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analisi di fase attualità

Genesi e sviluppo del capitalismo


Articolo del Mon, 28 Oct 2024 20:26:47 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

L’ignoranza salverà il mondo

 

Il povero popolo italiano, sempre più popolo povero, assiste con rabbia e sarcasmo alla deriva culturale che ha preso questo Paese. Non bastavano i guai economici e finanziari che già gli davano bei grattacapi, si sono aggiunti anche quelli culturali dei quali non si sentiva nessun bisogno. Si credeva che da noi non sarebbero mai giunte certe paturnie pseudo intellettuali che da decenni proliferano nella società angloamericana, ad esempio circa il rapporto tra i sessi che non si capisce più quanti sono o sulla conflittualità tra settori sociali su certe idee minorate e minoritarie che hanno trovato il modo di imporsi terrorizzando la gente. Abbiamo così chiassose comunità di idioti, esistenti solo sulla carta stampata o nel mondo virtuale, ossessionate dalla propria sessualità che pretendono diritti di ogni tipo a discapito di chi non la pensa come loro e vorrebbe anche dirlo e scriverlo senza temere di essere inserito in qualche lista di proscrizione. Si sono persino inventate nuove forme grafiche e regole grammaticali per rendere la vita difficile a tutti e accontentare pochi scemi che però trovano consenso nei drappelli elitari. Ma non solo di sesso si tratta, ormai tutto viene messo in discussione, la storia, le relazioni, i legami, persino le ataviche visioni del mondo che si vorrebbe sostituire con una poltiglia di concezioni di autopercepimento di se stessi contrarie alle stesse leggi biologiche e fisiche. Nonostante, le università, le scuole di secondo grado, i giornali, le istituzioni pubbliche e private, opinionisti di ogni risma abbiano ceduto all’impostura il popolo continua a resistere nella vita reale dove non c’è spazio per la scemenza, nemmeno se ufficiale.
Come diceva Gramsci il senso comune, pur se spesso reazionario, oppone una barriera importante alle amenità di ogni ordine e grado. Peraltro, essendo tali cretinerie, se pur ammantate di progressismo, un fronte di retroguardia ben vengano le credenze popolari ad opporsi a questo totale rimbecillimento metastorico e tuttoscemo.

“In che consiste esattamente il pregio di quello che suol chiamarsi «senso comune» o «buon senso»? Non solamente nel fatto che, sia pure implicitamente, il senso comune impiega il principio di causalità, ma nel fatto molto piú ristretto, che in una serie di giudizi il senso comune identifica la causa esatta, semplice e alla mano, e non si lascia deviare da arzigogolature e astruserie metafisiche, pseudo-profonde, pseudo-scientifiche ecc”.

“Quando Marx accenna alla «validità delle credenze popolari» fa un riferimento storico-culturale per indicare la «saldezza delle convinzioni» e la loro efficacia nel regolare la condotta degli uomini, ma implicitamente afferma la necessità di «nuove credenze popolari», cioè di un nuovo «senso comune» e di una nuova cultura”.

Per l’appunto non sappiamo quanto ancora potranno reggere le vecchie ed equilibrate convinzioni del popolo a questo assalto organizzato dall’ignoranza falsamente colta. Nel frattempo, dovremmo attrezzarci per far nascere un senso comune più agguerrito e preparato a respingere la stoltezza di una intellighenzia senza più lume della ragione. L’ignoranza genuina del popolo dovrà divenire una superiore filosofia di attacco all’idiozia del potere.

Continuiamo a deridere e insultare quel tanto che basta simili pagliacci laureati, spernacchiamoli quando e dove possiamo senza metus reverentialis e predisponiamoci alla guerra culturale che verrà. Per intanto, come diceva Eduardo, per ricordare a costoro, spianatori della storia e della civiltà oltre che degli organi genitali, che sono la schifezza, della schifezza, della schifezza, della schifezza dell’umanità esibiamoci nel pernacchio antiassurdità, che resta un grande gesto rivoluzionario del passato, del presente e del futuro.


Articolo del Sat, 26 Oct 2024 09:58:06 +0000
a cura di G. P.

Articles

Non si faccia di Marx un ‘gretino’

“Oggi l’autore del Capitale manifesterebbe per i migranti e con gli attivisti per il climaâ€. Elly Schlein.

Si cerca di arruolare Marx nel follemente corretto, così come recentemente definito da Luca Ricolfi, malattia senile del politicamente corretto, fondato su un potere intimidatorio ancora più fanatico.

Marx: “Il sottoproletariato, questa putrefazione passiva degli strati più bassi della vecchia società, attraverso una rivoluzione proletaria viene gettato qua e là nel movimento e proprio per le sue condizioni di vita sarà sempre pronto a lasciarsi comprare per manovre reazionarie.â€

Peraltro, Marx sapeva benissimo come venivano utilizzati gli immigrati contro il proletariato industriale per abbassare il costo della manodopera o alimentare il crumiraggio in caso di scioperi.

“Per riunire il popolo dietro di sé gli aristocratici sventolavano la bisaccia del mendicante come una bandiera. â€

Ma il popolo, quello bistrattato dalla sinistra delle Ztl, ogniqualvolta li ha seguiti ha visto dietro le chiappe di questi radicalchic, la mano dell’armocromista e “si è disperso con forti e irriverenti risate”. Prima ha votato a destra ora non vota più nessuno.

Basta leggere quel che scrisse su Il Manifesto a proposito della congerie di furfanti similsocialisti, animalisti, adoratori della natura e compagnia cantante, che anche ai suoi tempi avvelenava i pozzi della scienza:
“Vi appartengono: economisti, filantropi, umanitari, riformatori della condizione della classe operaia, organizzatori di beneficenza, protettori degli animali, fondatori di società di temperanza, variopinti gruppi di riformatori presenti ovunqueâ€.
I farabutti per distrarre il popolo “sventolavano la bisaccia†dei poveri davanti ai suoi occhi con campagne di inutilità che lo ricacciano sempre più nell’ignoranza. Ancora si agita il socialismo della chiacchiera, questa volta declinato secondo l’ideologia climalterante di origine antropica, per fottere il prossimo che, come diceva Nietzsche, non è il nostro vicino, ma il vicino del vicino.

Marx non l’hanno mai letto ma gli mettono in bocca le loro sciocchezze da donne e uomini viziati che si divertono a perseguitare chi non si è ancora allineato e istupidito.


Articolo del Thu, 24 Oct 2024 07:30:36 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Analisi del capitalismo e crisi Fiat

https://m.youtube.com/watch?v=Up4AKSCPSnU


Articolo del Mon, 21 Oct 2024 02:55:03 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

I falsi miti della storia contemporanea

Un drone iraniano colpisce la villa di Netanyhau, premier israeliano. Gli ultimi recenti attacchi dell’Iran, con missili lanciati su zone segnalate e periferiche, hanno comunque bucato i cieli sopra Israele, nonostante il preavviso, smentendo l’ infallibilità del sistema iron dome. La propaganda occidentale continua a millantare una illusoria superiorità tecnologica ormai inesistente nei fatti e anche il mito dell’imbattibilità di Gerusalemme si sta sciogliendo come neve al sole, di fronte alla situazione reale. Se non fosse per il supporto americano, gli Israeliani non riuscirebbero a difendersi (assediati da nemici che non hanno mai smesso di provocare) e nemmeno a seminare morte e distruzione nel campo palestinese così impunemente. Ancora una volta sono gli Usa, i primi criminali della storia, a muovere i fili dietro la stella di David, con la solita ipocrisia yankee che arma la mano dei suoi sicari e finge di chiedere moderazione dopo che fanno le stragi.
IL G7 dei ministri della Difesa a Napoli si è chiuso con una dichiarazione congiunta di coloro che ancora si percepiscono i più grandi della terra ma non lo sono più, semmai sono i più tronfi.
Il documento è il solito florilegio di contraddizioni e falsità dietro il quale si nascondono gli ex big del mondo. Il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, chiede ad Israele di ridurre gli attacchi su Beirut perché il numero dei civili ammazzati è troppo alto. Chissà qual è il numero giusto di morti e rovine, considerato che quando qualche ordigno russo si è abbattuto su zone residenziali in Ucraina, spesso perché deviato lì dalla contraerea del buffone di Kiev, facendo al massimo 4 o 5 vittime, i nostri giornali scrivevano a titolo cubitali: “strage di civili e barbarie russa”. La barbarie israeliana, che in molto meno tempo ha mietuto vittime per n volte tanto rispetto ai russi, è invece chiamata diritto all’autodifesa. La famosa licenza di uccidere dei buoni che combattono il male un po’ in nome della democrazia e un po’ in nome di dio, facendo strame di tutto.
Gli Stati Uniti inoltre hanno ribadito il loro sostegno ai puppets ucraini affermando di essere disposti a fornire fino a 20 miliardi di dollari come parte di un prestito del G7, derivante dal furto dei beni russi che tecnicamente chiamano congelamento per via delle sanzioni. In genere i criminali sono anche ladri e gli americani primeggiano soprattutto in questo. Tuttavia, nonostante prosegua la sbornia di prepotenza di Usa e sodali, le loro ciambelle riescono sempre meno col buco anche se continuano a fare crateri. I nostri cosiddetti nemici hanno imparato a difendersi sempre meglio e anche a contrattaccare. Costruiscono armi sempre migliori e migliori delle nostre. Ma non esclusivamente di avanzamento nel settore militare si tratta. È la loro scienza che cresce mentre noi abbiamo trasformato in feticcio la nostra. All’orizzonte si vedono arrivare eventi ancora più tragici ma sicuramente interessanti per chi non ha mai creduto all’idea che la Storia fosse veramente finita.


Articolo del Sun, 20 Oct 2024 08:13:54 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

I due capitalismi, inglese e americano


Articolo del Fri, 18 Oct 2024 16:35:03 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

I boia

 

Boia

 

 

 

 

 

I boia siamo noi.

“Perché è giusto mostrare la foto del boia”
“L’immagine del corpo di Sinwar è un documento storico, come Ceausescu e Saddam”.
“Guardate – dicono quelle istantanee – il dittatore è morto. Il male ha perso. E questa immagine ne è testimonianza.”

Così scrive “Il Giornale” e pubblica le foto dei cosiddetti dittatori, il “male” annientato evidentemente dal “bene”, che poi saremmo noi occidentali, la civiltà superiore per autoinvestitura. Un bene fin troppo autoproclamato senza un giudice terzo a stabilire chi è più carogna tra nemici contrapposti.
Eppure tutti quei presunti boia sono stati uccisi a casa loro. Siamo stati noi, il bene, ad andare in trasferta, in campo esterno, per ammazzarli ed esporre i loro corpi martoriati ed esanimi. Che strano bene quello che mette in scena il male, il quale però resta nel suo inferno e non viene a portarci quasi mai le fiamme sull’uscio della porta. Quanti ne avrà ammazzati Gheddafi? E Saddam? Quanti Sinwar? E bin Ladin? Scommetto che tutti insieme costoro non arrivano alla pila di cadaveri innalzata da uno qualsiasi dei presidenti americani nel corso di qualche secolo di storia. E non solo da questi. Quanti morti avrà fatto il colonialismo inglese? E quello francese? Il tedesco? E l’Italiano? E quanti ne ha sterminati la Nato? Israele?
Con un atto di accusa unilaterale del tribunale della civiltà, che giudica dittatori e macellai chiunque non lo aggradi, ci arroghiamo il diritto di eliminare leader e presidenti di altri paesi e con loro una buona fetta delle loro popolazioni.
Ci compiacciamo anche delle nostre gesta benevole che immortaliamo e “storicizziamo”. Il bene fa quel che gli pare. Provate a fare un esercizio contrapposto. Cosa avrebbero scritto i nostri giornali se fossero stati “storicizzati” i nostri leader anziché i loro? E con questi sistemi da farabutti?
Non ci sono innocenti e colpevoli ma tra colpevoli che si fingono innocenti e colpevolizzati a prescindere anche quando sono innocenti, bene e male diventano concetti più che relativi. E del resto lo sono. Soltanto andando oltre il bene e il male si trova ancora un po’ di verità che sbugiarda e toglie la maschera ai prepotenti che si nascondono dietro dio, la metafisica e la morale, sempre troppo doppia per essere trasparente. Non c’è alcuna giustificazione ai delitti e chi cerca di nascondersi dietro le sue ragioni è solo il più criminale di tutti. Ma il mondo gira come la storia e l’ora dei pianti arriva immancabile per tutti.


Articolo del Fri, 18 Oct 2024 13:48:18 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Il superamento dell’Occidente

L’Occidente non sta tramontando, per citare un famosissimo testo. L’Occidente sta per essere superato e in alcuni campi è già stato sopravanzato. Il suo faro è divenuto sempre più fioco per il resto del mondo che non gli riconosce più autorità e autorevolezza. Un’epoca è dunque al suo epilogo ma la Storia non si ferma e non finisce, nonostante l’ubriacatura post-guerra fredda dell’impero che credeva di aver raggiunto una preminenza assoluta, definitiva e irreversibile. La Storia non è mai terminata, invece declina banalmente quella profezia irrealistica e autoillusoria che lo aveva creduto.

Certo, parliamo di superamento ancora relativo ma la tendenza è pressoché inequivocabile e inarrestabile. L’Occidente cercherà di resistere strenuamente ai suoi competitori, proverà a frenarne l’avanzata e a rallentarne i passi, rivedendo i propri obiettivi e riaggiustando la propria collocazione geopolitica, ma non potrà arrestare il cambiamento che scuoterà le tessere della scacchiera mondiale rendendola irriconoscibile al vecchio sguardo.

La propaganda occidentale non potrà coprire ancora a lungo l’impietosa realtà. Gli Usa e i loro alleati potranno nascondersi per qualche tempo dietro l’Ucraina o dietro Israele, portando caos e distruzione, ma non succederà per sempre. In questa fase chi declina e chi sale si trovano ancora in uno spazio comune in cui non conviene a nessuno uno scontro frontale. Ed è per questo che per ora non ci sarà nessuna guerra mondiale.

Il regime occidentale sta raccontando balle a tutti sulle prossime imminenti vittorie di Kiev e Gerusalemme. È solo fumo da gettare negli occhi della pubblica opinione. Usa e paesi servi non hanno il potenziale bellico per raggiungere obiettivi così ambiziosi. L’Ucraina crollerà e Israele continuerà a fare stragi di civili palestinesi ma non riuscirà a debellare i suoi nemici che si moltiplicheranno anziché diminuire. Almeno fino a che un missile inintercettabile di fabbricazione russa non metterà fine a ogni pretesa fuori corso storico.


Articolo del Mon, 14 Oct 2024 13:21:02 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Usa, nemico nazionale


Articolo del Mon, 14 Oct 2024 13:17:17 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Libertà è morta

In America sei libero di essere libero ma solo finché la tua libertà coincide con un’idea di libertà omologata e controllata. Ovvero, sei libero di pensarla come vuoi purché in stretta coincidenza col concetto di libertà comunemente imposto, anzi sei obbligato ad essere libero come dicono loro, altrimenti sono guai. La libertà in America è una forzatura e forse non solo lì. E anche se in fondo non la pensi molto diversamente da tutti, ma solo un po’, faranno in modo che quel poco basti e avanzi per fartela pagare. Come diceva Gaber “libertà obbligatoria e alla portata di tutti, come la chitarra, dove ognuno suona come vuole, e tutti suonano come vuole la libertà”. O la libertà te le suona, aggiungerei.

Al centro dell’Uragano è un film del 1956 di Daniel Taradash. Uno di quei film semplici ma carichi di significato come solo una volta sapevano fare. È la storia di una bibliotecaria di provincia, Alicia, che dirige scrupolosamente la sua biblioteca cercando di invogliare i giovani alla lettura. Lo fa talmente bene che il suo pubblico cresce e chiede al consiglio comunale di creare una nuova sala lettura dedicata proprio ai giovani che si stanno appassionando ai testi. Il consiglio comunale accetta ma a patto che tolga dagli scaffali un libro: “Il Sogno comunista”, scritto da un improbabile P. Tolskin, trovato casualmente sullo stiglio proprio da un membro dell’organo comunale. La signora viene invitata a parlare del suo progetto che sarà certamente finanziato purché quel libro venga sottratto alla libera consultazione. Alicia inizialmente accetta ma poi ci ripensa. Un libro è un libro ed ha sempre una utilità, anche in senso negativo. Compreso il “Mein Kampf” dirà, perché tutti sappiano quali progetti nefandi possano nascondersi nella testa di un uomo. Il ragionamento non fa una grinza ma il consiglio cittadino non condivide e fa in modo che Alicia sia estromessa dai suoi uffici. Si genera nella piccola comunità quel clima da caccia alle streghe che porta all’emarginazione della donna ormai guardata con diffidenza e sospetto da tutti. Diventa persino una spia comunista, pur negando e non essendo tale, e anche i bambini si tengono alla larga da lei su pressione dei genitori. Alicia però non è un agente dei russi ma solo una persona razionale che non pensa si debbano mettere libri all’indice o bruciarli per sentirsi al sicuro. Ma non c’è nulla da fare, le viene costruito intorno un gulag di dicerie e falsità che la convince ad un esilio volontario ma inevitabile date le circostanze di odio e disprezzo intorno a lei. Nel frattempo però uno dei giovani che lei aveva istradato alla lettura e che più amava, ricambiata, perché promettente cade nel condizionamento degli adulti fino a credere che Alicia sia veramente e non figurativamente un mostro comunista che vive sottoterra e che vuole distruggere le loro felici vite americane, l’american way of life. Il ragazzo, Fred, viene assalito dagli incubi, sogna i marxiani marziani che invadono il suo paese per rapirlo e torturarlo. L’odio lo acceca, l’odio che solo la brava gente sa trasmettere fino al parossismo anche nei propri figli che assorbono cattiveria come spugne di malignità. Il giovane incendia la biblioteca. I libri bruciano, incendiati da una libertà patriottica senza carità di patria. Effetti collaterali di una guerra contro un nemico immaginario che serve a sottomettere le menti piuttosto che a respingere fantomatici barbari. Ma non tutti nel consiglio comunale credono a certe fandonie,”Mi spaventano i falsi democratici, non i comunisti” afferma un componente rivolgendosi agli altri membri del consesso che hanno fomentato l’inseguimento dei fantasmi rossi. “La libertà di pensiero di uno qualunque dei cittadini è la sola garanzia dell’inviolabilità della libertà di tutti”. Ma ovviamente non importa niente a nessuno della libertà di uno perché la libertà è il più falso dei concetti generali. Ormai le fiamme divampano. Dickens e Shakespeare vanno in cenere, con Voltaire, Caroll, Ibsen e Tolstoj. Bruciano i libri e si spengono gli uomini. A ognuno il suo rogo di Berlino. Il film si chiude in perfetto stile americano. Di fronte al fumo della biblioteca, Alicia decide di non partire e giura di ricostruire “e se qualcuno vorrà ancora stabilire per gli altri quali sono i libri giusti e non i giusti prima di toccarli dovrà passare sul mio corpo”. Ovviamente da domani, perché oggi è lo stesso giorno.


Articolo del Sat, 12 Oct 2024 06:34:33 +0000
a cura di G. P.


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