
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La salita di Poste Italiane al 24,81% come primo azionista di Tim apre nuovi scenari in ottica di consolidamento delle Tlc italiane. Iliad in pole position.
Nella Relazione del Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, l’avvertimento sui rischi dei dazi e delle tensioni geopolitiche per l’economia europea.
Più Energia in Key4Biz: da oggi la sezione si amplia con Energia Italia News che racconterà le transizioni “gemelleâ€, digitale e green, abilitate dal ruolo primario delle Telecomunicazioni.
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La salita di Poste al 24,81% come primo azionista di Tim apre nuovi scenari in ottica di consolidamento delle Tlc italiane. Il timing dell’operazione ufficializzata sabato sembra giusto. Il sostegno del Governo è evidente. “Tim dovrebbe essere protagonista del consolidamento del settore delle tlc”, ha detto Federico Freni, sottosegretario all’Economia, dopo l’aumento di Poste (quasi al 25%) nel capitale del gruppo di tlc.
Interpellato a margine del convegno annuale Aifi 2025, Freni ha detto che questa operazione “denota vivacità industriale e finanziaria di Poste, che è una cosa assai gradita, perché un operatore vivo e vivace è sano per il mercato e per il Paese”.
Nel mondo delle Tlc, “finché ci saranno così tanti operatori su un unico mercato, difficilmente le tariffe diventeranno sostenibili”, ha aggiunto Freni, aggiungendo che “la guerra dei prezzi porta i consumatori a beneficiarne, ma crea problemi sulla gestione sostenibile per fare gli investimenti”.
“Questa operazione è molto importante per Poste Italiane. Arriva a conclusione di un percorso di 8 anni durante il quale abbiamo rilanciato i pacchi, la telefonia, i pagamenti, i contratti luce, i contratti gas permettendo agli italiani di aver più servizi dalla nostra azienda e facendo anche guadagnare i nostri azionisti, che partivano da un valore dell’azienda di 8 miliardi e sono arrivati a 27 miliardi“. Ad affermarlo ieri al Tg1 è l’ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante commentando l’acquisizione da Vivendi di una quota del 15% di Tim. “Crediamo che l’evoluzione della tecnologia dovrà essere accompagnata da Tim per famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni”, sottolinea ancora Del Fante.
La mossa di Poste, secondo la Stampa, sarebbe propedeutica alla creazione di un doppio binario. Sul primo, la parte consumer. Sul secondo, la parte business.
Gli analisti finanziari guardano con favore al riassetto azionario in Tim, dove Poste è subentrata a Vivendi nel ruolo di primo azionista del gruppo telefonico.
“La presenza di Poste come primo azionista garantisce una governance più solida (facilitando dunque il processo di ottimizzazione della struttura di capitale e remunerazione degli azionisti), apre ulteriore spazio per sinergie industriali e potenzialmente per sostenere opzioni di consolidamento nel settore Tlc”, dicono gli analisti di Equita. Di operazione “positiva” parla anche Akros: “Vivendi era ostile a Tim e non creava né sinergie né valore per il gruppo” mentre Poste “ha dichiarato che punta a generare sinergie con Tim, supportando il consolidamento del mercato italiano delle telecomunicazioni”, con Iliad che resta il principale indiziato a una fusione. Secondo la Stampa, l’operatore francese potrebbe fare il suo ingresso in Tim come terzo socio di riferimento.
Secondo Intermonte le “potenziali sinergie” saranno oggetto di “analisi più approfondita nei prossimi mesi” e verranno dettagliare “nel prossimo piano industriale di Tim/Poste”. Se le indiscrezioni di stampa dovessero essere confermate, “le sinergie potrebbero essere molto significative, con risparmi di costo di 200-300 milioni di euro dall’utilizzo della rete di 12.400 uffici postali di Poste Italiane, oltre a un incremento dell’ebitda di circa 200 milioni di euro dalla migrazione del contratto operatore virtuale di PostePay dalla rete Vodafone a quella di Tim”, con un beneficio complessivo del 20-24% dell’ebitdaal domestico di Tim e del 10-12% di quello di gruppo.
Per Mediobanca le sinergie “saranno esplorate nella rete (con Poste che lascerà Vodafone), nel consumer (facendo leva sui 13mila uffici postali) e nell’enterprise (partendo dalla connettività , dal cloud e dalla cyber security).
Leggi anche: Poste diventa primo azionista di Tim con il 24,81%. Opa esclusa, Vivendi resta con il 2,51%
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Nella sua prima Relazione all’Assemblea dei Partecipanti della Banca d’Italia, il Governatore Fabio Panetta ha tracciato un quadro complesso dell’economia nazionale e globale, messa sotto pressione da dazi, incertezze geopolitiche e rallentamento del commercio mondiale.
“Le decisioni di politica monetaria dovranno bilanciare due fattori. Da un lato, la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l’inflazione“, è sottolineato nella Relazione.
In uno scenario sempre più frammentato, Panetta ha evidenziato come le “tensioni commerciali alimentate anche da annunci contraddittori sulle politiche tariffarie statunitensi†stiano ostacolando il ritorno della crescita e della stabilità monetaria.
“L’aumento dell’incertezza – ha spiegato – impone cautela nel percorso di riduzione dei tassi ufficiali. Le politiche protezionistiche minano i consumi e gli investimenti, e aggravano la stagnazione europeaâ€.
Il Governatore ha messo in luce come l’economia europea sia particolarmente esposta alle frizioni internazionali, data la sua dipendenza dal commercio estero. I dazi e le barriere, anche solo annunciati dagli Stati Uniti (e in procinto di arrivare dal 2 aprile 2025), stanno frenando la produzione industriale e spingono a una regionalizzazione degli scambi che penalizza soprattutto i paesi esportatori.
Al di là dell’economia tradizionale, Panetta ha posto l’accento sulla trasformazione digitale come pilastro per la modernizzazione del sistema bancario e finanziario. Tra le novità più significative:
Panetta ha dichiarato che il nuovo piano strategico dell’Istituto punterà su tecnologie di frontiera, con un uso strategico dell’AI e una netta riduzione dei processi cartacei.
Nel piano di ammodernamento, sebbene non espressamente citata, si legge un’attenzione indiretta ai temi della cybersicurezza, implicita nello sforzo di consolidare infrastrutture digitali critiche per i pagamenti, la tesoreria e la gestione documentale pubblica.
Panetta ha concluso sottolineando la necessità di equilibrare la stabilità finanziaria con le esigenze di rinnovamento.
“Il successo delle trasformazioni dipenderà dalle persone. Continueremo a investire nelle competenze e nell’eccellenza del nostro capitale umano“, ha ricordato il Governatore, sottolineando che il compito delle banche centrali non è massimizzare i profitti ma garantire la stabilità dei prezzi, pur ribadendo l’importanza dell’indipendenza finanziaria come fondamento dell’autonomia operativa.
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Da oggi Key4Biz ha più Energia. Tenuto conto del ruolo primario delle Telecomunicazioni come abilitatore tecnologico della transizione digitale e della transizione energetica ed avendo Key4Biz da oltre 20 anni il principale focus sulle TLC, si inserisce in modo naturale all’interno del nostro giornale la nuova sezione Energia Italia News.
Da oggi la redazione può contare su nuovi giornalisti specializzati sul settore dell’Energia. Più analisi e approfondimenti per raccontare la trasformazione energetica e digitale del Paese nel panorama europeo e globale.
La transizione digitale e la transizione energetica sono due sfide “gemelleâ€, vanno a braccetto, perché una non può avere successo senza l’altra. Un esempio su tutti: l’innovazione tecnologica ha il potenziale di contribuire ai 17 obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile.
Nella sezione Energia Italia News i nostri lettori troveranno aggiornamenti sulle dinamiche del settore energetico, con approfondimenti legati all’industry, alla ricerca, alla politica e alla regolamentazione.
Un antipasto. In vista del tavolo convocato al Mimit per il prossimo 24 aprile, le Telco non hanno bisogno di aiuti pubblici, ma chiedono, da anni ormai, la riformulazione di alcuni quadri di riferimento per far ritornare il settore a generare valore e a far sì che il mercato libero delle Telecomunicazioni si auto-alimenti, continuando a fare importanti investimenti, anche grazie ai nuovi capitali.Â
Giorni fa, Pietro Labriola, AD e DG di TIM, ha ripetuto, ormai come un mantra, “ma se noi siamo il settore che consuma più energia di tutti, perché non siamo energivori?”
Caro Governo, questa esclusione è irragionevole.
Key4Biz porterà avanti questa battaglia, chiedendo l’equiparazione delle Telco agli energivori e quindi l’accesso alle agevolazioni sul costo dell’energia come previsto a favore delle imprese considerate energivore.
Questo tipo di campaign sarà una delle anime della nuova sezione Energia.
Con Energia Italia News, infine, vogliamo anche sviluppare relazioni con gli stakeholder istituzionali, le imprese, le università e i centri di ricerca del settore per contribuire – tutti insieme – ad accelerare la transizione energetica.
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Ogni trader ed economista di Wall Street ha cerchiato il “2 aprile” sul proprio calendario. L’opinione generale è che i dazi stiano arrivando, ma la paura è nell’incognita: quanto saranno aggressive le misure. Passare dal libero scambio ad un’economia di stampo protezionistico non è un salto semplice e per certi versi è qualcosa di cui nella storia non si hanno tanti esempi, ma è ciò che sta accadendo.
Il 2 aprile è stato dichiarato dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, “Giorno della liberazione dell’America“. Questo dice molto su quello che si aspetta la Casa Bianca da questa nuova ondata tariffaria e soprattutto dalle sue politiche protezionistiche.
C’è sicuramente spazio per le trattative e i negoziati, ma secondo Trump questo potrà accadere “solo se i Paesi sono disposti a darci qualcosa di grande“.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, inoltre, l’amministrazione Trump starebbe lavorando per definire che tipo di dazi imporre il 2 aprile. Il dibattito alla Casa Bianca è se applicare tariffe personalizzate per i partner commerciali degli Stati Uniti o optare per dazi universali del 20% che colpirebbero tutti i Paesi che hanno scambi commerciali con gli Usa.
Il presidente sarebbe propenso per le tariffe reciproche e avrebbe chiesto ai suoi collaboratori un “numero chiaro” per ogni Paese, ma finora nulla è stato deciso.
I future sugli indici azionari statunitensi sono crollati su Wall Street, con il Nasdaq in calo dell’1,4% e l’S&P 500 dell’1%. Secondo quanto riportato dalla Reuters, l’S&P 500 E-mini è sceso di 49 punti, ovvero dello 0,87%. L’S&P 500 E-mini è sceso di 240 punti, ovvero dell’1,23%, e l’S&P 100 E-mini è sceso di 244 punti, ovvero dello 0,58%.
I titoli tecnologici sono stati in prima linea nel sell-off odierno, con Nvidia in calo del 3,6% nel trading pre-mercato, mentre Microsoft è scesa dell’1,6% e Tesla è scivolata del 4,3%.
L’indice di volatilità CBOE, noto anche come indicatore della paura di Wall Street, ha toccato il massimo delle ultime due settimane a 23,88 punti.
Altra notizia di rilievo, Goldman Sachs ha aumentato la probabilità di recessione negli Stati Uniti dal 20% al 35% e ha tagliato le sue previsioni di crescita del PIL per il 2025 dal 2,0% all’1,5%.
La banca d’affari si attende inoltre che la Federal Reserve riduca i tassi di interesse tre volte quest’anno, rispetto ai due precedentemente stimati, prevedendo maggiori rischi di recessione dovuti ai dazi statunitensi.
Goldman si aspetta che Trump applichi una tariffa reciproca all’Unione Europea pari a 15 punti percentuali, aumentando l’aliquota tariffaria effettiva totale di 20 punti percentuali, “per un impatto complessivo sul livello del PIL dello 0,7%â€, ma in uno scenario più “ribassista”, Goldman vede un “impatto totale dell’1,2% sull’economia, che potrebbe spingere l’area euro in una recessione tecnica nel 2025â€, rispetto a uno scenario senza tariffe.
Questo potrebbe indurre, sempre secondo la banca d’affari americana, anche la Banca centrale europea ad effettuare un ulteriore taglio dei tassi a luglio, dopo quelli attesi per aprile e giugno.
In vista del 2 aprile, si diffonde la paura dei dazi voluti dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la reazione delle borse europee non si è fatta attendere, con Milano che cede il 2%, peggiore performance nel vecchio continente, Francoforte e Parigi che lasciano per strada l’1.5% e Londra l’1%.
I dazi riguarderanno comunque tutti i Paesi e si registrano infatti cali consistenti anche in Asia, con Tokyo che perde il 4% e Hong Kong l’11%.
“Tutti questi cambiamenti politici aggressivi e disordinati che abbiamo visto dall’amministrazione Trump stanno avendo impatti economici negativi“, ha affermato Katrina Ell, direttore della ricerca economica di Moody’s Analytics, citata da Bloomberg, “ed è per questo che stiamo vedendo una crescita piuttosto aggressiva delle probabilità di una recessione negli Usa. Stiamo entrando in un quadro preoccupante“.
“Le decisioni di politica monetaria dovranno bilanciare due fattori. Da un lato, la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l’inflazione. Dall’altro lato, l’aumento dell’incertezza – dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti – impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficialiâ€, ha invece detto il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nella relazione al bilancio 2024.
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Il Governo italiano accelera sul nucleare di nuova generazione, offrendo all’energia dell’atomo un ruolo sempre più centrale nel futuro mix energetico del Paese. Questa mattina, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, hanno tenuto un importante colloquio sul futuro dell’energia nucleare nel Paese. L’obiettivo è rafforzare la filiera industriale italiana del nucleare e garantire sicurezza energetica, sostenibilità ambientale e competitività tecnologica.
I due ministri hanno ribadito la piena convergenza del Governo sulla necessità di un impegno concreto nell’innovazione nucleare. In particolare, è stata sottolineata l’importanza dei progetti promossi da Newcleo, azienda italiana all’avanguardia nella progettazione di reattori di terza generazione avanzata e quarta generazione.
Nello specifico l’esecutivo mira a rendere l’Italia protagonista nello sviluppo delle tecnologie nucleari innovative, contribuendo alla crescita di un comparto strategico per il futuro energetico del Paese.
Per dare impulso a questa transizione, il Governo ha già adottato un provvedimento normativo che stabilisce le linee guida per la sperimentazione, autorizzazione e vigilanza nel settore nucleare. Si tratta di una misura volta a facilitare gli investimenti pubblici e privati, creando un ecosistema favorevole alla ricerca e allo sviluppo tecnologico.
Il disegno di legge sul nucleare definisce il percorso normativo per lo sviluppo del settore in Italia. Il processo sarà guidato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, coinvolgendo altre istituzioni e prevedendo un iter partecipativo con il Consiglio di Stato, la Conferenza unificata e le Commissioni parlamentari.Â
Nell’arco dei prossimi due anni nuovi decreti definiranno il programma nazionale per l’energia nucleare, stabilendo obiettivi, tempi e modalità . Saranno regolati anche la gestione del ciclo nucleare (dalla ricerca alla dismissione degli impianti), la formazione del personale, gli incentivi per le imprese e la sicurezza, garantita da un’autorità indipendente.
Il rafforzamento della filiera industriale nazionale del nucleare, sovvenzionato da finanziamenti pubblici e privati, rappresenta una grande opportunità per il sistema produttivo italiano.
Con il supporto delle istituzioni e l’impegno delle aziende del settore, l’Italia si prepara a diventare un punto di riferimento nel panorama internazionale del settore.
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La Commissione europea ha annunciato oggi l’adozione del nuovo programma di lavoro del Digital Europe Programme (DIGITAL) per il triennio 2025-2027, con un investimento complessivo di 1,3 miliardi di euro. L’obiettivo è ambizioso: rafforzare la sovranità tecnologica dell’Europa attraverso lo sviluppo e la diffusione di tecnologie critiche nei settori dell’intelligenza artificiale (AI), del cloud, della cybersicurezza e delle competenze digitali.
In un contesto di cambiamenti climatici sempre più estremi, Bruxelles lancia una nuova iniziativa tecnologica per affrontare i rischi crescenti delle ondate di calore nelle aree urbane. Al centro c’è Destination Earth (DestinE), un ambizioso programma europeo che punta a creare entro il 2030 un gemello digitale del sistema Terra. Questa replica virtuale permetterà di simulare, prevedere e gestire eventi climatici estremi in tempo reale, offrendo soluzioni concrete per la pianificazione urbana, la salute pubblica e la protezione ambientale.
Tra i progetti più innovativi nati all’interno di Destination Earth c’è l’attività di Urban Heat Health Forecasting (UHHF), sviluppata dal laboratorio portoghese +Atlantic CoLAB in collaborazione con il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF). L’obiettivo è combinare l’enorme mole di dati forniti dai “digital twins†– o gemelli digitali – con le tecniche più avanzate di intelligenza artificiale e machine learning per monitorare e prevedere gli effetti del calore urbano sulla salute umana.
I digital twin sono modelli virtuali ad altissima risoluzione del nostro pianeta, capaci di simulare in tempo reale il comportamento del clima, delle catastrofi naturali e degli ecosistemi. Nel caso di DestinE, due sono i gemelli digitali già operativi: il Climate Change Adaptation Digital Twin e il Weather Induced Extremes Digital Twin, che offrono previsioni dettagliate su cambiamenti climatici e fenomeni meteorologici estremi.
Questi gemelli digitali, alimentati da supercomputer europei come LUMI (Finlandia), Marenostrum5 (Spagna), Leonardo (Italia) e MeluXina (Lussemburgo), generano dati climatici e meteorologici a una risoluzione spaziale di 4,4 km. Grazie al progetto UHHF, tali dati verranno ulteriormente raffinati fino a risoluzioni inferiori al chilometro – circa 200 metri – utilizzando algoritmi di machine learning già testati con successo a Lisbona e in alcune città danesi.
Il progetto UHHF si propone di fornire mappe orarie delle condizioni meteorologiche urbane, tra cui temperatura dell’aria, stress termico umano e durata delle ondate di calore. Le autorità locali potranno così accedere a informazioni dettagliate e localizzate per adottare misure mirate, come la creazione di zone verdi, l’identificazione delle aree più vulnerabili e la gestione dei picchi di domanda energetica.
L’effetto “isola di calore urbanaâ€, causato dall’accumulo di calore in aree densamente edificate e poco vegetate, può innalzare la temperatura fino a 5°C rispetto alle zone rurali circostanti. Comprendere e prevedere questi fenomeni è fondamentale per proteggere le fasce di popolazione più fragili, ridurre la mortalità estiva e pianificare città più resilienti.
A sostenere finanziariamente questa rivoluzione digitale c’è il Digital Europe Programme (DIGITAL), il programma dell’UE che investirà 1,3 miliardi di euro nel periodo 2025-2027 per promuovere tecnologie strategiche per la sovranità digitale del continente. Le priorità includono l’intelligenza artificiale, la cybersicurezza, il cloud, i dati e lo sviluppo delle competenze digitali.
Destination Earth è uno dei progetti bandiera del DIGITAL Programme, coordinato dalla Commissione Europea insieme a tre enti chiave: l’ECMWF (responsabile dei gemelli digitali), l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) (che sviluppa la piattaforma centrale dei servizi), e l’EUMETSAT (che gestisce il Data Lake contenente i dati osservativi da satellite).
Il progetto UHHF si inserisce anche nell’ambito dell’AI4 the Public Good, una partnership tra Unione Europea e Stati Uniti per utilizzare l’intelligenza artificiale a beneficio della collettività . L’iniziativa mira a sviluppare soluzioni comuni per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la gestione delle emergenze e l’ottimizzazione energetica.
Grazie a questa sinergia tra big data, AI e supercalcolo, il gemello digitale della Terra diventa sempre più una realtà . Una realtà capace non solo di prevedere il futuro, ma anche di guidare decisioni concrete e tempestive per proteggere milioni di cittadini europei da uno dei pericoli più subdoli del nostro tempo: il caldo estremo.
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Il contrasto al CLI spoofing fra le priorità della proposta di legge sul riordino dei call center e dei contact center, che vede nel contrasto al telemarketing illegale uno dei punti salienti. Lo spoofing la tecnica fraudolenta con cui i criminali camuffano l’identificativo del chiamante per farlo apparire un numero affidabile, come ad esempio quello di un’azienda, di un ente governativo o di una persona conosciuta. Questo stratagemma aumenta le probabilità che la vittima risponda alla chiamata e cada nella trappola dello scammer. Questi numeri sono in realtà non richiamabili.
Agcom ha avviato una consultazione di sei mesi sullo spoofing e avrà il compito di individuare la soluzione tecnica con cui le telco dovranno contrastare il fenomeno illegale. “Finora l’Agcom ha individuato delle linee guida per le chiamate provenienti dall’estero in parte già implementate da alcune telco – ha detto Eliana Longi, deputata di FDI prima firmataria della proposta di legge appena varata come testo unico dopo la fase di consultazione in Commissione – mentre per quanto riguarda la parte delle chiamate spoofate in VoIP si sono date un arco temporale di sei mesi per l’individuazione di un protocollo condivisoâ€.
Un protocollo che di fatto dovrebbe essere qualcosa di simile a quello già adottato da altri Stati, cioè al cosiddetto Stir Shaken, un insieme di standard che consente alle reti telefoniche di verificare l’autenticità degli ID chiamante utilizzando certificati digitali, simili a quelli che proteggono i siti web, per garantire che la chiamata in arrivo provenga effettivamente dal numero visualizzato.
La soluzione tecnica da implementare sarà quindi individuata al termine della consultazione Agcom. “Alla Proposta di legge faremo due emendamenti che riguardano Agcom: da un lato, per l’introduzione del codice di condotta Agcom oltre a quello del Garante privacy già indicato e inoltre ad Agcom verrà demandata l’indicazione sulla soluzione tecnica da implementareâ€.
C’è tempo fino al 18 aprile per depositare gli emendamenti al testo, che verranno poi dibattuti in Commissione IX Trasporti, Poste e Telecomunicazioni alla Camera. Dopo di che si procederà con la votazione e poi verrà licenziato il testo. A seguire la calendarizzazione in Aula e l’approvazione della nuova legge entro l’anno.
In Commissione, c’è l’apertura ad accogliere le proposte dell’opposizione ad esclusione però del modello opt in che prevederebbe l’abolizione del registro delle opposizioni a favore di un modello che privilegia invece un registro delle autorizzazioni, sul modello olandese. “C’è stata una richiesta del Pd in questo senso – ha detto Longi – di abbinare i due testi, ma uno dei due articoli prevede appunto l’abolizione del registro delle opposizioni a favore invece del registro delle autorizzazioniâ€.
Posizione respinta da FdI perché indipendentemente dal modello di contrasto utilizzato senza la risoluzione del problema dello spoofing entrambi i modelli (opt in e opt out) non hanno validità , perché il telemarketing illegale è in grado di bypassare qualunque tipo di modello. “Una volta risolto il problema dello spoofing non considero valido passare al modello delle autorizzazioni perché oggi, con l’esperienza negativa che tutti abbiamo con il telemarketing, nessun cittadino italiano andrebbe ad iscriversi al registro delle autorizzazioni†che di fatto darebbe il via libera ad accettare le chiamate commerciali.
Nessuno darebbe l’autorizzazione ad essere chiamato, il che andrebbe ad intaccare se non a cancellare una bella fetta, per non dire la totalità del business del telemarketing e dei posti di lavoro impiegati anche in un teleselling legale. “Sarebbero almeno 40mila lavoratori che resterebbero a casa se fosse approvato un modello di registro delle autorizzazioni – aggiunge Longi – e questa è stata la prima ragione per cui non abbiamo potuto procedere all’adozione di un testo unicoâ€.
Non è però escluso che il Pd torni ancora alla carica con un emendamento in questo senso, che prevede l’abolizione del registro delle opposizioni. Il che significherebbe cambiare in toto il paradigma del modello opt out in vigore.
Una mossa ancora prematura nel nostro paese, anche perché secondo i dati ARERA del 2023 il 50% dei nuovi contratti con gestori energetici è arrivato tramite contatti telefonici di telemarketing, che ha svoloto il suo ruolo in un momento importante come il passaggio dal mercato tutelato al libero mercato. “Noi diciamo di mantenere il registro delle opposizioni, diamo delle regole e delle sanzioni più rigide, puntiamo sull’adozione di codici di condotta per salvaguardare il telemarketing regolare e togliamo soltanto quello che non rispetta le regoleâ€, aggiunge Longi.
Il comparto conta circa 60mila addetti, che devono vedersela già con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale. Sono 1.400 le aziende del settore a fronte di un fatturato complessivo di circa 3 miliardi di euro che arrivano a 7,5 miliardi considerato l’indotto.
Nel nuovo quadro normativo si spinge anche alla formazione degli addetti, con corsi di formazione per la tutela dei posti di lavoro che oggi sono di fatto facilmente sostituibili dall’AI.
Un altro aspetto toccato riguarda la cosiddetta “pronta risposta”, cioè un tempo limite entro il quale il consumatore che chiama un call center deve essere messo in comunicazione con un addetto umano se vuole, senza perdersi nei meandri del risponditore automatico.
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Microsoft ha abbandonato nuovi progetti per data center oltre i 2 gigawatt di elettricità negli Usa e in Europa negli ultimi sei mesi. Una decisione presa a causa di un surplus di fornitura rispetto alle attuali previsioni sul fronte della domanda. Lo rende noto la società di analisi TD Cowen.
La retromarcia di Microsoft sul leasing di nuova capacità è stata ampiamente dovuta alla decisione di non sostenere i volumi aggiuntivi dell’addestramento di ChatGPT di OpenAI. Lo rende noto la società di analisi Michael Elias.
Lo scetticismo generale degli analisti sulla enorme spesa in intelligenza artificiale da parte delle grandi big tech Usa è cresciuto a causa dei lenti pagamenti e dell’ascesa della startup cinese DeepSeek, che ha presentato la tecnologia AI a un costo molto inferiore rispetto ai suoi rivali occidentali.
I controlli della supply chain di TD Cowen indicano che la ritirata di Microsoft ha spinto Google a intervenire per colmare la capacità nei mercati internazionali, mentre Meta fa lo stesso negli Stati Uniti.
Detto questo, Microsoft ha reso noto che gli investimenti per 80 miliardi di dollari in infrastrutture AI previsti nell’anno fiscale sono in linea con i piani. In altre parole, l’avvento di DeepSeek non ha inciso sul piano di investimenti della Big Tech usa che li ha confermati.
Alphabet ha dichiarato che investirà 75 miliardi di dollari per la sua implementazione dell’intelligenza artificiale quest’anno, il 29% in più di quanto previsto da Wall Street, mentre Meta ha promesso fino a 65 miliardi di dollari.
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Solo l’annuncio dei dazi crea danni con investitori (e consumatori) che rimangono in stand by prigionieri dell’incertezza perché il commercio mondiale è un complesso sistema di vasi comunicanti “contenuti” da interdipendenze globali.
Queste ultime tendenzialmente orientate a generare una somma positiva di tipo win-win nella collaborazione e nell’equità . Perché quando la somma è negativa si prova a cambiare “virando” verso altri vasi per controbilanciare effetti svantaggiosi da un lato con effetti vantaggiosi da un altro, purché le condizioni politiche ed economiche multilaterali lo consentano.
Per la semplice legge fisica che enormi masse di capacità di lavoro e di merci, di energia e di “impegni politici e morali” non possono essere fermate (o deviate) con un tocco di bacchetta magica tariffaria e a favore solo di qualcuno ma nel medio-lungo termine orientano verso equilibri win-win dinamici che stabilizzano e fanno avanzare il sistema nel suo complesso per assorbire o re-distribuire forze “contrarie e destabilizzanti”.
Un esempio per tutti deriva dal monitoraggio dei prezzi petroliferi (in decrescita dopo Biden) e i volumi (in crescita con Trump) regolati dal rubinetto arabo di MBS che è utile per capire la pressione sulla Russia per bloccare la guerra in Ucraina da una lato e sull’Iran dall’altro con la sanguinosa manovra su Gaza di Netanyahu per smobilitare le falangi terroristiche del regime sciita (Hamas, Hezbollah, Houthi o dell’Asse della Resistenza), nemico secolare dei wahabiti e convergenti (via “Accordi di Abramoâ€) nel bloccare il piano nucleare di Teheran.
Una traiettoria di interdipendenze globali dunque “fibrillate†dai dazi di Trump che si ritrova nel discorso di Mattarella agli agricoltori contro le barriere tariffarie e le emergenti linee autarchiche di politica industriale che frenano la crescita del commercio globale.
E’ quanto osserviamo solo con le minacce dei dazi di Trump e lo spostamento di attenzione e azione dell’Europa verso India e Cina provando a de-comporre il conflitto potenziale tra “via indiana†(USA, Israele, Arabia Saudita, Russia) verso il Mediterraneo a saldatura dei tre grandi produttori petroliferi globali (purchè ciò possa risolvere i due conflitti in Ucraina e in Medio Oriente) e “via cinese†(della seta). Con un disegno trumpista neo imperiale per costruire il nuovo motore globale fossile attorno a potere (militare, molto), onore identitario (un po’ e a corrente alternata) e greggio (a fiumi).
Paradossalmente le chiusure tariffarie e l’apertura di Trump verso la Russia (premendo via MBS anche con introiti petroliferi in discesa) ha iniettato spinte di destabilizzazione nel sistema (con le borse che crollano tornando ai livelli del 2020 in era Covid-19).
Squilibri che devono essere ribilanciati con gli sforzi dell’Europa di tornare nei grandi teatri globali guardando anche ad est e in Asia (Cina , India e Asia Centrale) per esplorare nuove soluzioni commerciali ma anche energetiche e geo-politiche globali (come per il Mercosur) non solo urgenti ma necessarie. Sia per trovare sbocchi commerciali alternativi “compensativi” al mercato USA (de-regolato e ri-regolato) e sia per esplorare soluzioni al conflitto in Ucraina con un coinvolgimento diretto della Cina (e/o India?) come attore geo-strategico e di peacekeeping passando per un ONU “riformato”.
Dunque, un contesto globale da affrontare con coraggio e con uno sguardo strategico UE a 360 gradi che faccia da stabilizzatore degli squilibri innescati dalle “guerre politico-commerciali” che puntano ad indebolire il “vecchio continente” (fermando il mondo) non essendo più l’America l’alleato affidabile e protettivo che è stato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale con l’Alleanza Atlantica e la Nato che anzi sembra diventata “ostile”.
Confermato dalle gravi accuse di JD Vance all’Europa definita “parassita†e confermate da Trump ma dal sen sfuggite e addirittura scivolate in chat come “dilettanti allo sbaraglio†parlando di informazioni inerenti la sicurezza nazionale e di attacchi militari imminenti. Effetto paradossale dell’obiettivo di “rigenerazione” della Russia per separarla dall’abbraccio cinese che spinge l’Europa verso nuovi alleati globali e in primo luogo proprio verso la Cina e – “accanto” – per counterbalance l’India nel teatro ribollente dell’Indo-Pacifico.
Riorientamento geo-strategico utile anche per “guadagnare tempo” nell’avvio di politiche di difesa acconce condividendo acquisti intra-europei e politiche industriali di ri-armamento verso aziende e filiere europee con la spinta al riarmo tedesco anche per far ripartire Germania ed Europa insieme sotto l’ombrello nucleare coordinato di Francia e UK (combaciando equilibrio intra-Ue e intra-Nato). Contemporaneamente, allargare il “campo dei volonterosi” globali di contrasto alla guerra in Ucraina per fermarla con una tregua e governare il processo di pace così come il conflitto innescato dal tragico 7 ottobre 2023 e con una over-reaction che sembra non aver fine a Gaza.
Perché all’Europa tocca l’urgente impegno a riempire il vuoto strategico innescato dal proteiforme uomo di Mar-a-Lago. Guardando dunque agli inestricabili intrecci tra guerre commerciali, geostrategiche e militari. Ecco allora che il Dragone sembra risvegliarsi dal “torpore” per contribuire ad una “stabilizzazione” dei conflitti globali di cui esso stesso necessita per far ripartire la crescita del Pil accrescendo la fiducia e riducendo l’insicurezza.
Lo potrà fare con la “squadra dei volonterosi” e di peacekeeping con al centro l’Europa o continuerà a chiudersi in una  asimmetrica “neutralità â€? Potrebbe se Xi Jinping non si allineasse alla nuova “legge della forza” che il ritorno all’orrore delle aree di influenza (da Jalta del 1945) che Trump e Putin vorrebbero per dare lo Xanax (di bastone e carota si intende) al mondo nel solo (loro) interesse neo-imperiale e tornando ad un puro esercizio della potenza di fuoco.
La Cina ha ora l’opportunità di dire al mondo da che parte sta della civiltà e se vuole partecipare alla “regolazione globale” con intelligente saggezza e perseverante impegno distensivo o se preferisce allinearsi ai potenti di Washington e Mosca. Certo se lo vorrà fare anche con l’Europa (e non solo con Trump e Putin) sarebbe un bel segnale per il futuro della Terra occupandosi delle sue tante piaghe e diseguaglianze per tornare su un sentiero di pace “giusta†e di progresso condivisi. Perché l’Italia con l’Europa, se non sono intorno al tavolo rischiano di essere nel menu – come sembra stia succedendo – ma non possiamo accettarlo né permetterlo.
Visto che l’Europa è il più grande esperimento moderno della Civiltà che è stato di libertà e di pace nel progresso e dovrebbe essere attorno a quel tavolo per cambiarlo e aprirlo al resto del mondo offrendo ciò che l’ha portata ad essere una grande speranza per la Terra tutta e i suoi popoli riavviando anche le Riforme dell’ONU con il “Patto per il Futuro” verso un nuovo multilateralismo e che vorremmo rivedere attivo nei due teatri ora insanguinati in caso di tregua. Perchè quei popoli ci guardano e attendono un nostro segnale, una nostra parola, un nostro gesto per continuare ad esplorare il sogno condiviso di una convivenza pacifica e di progresso. Innanzitutto in Ucraina e in Medio Oriente a Gaza, e anche nella (quasi) “frattura turca”.
E non potrà essere nè la spartizione Ucraina in cambio di terre rare senza garanzie per il suo futuro da un parte, nè la ricolonizzazione di Gaza dall’altra con scellerati piani immobiliari che escludono i palestinesi (e che se “espulsi” avremmo l’apogeo di una “tragedia nella tragedia”), essendo in entrambi i casi “saltati” i piani di “cessate il fuocoâ€.
Nè peraltro potremo permettere che l’unico oppositore di Erdogan quasi all’inizio della campagna elettorale venga incarcerato con accuse pretestuose e assurde. Qui potremo (dovremo) “misurare” il ruolo dell’Europa (se c’è) soprattutto rimanendo unita attorno ai volonterosi (Macron, Scholz- Merz, Starmer, UVdL- Costa e altri paesi non UE e non Nato disponibili) ripartendo da un nuovo asse franco-tedesco “rinforzato e allargato”, perché non potremo (né dovremo) più girare lo sguardo, per non assistere alla sua fine e al mondo liberale e democratico di un Occidente del Progresso che conosciamo condannando anche gli ultimi della Terra ad esserlo per l’eternità .
Riaffermando che, da una parte, qualunque potere conquistato con il voto ha sempre sopra di sé la legge costituzionale e – dall’altra – che la separazione dei poteri di Montesquieu continua ad essere l’unica garanzia di libertà e antidoto contro tutte le tirannie.
Da qui il senso di missioni comuni di difesa della libertà europea con il Fondo Safe convergendo i 27 tra scudo aereo e missilistico, rete di droni, difesa satellitare o cyber-sicurezza finanziando in comune – con Eurobond – un bene comune come la difesa per la sicurezza e per la nostra area di valori condivisi. Evitando così le trappole dell'”azzardo morale” da redistribuzione del debito comune che si era posto con il Next-Generation-EU.
Allora non basterà a Meloni farsi “ascoltare” da Trump-Musk in questo caos globale per “lucrare” qualche liretta da protettorato riservato, perché in solitudine siamo destinati alla scomparsa dai radar della Civiltà . Perché in questo “caos incompetente” di Mar-a-Lago forse non c’è un metodo (nessun metodo), visto che da un lato Putin (non collabora e “tira drittoâ€) continua a bombardare l’Ucraina e – dall’altro – Netanyahu (rompendo l’accordo con Hamas con la benedizione di Trump) riprende a martellare Gaza anche per coprire le proprie difficoltà interne compresa la corruzione di suoi collaboratori (pagati dal Qatar?).
I “volonterosi” devono allora vestire le buone intenzioni con piani credibili di coordinamento di un comando di difesa integrato connettendosi e governando anche il rapporto con una Nato non più a trazione Americana per direzionare l’Europa verso un obiettivo comune nella gestione del “dopo tregua†dialogando anche con Cina e India ripristinando un sano “multilateralismo aperto” con il supporto del diritto internazionale.
Innanzitutto, imparando dagli errori passati e certo non scambiando uno stop alle sanzioni russe prima di un’interruzione delle violazioni dei confini sovrani dell’Ucraina con le concessioni che questo martoriato paese riterrà utili o necessarie.
Quindi abbandonando i doppi o tripli standard morali. L’Italia vorrà essere dentro questo “gruppo europeo emergente di comando” della barca (con Starmer a bordo tra i comandanti con altri paesi non europei e non Nato) di un “programma comune” o vorrà rimanerne fuori marginalizzandosi (galleggiando nell’Atlantico con il rischio di inabissarsi) visto che nessun “ponte” si può costruire tra l’Europa e Trump perché non interessato?
La risposta nella Lezione di Mattarella che illumina il “buio†italico e anche alcune fragilità di Bruxelles che ne frenano l’unità di intenti ma richiamando tutti alla responsabilità verso una umanità inquieta, insicura e impaurita.
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Nell’arco di questa settimana l’Assemblea della Camera esaminerà il disegno di legge, già approvato dal Senato, in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la mozione sull’applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, il cosiddetto European media freedom act, con particolare riguardo alla governance della Rai, le mozioni volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria, e la proposta per la prevenzione e la cura dell’obesità . Come di consueto martedì alle 11.00 terrà le interpellanze e interrogazioni e mercoledì alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Lavoro, si confronterà sugli emendamenti al decreto per il reclutamento e funzionalità delle Pubbliche amministrazioni, il cosiddetto decreto Pa. Dibatterà , con la Giustizia, sulla pdl in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale e, con la Trasporti, sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la modifica della tassonomia degli incidenti sui sistemi ICT. La Giustizia esaminerà le pdl per l’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari, la pdl per l’acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell’incolumità fisica del soggetto interessato, le pdl in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso e, con la Difesa, lo schema di decreto legislativo sulle trasformazioni, le fusioni e le scissioni transfrontaliere.
La Affari Esteri incontrerà il Comitato di presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). Domani alle 13.00, assieme alla Difesa e alla rispettiva del Senato, ascolterà il Ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e il Ministro della Difesa Guido Crosetto nell’ambito dell’esame sulla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2025 e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione riferita all’anno 2024; a seguire si confronterà sul provvedimento. Esaminerà , con la Difesa, diverse proposte di decreti ministeriali per la cessione a titolo gratuito di materiale di armamento, la proposta di ratifica ed esecuzione dello scambio di lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, e ascolterà i rappresentanti di Onborders, dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e di Border Forensic sulla situazione dei diritti umani in Tunisia e Libia. Infine, ascolterà l’Ambasciatore d’Italia presso gli Emirati Arabi Uniti Lorenzo Fanara sullo stato dei rapporti di cooperazione economica e commerciale.
La Difesa esaminerà il ddl per l’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, il documento conclusivo sulla difesa cibernetica e ascolterà il Professor Luigi Uccioli, Associato di Endocrinologia, Specializzato in Diabetologia e Direttore della Unit Piede Diabetico presso il Policlinico Universitario, sulla risoluzione per l’accesso nei gruppi sportivi delle Forze armate di soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 che siano idonei all’esercizio delle attività sportive agonistiche. La Bilancio esaminerà la risoluzione sul contenuto del documento in materia di finanza pubblica da trasmettere alle Camere nel mese di aprile 2025.
La Cultura esaminerà la risoluzione per favorire l’approfondimento della conoscenza del Cantico delle creature di San Francesco D’Assisi, la risoluzione sulla tutela del diritto d’autore con particolare riferimento all’uso delle nuove tecnologie, lo schema di decreto ministeriale il riparto dello stanziamento relativo ai contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi, la pdl per la tutela del diritto d’autore relativo alle fotografie e la pdl per la promozione della musica popolare amatoriale.
La Ambiente svolgerà delle audizioni sulla programmazione dell’edilizia residenziale pubblica; ascolterà il Capo del Dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano e i rappresentanti della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi sull’evoluzione della situazione riguardante il fenomeno del bradisismo e il rischio sismico nell’area dei Campi Flegrei. La Trasporti esaminerà le pdl di delega al Governo per l’organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione.
La Attività Produttive esaminerà il decreto in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza il cosiddetto decreto bollette. La Lavoro esaminerà le pdl per la riduzione dei termini per la liquidazione del trattamento di fine servizio dei dipendenti delle Amministrazioni pubbliche e la rivalutazione dei limiti d’importo per l’erogazione rateale del medesimo trattamento nonchè le pdl per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell’orario di lavoro.
La Affari Sociali dibatterà sullo schema di decreto legislativo sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, sulle pdl per l’assistenza sanitaria in favore dei cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, sullo schema di decreto legislativo in materia di politiche in favore delle persone anziane, sulla risoluzione per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, e sulle pdl per l’istituzione della figura professionale dell’autista soccorritore. Infine, svolgerà delle audizioni sui Centri di oncofertilità . La Agricoltura terrà delle audizioni in merito alle problematiche relative all’allevamento delle ostriche. Infine, la Politiche dell’Ue svolgerà delle audizioni sulla Legge di delegazione europea 2024.
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per l’esame del ddl per l’abrogazione di atti normativi prerepubblicani relativi al periodo dal 1861 al 1946 e della proposta di Legge quadro in materia di interporti. Come di consueto giovedì terrà le interrogazioni e le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul ddl in materia di ordinamento giurisdizionale e di Corte disciplinare, sul decreto relativo alle consultazioni elettorali e referendarie 2025, sui ddl per l’istituzione della giornata delle vittime di stupri di guerra tra il 1943 e il 44, sul ddl per la semplificazione normativa e sul ddl per la semplificazione delle attività economiche. La Giustizia svolgerà delle audizioni e si confronterà sul ddl in materia di oralità e contraddittorio nel giudizio penale di appello. Dibatterà sul ddl per la determinazione del valore dell’immobile espropriato, sul ddl per l’affidamento condiviso, sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli, sui ddl in materia di successioni, sul ddl in materia di compenso dell’esperto o dello stimatore, sul ddl in materia di spese di giustizia per la liquidazione del compenso di periti e consulenti tecnici e sul ddl sui corsi di specializzazione per consulente forense. Infine svolgerà delle audizioni sui ddl sui reati contro gli animali.
La Affari Esteri incontrerà una delegazione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), esaminerà diversi schemi di decreti ministeriali per la cessione a titolo gratuito di materiale di armamento, gli atti sulla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2025 e la relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione riferita all’anno 2024; con la Diritti Umani, audirà il Ministro plenipotenziario Gianfranco Petruzzella, già Inviato speciale per l’Afghanistan del Ministero degli affari esteri e della cooperazione Internazionale, e il Ministro plenipotenziario Alessandra Molina, Vice direttrice generale per le Nazioni Unite e i diritti umani.
La Politiche dell’Ue dibatterà sull’Atto Ue sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea. La Bilancio esaminerà la risoluzione sul contenuto del documento in materia di finanza pubblica da trasmettere alle Camere nel mese di aprile 2025. La Finanze svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale da parte dell’Ente della riscossione e dibatterà sul ddl relativo all’assegno sostitutivo di accompagnatore militare.
La Cultura esaminerà lo schema di decreto ministeriale il riparto dello stanziamento relativo ai contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi, i ddl sulle banche dati per le opere audiovisive e per i fonogrammi, i ddl sugli alunni con alto potenziale cognitivo, il ddl per la promozione del “Festival delle Città Identitarieâ€, il ddl per il sostegno alla formazione universitaria all’estero nelle discipline STEM e al rientro dei beneficiari, il ddl per l’istituzione della Fondazione La Colombaia e il ddl per la semplificazione delle procedure per la circolazione dei beni culturali e agevolazioni fiscali per oggetti d’arte. Infine, con la Ambiente, svolgerà delle audizioni sul ddl di revisione del Codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica.
La Ambiente si confronterà sulla proposta di nomina di Francesca Mariotti a presidente dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e ascolterà la nominanda. Esaminerà il ddl sulla legge quadro in materia di interporti e il ddl sulle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti e lo schema di d.lgs sul distacco dei conducenti nel settore del trasporto su strada. La Industria dibatterà e svolgerà delle audizioni sul ddl per la valorizzazione della transumanza, si confronterà sul ddl, già approvato dalla Camera, sulla space economy, sul ddl in materia di tartufi e sull’Atto Ue per il rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare.
La Affari Sociali svolgerà delle audizioni sul ddl per la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese, esaminerà il dlgs sulle politiche in favore delle persone anziane il ddl sulle prestazioni sanitarie, il dlgs sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, il ddl sulle prestazioni sanitarie, il ddl per la tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, il ddl sulla sicurezza del lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, i ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, i ddl sul salario minimo, il ddl per il potenziamento controlli sanitari per Giubileo 2025, il ddl sui permessi per lavoratori affetti da malattia oncologica, invalidante e cronica, il ddl per le semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale, i ddl per l’inserimento lavorativo persone con disturbi dello spettro autistico e i ddl relativi ai disturbi del comportamento alimentare.
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