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analisi di fase attualità

Il superamento dell’Occidente

L’Occidente non sta tramontando, per citare un famosissimo testo. L’Occidente sta per essere superato e in alcuni campi è già stato sopravanzato. Il suo faro è divenuto sempre più fioco per il resto del mondo che non gli riconosce più autorità e autorevolezza. Un’epoca è dunque al suo epilogo ma la Storia non si ferma e non finisce, nonostante l’ubriacatura post-guerra fredda dell’impero che credeva di aver raggiunto una preminenza assoluta, definitiva e irreversibile. La Storia non è mai terminata, invece declina banalmente quella profezia irrealistica e autoillusoria che lo aveva creduto.

Certo, parliamo di superamento ancora relativo ma la tendenza è pressoché inequivocabile e inarrestabile. L’Occidente cercherà di resistere strenuamente ai suoi competitori, proverà a frenarne l’avanzata e a rallentarne i passi, rivedendo i propri obiettivi e riaggiustando la propria collocazione geopolitica, ma non potrà arrestare il cambiamento che scuoterà le tessere della scacchiera mondiale rendendola irriconoscibile al vecchio sguardo.

La propaganda occidentale non potrà coprire ancora a lungo l’impietosa realtà. Gli Usa e i loro alleati potranno nascondersi per qualche tempo dietro l’Ucraina o dietro Israele, portando caos e distruzione, ma non succederà per sempre. In questa fase chi declina e chi sale si trovano ancora in uno spazio comune in cui non conviene a nessuno uno scontro frontale. Ed è per questo che per ora non ci sarà nessuna guerra mondiale.

Il regime occidentale sta raccontando balle a tutti sulle prossime imminenti vittorie di Kiev e Gerusalemme. È solo fumo da gettare negli occhi della pubblica opinione. Usa e paesi servi non hanno il potenziale bellico per raggiungere obiettivi così ambiziosi. L’Ucraina crollerà e Israele continuerà a fare stragi di civili palestinesi ma non riuscirà a debellare i suoi nemici che si moltiplicheranno anziché diminuire. Almeno fino a che un missile inintercettabile di fabbricazione russa non metterà fine a ogni pretesa fuori corso storico.


Articolo del Mon, 14 Oct 2024 13:21:02 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Usa, nemico nazionale


Articolo del Mon, 14 Oct 2024 13:17:17 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Libertà è morta

In America sei libero di essere libero ma solo finché la tua libertà coincide con un’idea di libertà omologata e controllata. Ovvero, sei libero di pensarla come vuoi purché in stretta coincidenza col concetto di libertà comunemente imposto, anzi sei obbligato ad essere libero come dicono loro, altrimenti sono guai. La libertà in America è una forzatura e forse non solo lì. E anche se in fondo non la pensi molto diversamente da tutti, ma solo un po’, faranno in modo che quel poco basti e avanzi per fartela pagare. Come diceva Gaber “libertà obbligatoria e alla portata di tutti, come la chitarra, dove ognuno suona come vuole, e tutti suonano come vuole la libertà”. O la libertà te le suona, aggiungerei.

Al centro dell’Uragano è un film del 1956 di Daniel Taradash. Uno di quei film semplici ma carichi di significato come solo una volta sapevano fare. È la storia di una bibliotecaria di provincia, Alicia, che dirige scrupolosamente la sua biblioteca cercando di invogliare i giovani alla lettura. Lo fa talmente bene che il suo pubblico cresce e chiede al consiglio comunale di creare una nuova sala lettura dedicata proprio ai giovani che si stanno appassionando ai testi. Il consiglio comunale accetta ma a patto che tolga dagli scaffali un libro: “Il Sogno comunista”, scritto da un improbabile P. Tolskin, trovato casualmente sullo stiglio proprio da un membro dell’organo comunale. La signora viene invitata a parlare del suo progetto che sarà certamente finanziato purché quel libro venga sottratto alla libera consultazione. Alicia inizialmente accetta ma poi ci ripensa. Un libro è un libro ed ha sempre una utilità, anche in senso negativo. Compreso il “Mein Kampf” dirà, perché tutti sappiano quali progetti nefandi possano nascondersi nella testa di un uomo. Il ragionamento non fa una grinza ma il consiglio cittadino non condivide e fa in modo che Alicia sia estromessa dai suoi uffici. Si genera nella piccola comunità quel clima da caccia alle streghe che porta all’emarginazione della donna ormai guardata con diffidenza e sospetto da tutti. Diventa persino una spia comunista, pur negando e non essendo tale, e anche i bambini si tengono alla larga da lei su pressione dei genitori. Alicia però non è un agente dei russi ma solo una persona razionale che non pensa si debbano mettere libri all’indice o bruciarli per sentirsi al sicuro. Ma non c’è nulla da fare, le viene costruito intorno un gulag di dicerie e falsità che la convince ad un esilio volontario ma inevitabile date le circostanze di odio e disprezzo intorno a lei. Nel frattempo però uno dei giovani che lei aveva istradato alla lettura e che più amava, ricambiata, perché promettente cade nel condizionamento degli adulti fino a credere che Alicia sia veramente e non figurativamente un mostro comunista che vive sottoterra e che vuole distruggere le loro felici vite americane, l’american way of life. Il ragazzo, Fred, viene assalito dagli incubi, sogna i marxiani marziani che invadono il suo paese per rapirlo e torturarlo. L’odio lo acceca, l’odio che solo la brava gente sa trasmettere fino al parossismo anche nei propri figli che assorbono cattiveria come spugne di malignità. Il giovane incendia la biblioteca. I libri bruciano, incendiati da una libertà patriottica senza carità di patria. Effetti collaterali di una guerra contro un nemico immaginario che serve a sottomettere le menti piuttosto che a respingere fantomatici barbari. Ma non tutti nel consiglio comunale credono a certe fandonie,”Mi spaventano i falsi democratici, non i comunisti” afferma un componente rivolgendosi agli altri membri del consesso che hanno fomentato l’inseguimento dei fantasmi rossi. “La libertà di pensiero di uno qualunque dei cittadini è la sola garanzia dell’inviolabilità della libertà di tutti”. Ma ovviamente non importa niente a nessuno della libertà di uno perché la libertà è il più falso dei concetti generali. Ormai le fiamme divampano. Dickens e Shakespeare vanno in cenere, con Voltaire, Caroll, Ibsen e Tolstoj. Bruciano i libri e si spengono gli uomini. A ognuno il suo rogo di Berlino. Il film si chiude in perfetto stile americano. Di fronte al fumo della biblioteca, Alicia decide di non partire e giura di ricostruire “e se qualcuno vorrà ancora stabilire per gli altri quali sono i libri giusti e non i giusti prima di toccarli dovrà passare sul mio corpo”. Ovviamente da domani, perché oggi è lo stesso giorno.


Articolo del Sat, 12 Oct 2024 06:34:33 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Le condizioni di approccio scientifico nelle scienze sociali

 


Articolo del Fri, 11 Oct 2024 12:08:37 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Grandi maestri, soliti stronzi

 

La denuncia della propaganda è il più alto atto di propaganda. Sono, infatti, ossessionati dalla propaganda di Putin i migliori propagandisti del mainstream nostrano che si percepiscono giornalisti ma che, come diceva Schopenhauer, sono più che altro giornalieri, dunque maestranze pagate alla giornata, in base al servizio offerto. Tecnicamente sarebbero anche bravi ma più che altro sono capaci di tutto e incapaci per il resto. Inutile fare nomi perché sono quasi tutti quelli pesanti, veri maestri in mostra nella mostrificazione del nemico e nell’esaltazione della loro parte, cioè la parte giusta della Storia. Le strade della Storia sono pertanto lastricate di giuste ragioni e di altrettanti crimini perché ogni ragione non può che affermarsi attraverso molti delitti. Anzi, per avere completamente ragione delle ragioni altrui bisogna ammazzarne molto più della controparte. Altrimenti si finisce dalla parte sbagliata della Storia, quella in cui non solo se le prendono di santa ragione ma si è sottoposti anche alla damnatio memoriae, con l’attribuzione arbitraria di tutti i torti, i propri e quelli dei vincitori. In questo tourbillon di buoni e cattivi in parallasse ci sono anche quelli che passano da un lato all’altro della barricata della Storia, prima brutti e sporchi e poi belli e puliti, i quali al momento opportuno saltano sul carro dei trionfatori. Tra questi troviamo molti giornalisti (e non solo) volutamente non citati più sopra e anche altri del passato. Ecco cos’è la parte giusta della Storia, una bilancia che pende dove conviene e dove il cuore non duole. Pensate a tutti quei tromboni che hanno vergato articoli e partecipato a trasmissioni scandendo un solo concetto come se fosse indiscutibile: “c’è un aggressore e un aggreditoâ€. Non c’è nulla di più falso e sciocco di ciò ma lo hanno detto come una verità rivelata. Scriveva Lord Ponsonby in Falsehood in war-time: “l’aggressore è sempre il nemicoâ€. Appunto, grandi maestri, soliti stronzi.

Gianni Petrosillo


Articolo del Wed, 09 Oct 2024 13:25:50 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Storia e teoria sociale


Articolo del Mon, 07 Oct 2024 05:05:50 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Stato e terrorismo

 

Rifiuto, come da vulgata propagandistica dominante tesa a screditare i nemici, di associare alla parola Stato l’aggettivo terroristico. Uno Stato ha sempre il monopolio della forza, come diceva Gramsci è egemonia corazzata di coercizione, dunque i suoi atti, quando escono dalle forme “normali” di condizionamento e di dissuasione ideologica, o sono guerra o sono operazioni di polizia e di intelligence. Tertium non datur. Uno Stato può servirsi di tutto per salvaguardare la propria sicurezza. Può anche manovrare elementi terroristici, finanziarli e crearli dal nulla, ma di uno Stato sovrano non si potrà mai dire che esso è terrorista se non iperbolicamente. Il ricorso alla metafora non rende l’affermazione letteraria una verità indefettibile. Del resto, sono le forze costitute di Stato che controllano ordinamenti e apparati legali, sono esse a stabilire tramite leggi e tribunali cosa è al di fuori della legalità e, pertanto, sono i poteri costituiti ad affibbiare ad altri tale appellativo. I partigiani erano terroristi per gli Stati fascisti e nazisti del secolo scorso e tecnicamente avevano ragione. Tali gruppi attentavano all’ordine statale ufficiale con le sue norme e regole. Oggi gli Stati occidentali definiscono terroristi vari movimenti che attentano ad una certa conformazione dell’ordine internazionale. Ovviamente, chi avversa il sistema si percepisce del tutto diversamente anche quando ricorre ad azioni efferate come la strage del 7 ottobre dello scorso anno in Israele. Quest’ultima, dal loro punto di vista, resta un’azione di reazione e resistenza perché sul piatto della bilancia dei crimini complessivi pesano sempre di più i massacri causati dai bombardamenti che lo Stato Israeliano ha perpetrato nei decenni, in cui ha ucciso migliaia e migliaia di palestinesi. E vale lo stesso per i nemici degli americani che hanno portato devastazione in ogni angolo del pianeta. Anche se la narrazione statunitense commemora i suoi morti come se valessero di più, prendiamo le Torri Gemelle, in un’ottica statistica le lacrime versate a New York sono una goccia nel mare rispetto a quelle che gli yankee hanno fatto piangere agli altri.
Anche in quest’ultima rappresaglia Israele ha fatto più di 40 mila morti, cosa che continuerà ad alimentare la spirale infinita delle vendette reciproche e purtroppo sempre sproporzionate stanti gli attuali rapporti di forza che pur relativamente cominciano a modificarsi.
Come dicevo in apertura però sono gli Stati sovrani a non poter essere definiti terroristi. In questa casistica non rientra quello ucraino che non è più uno Stato per quanto nominalmente mantenga tale dicitura. Quello ucraino è uno Stato fantoccio che esercita la forza per conto di Stati terzi non essendo più padrone dell’esercizio coercitivo. I suoi apparati sono tenuti in vita dai fondi occidentali e anche la catena di comando, militare, politica, di intelligence, ha ormai il suo apice all’estero. Si tratta dunque di un simulacro di Stato, di uno Stato solo in apparenza, più amministrazione controllata che Entità politica. L’essere Stato dello Stato ucraino è quanto meno in uno stato sospeso. In questo caso, dare dei terroristi ai burattini ucraini non compromette le concezioni scientifiche espresse.


Articolo del Sat, 05 Oct 2024 09:11:26 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Né Washington né Mosca. l’Illusione di una “terza posizione’.

 

di Antonio Terrenzio
Questo articolo è una risposta alle argomentazioni fornite in un Convegno di Casa Pound dal nome “Né con Washington né con Mosca”https://www.youtube.com/live/R3J5If6a52E?si=1s7O7nSUPcXdBM1K e di come esse siano il risultato di confusione e di imposture ideologiche alle quali cercheremo di rispondere.
Parte della destra radicale ha abbracciato le ragioni di Kiev, sostenendo l’idea di un attacco della Russia all’Europa, e che l’esercito russo stia svolgendo un’operazione militare negli interessi degli USA. È in sostanza l’idea della Yalta II, che permetterebbe ancora una volta di schiacciare l’Europa negli interessi dei suoi storici nemici, USA e Russia appunto.
Evitiamo qui di ricostruire gli eventi che tutti sanno e che hanno portato dopo Euromaidan, ad un governo fantoccio degli occidentali e alle armi fornite ai gruppi para nazisti dalle forze della NATO, ed andiamo dritto ai temi trattati dagli intervenuti.
In “Né Washington né Mosca”, risalta lo slogan della destra radicale in voga fino agli anni 80.
Oggi, l’idea di vedere USA e Russia su un piano paritetico è semplicemente fuori dalla storia, dato che i cosiddetti filo-russi (e nello specifico di destra), non aspettano che questi li “liberino”, né che sostituiscano le basi della NATO con le loro. Attualmente siamo colonia degli Americani come non si risparmiano di ricordarci anche gli analisti della Geopolitica mainstream, Lucio Caracciolo e Dario Fabbri. Quindi l’obiezione di carattere binario:”Vuoi farti occupare dai carri dell’armata rossa”, poteva valere con il mondo ancora diviso in blocchi, non adesso. Non si tratta di sottomettere l’Europa a nessuno, né ad Americani, cinesi o russi, né tantomeno aderire al sistema di valori di questi ultimi.
Altra idea falsamente in voga in alcune frange di tali “camerati” è l’impostura dialettica che: “La Russia invadendo l’Ucraina abbia resuscitato la NATO”, come se quest’ultima non si sia costantemente avvicinata al suo esterno prossimo inglobando ben 14 Repubbliche dell’ex patto di Varsavia. Inoltre Finlandia e Svezia hanno sempre fatto parte del campo militare occidentale, e la loro entrata ufficiale nella NATO, è stata una ricaduta di un equilibrio che si era rotto il 22 febbraio del 2022, con l’attacco russo in risposta alla decisione del Joker di Kiev di violare lo stato di neutralità richiesto dalla Federazione Russa per ragioni di sicurezza nazionale. Diverse fonti, tra le quali quelle del Prof. Orsini, ricordano anche il piano dell’esercito ucraino di attacco alla Crimea. L’attacco russo quindi, sarebbe stato inevitabile.
Contrariamente a quanto affermato durante il meeting di CP, Biden e Johnson, e nello specifico quest’ultimo, hanno fatto di tutto per spingere l’Ucraina a proseguire il conflitto, quando il 22 marzo del 2022 Zelensky https://it.insideover.com/guerra/la-guerra-in-ucraina-poteva-finire-in-due-mesi-ecco-le-prove.html era pronto per un accordo di pace. Altro che proposta di una resa e di un governo in esilio a Londra!
Tutt’ora chi parla di sacrificio del sangue ucraino, lo fa con la coscienza sporca del medesimo sangue.
In risposta alla minaccia “Euroasiatica”, si propone una rinascita industriale, tecnologica e militare. Sulla fumosità di un esercito Europeo, bisognerebbe dedicarci un articolo a parte, ma possiamo ricordare le parole di Dario Fabbri:”Quanti lituani morirebbero per l’Italia, e viceversa?”. Una domanda che vale già come risposta. Inoltre i relatori animati da buone intenzioni, dimenticano che uno degli obiettivi di questa guerra è stato quella di affossare e deindustrializzare l’Europa, con la Germania che in primis vede la recessione economica ed industriale a causa delle sanzioni e dell’interruzione delle forniture di gas. Occorre per caso ricordare ai sedicenti patrioti europei chi ha fatto saltare il gasdotto Nord Stream? https://it.insideover.com/politica/nord-stream-sono-stati-gli-ucraini-ed-ecco-chi-li-ha-aiutati.html. Se il primo attore del continente è in ginocchio lo di deve agli americani e ai loro sodali polacchi che ne fanno da ascheri.
Tutti i buoni propositi con una Europa con deterrenza nucleare e con un proprio esercito, si scontrano con la realtà dei singoli paesi mossi dai propri rispettivi interessi. Per dimostrare quanto si sostiene, basta osservare la divergenza esistente tra l’Europa  Baltica con quella dei Paesi Mediterranei. Pur aumentando il bilancio militare per propiziare una autonomia politico-strategica rispetto al sovrano statunitense, non si può far a meno di ricordare che quest’ultimo farà leva sulla russofobia dei paesi dell’Est per sabotare qualsiasi intento di un’unità di obiettivi dell’Europa e con essa di autonomia. Mentre scriviamo, Polonia e i Paesi Baltici https://fr.euronews.com/2024/09/29/les-pays-baltes-et-la-pologne-veulent-des-fonds-de-lue-pour-renforcer-leur-frontiere-avec- reclamano fondi dall’UE per impiantare strutture di difesa, più ulteriori armamenti. L’aumento del bilancio militare dei singoli Paesi, potrebbe avere addirittura un risultato controproducente rispetto a quello auspicato.
Una Europa antiliberista rispetto ad Usa e Russia?
L’attuale modello di Unione Europea è diretta emanazione del modello valoriale anglo-americano. Siamo immersi nel liberismo economico e dei costumi, e le parole di un ritorno ai modelli di socializzazione dell’impresa, di partecipazione dei lavoratori, sanno di naftalina e non vanno oltre il solito nostalgismo social-fascista. Nei discorsi formulati nell’incontro di CP emergono sempre le solite parole d’ordine, “mito”, “destino”, ecc, ma senza costrutto o possibilità di concreta realizzazione. Aldilà di ciò, non pare che l’Europa sia portatrice di un proprio modello di Civiltà alternativo a quello americano o asiatico. Siamo immersi nel mondialismo capitalista almeno quanto gli americani, con tutte le sue propaggini e scorie ideologiche fatte di ideologia green, woke ed LGBT. Anche Russia e Cina sono sistemi di economie di mercato, con la differenza enorme che lo Stato ed i loro apparati filtrano e fungono da argine a tutte derive individualistiche che stanno dissolvendo l’Occidente Liberal. Ovviamente non mancano le storture e le contraddizioni e, repetita iuvant, nessuno qui sostiene modelli valoriali di importazione “asiatica”.
La difesa di questa UE dove ad un certo punto tutti si scoprono occidental-sensibili, quando questa UE è feudo della burocrazia e della Finanza anglo-statunitense, ne rappresenta la forma degenerata, non ne giustifica l’operato dei Macron e dei Draghi come personaggi di transizione verso un modello più autenticamente sovrano. Gli attuali leader europei hanno abdicato ad un ruolo di mediazione tra i due contendenti ed hanno assecondato tutte le direttive e gli ordini provenienti dalla Casa Bianca e dal Pentagono. Se l’Europa versa in questo stato di nanismo geopolitico è a causa di questi inetti.
Mentre scrivo faccio riferimento ad un articolo di Adriano Scianca apparso su Primato Nazionale https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/teoria-europa-una-false-flag-ideologica-2-282779/?fbclid=IwY2xjawFNhZpleHRuA2FlbQIxMQABHZ63dhsmqqAMZbIh4C6iViWKzBgs-cpMVx_ATFoWkUyrmUIDn6aqA3eaZw_aem_B58K5TYkiffEOT1hKtaBQQ&sfnsn=scwspwadove si ricordava che anche intellettuali della ND come Jean Thiart e Guillaume Faye, vedevano l’UE come un organismo imperfetto, un progetto in itinere e tutt’oggi valido come soggetto transitorio verso una “Europa Potenza”.
Non esiste Europa Potenza senza la Russia
Vale la pena ricordare che gli intellettuali di cui sopra, parlavano apertamente di un continente Euroasiatico. Questo dettaglio sembra essere sfuggito ad Adriano Scianca e ad Adinolfi figlio e padre… Lo stesso G. Faye parlava più esplicitamente di “Euro-Russia”, e parlava di quest’ultima come forza nazionale che avrebbe liberato l’Europa dalla colonizzazione islamica, dal caos e dal nichilismo individualista delle società liberal-occidentalizzate. Escludere la Russia da questo processo di integrazione equivale a fare il gioco degli americani. Come si fa infatti a ritenere i Russi responsabili di un attacco all’Europa “commissionato” dagli Usa, se come ha ricordato anche Lucio Caracciolo, George Friedman del think tank Stratford, ha dichiarato:”Abbiamo fatto quattro guerre per evitare che Europa e Russia si riavvicinassero”, seguendo il consueto motto:”tedeschi sotto, russi fuori”.
https://www.eastjournal.net/archives/129707.
Non si tratta quindi di rinascere europei per non morire occidentali od asiatici. Non esistono “terze vie” attualmente, e chi scava “trincee d’Europa” in Ucraina lo fa da utile idiota, che ancora una volta, non ha capito niente della partita che si sta giocando. Per chi è rimasto al ’45 e per chi basta vedere due rune (ma quelle sui carri armati russi ovviamente non valgono), per rivangare schemi ideologici che non reggono a petto del presente. E tutto ciò lo fa esponendo l’Europa alla distruzione economica e militare, mentre i suoi manutengoli filo-ucraini agitano lo spauracchio “rosso” con il beneplacito della Von Der Leyen e dei Borrell, che avallano l’attacco dei missili su territorio russo. E ancora una volta, lo fa per conto degli anglo-americani che vogliono un’Europa debole e in uno stato di subordinazione permanente. A chi scava “trincee” per conto di Washington rispondiamo che non esiste rinascita Europea senza Russia. Questo lo hanno sempre saputo i De Gaulle, i Thiart, I Faye, e perfino i Silvio Berlusconi, che sognavano un’Europa dall’Atlantico agli Urali. Qualche sedicente patriota Europeo lo ha dimenticato o fa finta di non averlo mai saputo, e a pensare male diceva qualcuno, spesso ci si azzecca. Chi vuole intendere intenda.

Articolo del Thu, 03 Oct 2024 03:32:29 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Decadenza culturale e politica italiana


Articolo del Sun, 29 Sep 2024 18:59:27 +0000
a cura di G. P.

analisi di fase attualità

Per Nasrallah

 

Gli israeliani hanno ammazzato Nasrallah, leader degli Hezbollah. Per gli occidentali era un terrorista, per i musulmani un resistente che aveva lottato contro l’occupazione israeliana del sud del Libano, dunque prima simbolo vivente e ora anche martire della causa antisionista e anticoloniale in Medioriente. Biden, un vecchio rincoglionito che interpreta alla perfezione la decadenza americana, ha suggellato con queste parole la sua fine: “La morte di Nasrallah è giustizia”. Gli statunitensi hanno una strana idea di giustizia ma soprattutto nessuna decenza morale. Un tempo il nemico sconfitto e ucciso veniva onorato, soprattutto dopo morto. Un nemico valido dava maggior pregio al proprio trionfo. Gli yankee, popolo senza storia, non sono capaci di coltivare l’onore e il rispetto nemmeno per sé stessi, figuriamoci per gli altri. Ricorderemo la risatina imbecille di Hillary Clinton dopo la morte di Gheddafi, il suo veni, vidi, vici americanizzato in we came, we saw, he died. Così sono gli americani, iene ridens senza dignità con la lacrima facile solo per i loro casi umani. Guai ad averli nemici ma soprattutto amici, diceva Kissinger.
Nasrallah aveva un predecessore e avrà un successore. Chi crede che tolto di mezzo un capo finisca un movimento non ha capito nulla. Sono le situazioni che creano gli uomini e non viceversa. Finché lo Stato di Israle, sostenuto dagli Usa, godrà di impunità per i suoi crimini e non verrà ridimensionato nei suoi appetiti egemonici, sorgeranno sempre nuove organizzazioni con i loro trascinatori ad imbracciare le armi per combatterlo. E sarà anche peggio man mano che i competitori degli Usa aumenteranno la propria forza geopolitica con la quale sosteranno chiunque pur di estromettere Washington e alleati dalla gestione di vari teatri considerati strategici per la preminenza.
Ovviamente, anche sui nostri giornali non c’è nemmeno un cane a dire come stanno le cose. Nasrallah era un combattente con mille ragioni. Dalle nostre parti si definisce terrorista chiunque non la pensi come noi e non resti quieto ad assistere alla sottomissione del proprio popolo all’imperio Atlantico che in Medioriente assume la facciata sionistica.
Rammentiamo a costoro che per i fascisti i partigiani erano terroristi. Parimenti lo erano ebrei e oppositori per i nazisti.
Una volta, quella mente lucida di Cossiga provò a spiegare ad una brigatista che piagnucolava per i suoi errori che doveva tenere la schiena dritta. Loro, i brigatisti, erano soldati che avevano imbracciato i fucili perché non credevano nello stato democratico e lo avevano combattuto legittimamente per un’altra visione del mondo e della giustizia. Avevano perso ma non erano tenuti al rinnegamento. Si può ammettere la sconfitta senza umiliarsi. Una grande lezione di vita che in fondo spiegava anche perché a vincere era stato il potere costituito e non certi velleitari che lo avevano avversato. Per affermarsi bisogna essere superiori in tutto ai propri nemici e i brigatisti non solo non lo erano ma avevano anche sbagliato l’analisi concreta della situazione storica effettiva.
Purtroppo oggi non abbiamo più nemmeno un Cossiga ad insegnarci qualcosa sulla vita e dobbiamo assistere al coro idiota di chi insulta pure i morti che hanno combattuto con onore.


Articolo del Sun, 29 Sep 2024 07:45:36 +0000
a cura di G. P.


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