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#conflitti #strategie
analisi di fase attualitÃ
Se telefonandoEr Puzzone non puzza più. Ora tutti si mettono in fila per telefonargli. Lo fanno gli americani smentiti dal Cremlino. Lo fa il cancelliere Scholz arrivato all’epilogo del suo governo in una Germania cotta a puntino. Persino Zelensky fa trapelare di esserci lui dietro il centralino internazionale. Sotto sotto resta un comico e non teme di farlo emergere. Ma non è detto che le telefonate gli allungheranno la vita, anzi, ormai è spacciato, forse volerà in America o in cielo. Gloria all’eroina. Putin era il morto che camminava ma ad uno ad uno ha visto cadere governi e presidenti che lo accusavano di essere un macellaio senza scrupoli. Ora tornano a parlare con lui da carnefice a carnefice. Nonostante la guerra il consenso nei suoi confronti resta saldo mentre non si può dire lo stesso per quello verso i suoi nemici, molti dei quali bocciati dai propri concittadini. L’Europa è finita in un vero disastro economico a causa delle sue stesse sanzioni che, dicevano, avrebbero messo i russi in ginocchio. Seduti col sedere per terra è ovvio che vediamo solo la rotula di chi ci fronteggia. Certamente, la vittoria di Trump alle ultime presidenziali statunitensi cambia lo scenario. Quella in Ucraina non è la guerra del palazzinaro e farà di tutto per svincolarsene tanto più che è palesemente perduta. Come sempre ogni sconfitta non ha padri e anche gli europei proveranno ad uscirsene con una serie di dribbling e finte sostenuti da quella informazione servile che per mesi e mesi ha dato la colpa persino a Dostojevski per essere nato russo. Da Roma a Parigi, da Berlino a Londra fino a Bruxelles sono tutti divenuti vittime della loro stessa propaganda e dell’immarcescibile fede nell’Occidente, un sole gonfiatosi a dismisura poco prima di collassare.
Il mondo è cambiato ma costoro vivono ancora nelle loro fantasie di superiorità . Il fatto che ci siano loro a comandare smentisce in sé tale assunto. Sicuramente si giungerà ad un accordo che ciascuno farà sembrare un enorme sacrificio sottolineando però di averla spuntata più del nemico.
Si fa sempre così per non umiliarsi a vicenda e salvarsi il culo anche se sotto sotto a qualcuno brucerà molto di più. Alzeranno ancora un po’ la voce ma poi dovranno rintanarsi nello loro cucce dopo aver provato a portarci in guerra per i loro deliri di onnipotenza senza potenza. Ha ragione Medvedev: “I leader europei esperti e semplicemente intelligenti sono diventati storia. Sono arrivate le nullità con un’autostima gonfiata”. Che, aggiungiamo, sono sempre più pericolose dei veri criminali della Storia.
analisi di fase attualitÃ
Dalle elezioni americane ai prossimi mutamentianalisi di fase attualitÃ
Schegge di guerra“La luce sotto cui io vidi la guerra, fu la seguente. Tutti i popoli combattenti l’uno contro l’altro, avevano ragione. A ciascuno la ragione, proprio la ragione, forniva inesauribili ragioni, a sostegno dei principi da cui partivano, principi opposti e contrastanti, ma ognuno provveduto d’un uguale sovrana e incontrollabile legittimità (principio di nazionalità , confini geografici, necessità di difesa militare, compagine statale storica, diritto di espansione e d’egemonia d’una forma di civiltà superiore). A ciascuno di noi, popoli in guerra, la ragione avrebbe continuato per tutta l’eternità a fornir ragioni per la nostra tesi. Cioè le ragioni sono in incolmabile contrasto, e la persuasione (ossia la confluenza di essa ad unità ) non è possibile; cioè ancora, la ragione totale è in sé scissa né può trovare in sé il criterio e la decisione per superare la sua propria scissione, ed è quindi per decidere costretta a ricorrere a
un fatto extra-razionale, come la guerra”.
Queste affermazioni di Giuseppe Rensi, filosofo, sottovalutato e quasi dimenticato, nato nel 1871 e morto nel 1941, sono una ventata di aria fresca in momenti storici come i nostri in cui abbondano i “grandi” cervelli scantinato dove non filtra nemmeno un raggio di luce. Rensi, socialista rivoluzionario, costretto all’esilio dallo Stato liberale, amico di Mussolini e ideologo del primo fascismo, sottoscrisse, da spirito libero, il manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce, fu dunque perseguitato e arrestato, infine “confinato” in un ufficio della biblioteca dell’Università di Genova di cui era stato apprezzato docente di Filosofia. Sempre contro il potere, come ogni scettico e realista che si rispetti, era di una vitalità intellettuale non comune ai nostri giorni. Di Lenin, per esempio, scrisse che fu “un uomo del Rinascimento in piena epoca moderna”. Non aveva timore, da pensatore senza insegne precostituite e catenacci ideologici, di cogliere la grandezza lì dove si palesava e di giudicare le azioni degli uomini per quelle che erano. Non si accontentava si scegliersi una parte ma valutava con occhio critico ogni ragione perché tutti hanno sempre una propria ragione alla quale fare riferimento in assenza di una ragione assoluta e definitiva alla quale aggrapparsi. Perciò riteneva inevitabile questo conflitto tra ragioni il cui sbocco ultimo era anche la guerra. Essere consapevoli di ciò rappresenta un principio necessario se si vuole evitare di mostrificare il nemico, contrariamente a quanto si sta facendo ora ma forse si è sempre fatto anche in passato. L’Occidente in decadenza però si comporta peggio di tanti perché rivendica una superiorità morale che non ha, additando ovunque nemici del bene, percependosi unico argine al male altrui e ignorando bellamente il proprio, a tratti persino superiore alla somma di quello di tutti gli altri.
Insomma, Rensi era uno di quei personaggi che finisce per farsi nemici ovunque perché non sta mai intellettualmente fermo in un posto avendo colto la vera sostanza di alcune fondamentali contrapposizioni sociali. Abbiamo ancora molto da imparare da questo approccio perché la vita è un flusso inarrestabile da cui veniamo trascinati e sballottolati senza poter mai raggiungere un porto sicuro e definitivo. Il nemico ci sta di fronte ma anche dentro. Esserne consapevoli significa sapersi scontrare e confrontarsi con l’altro su basi più realistiche. Cosa vieppiù dimenticata dalle nostre parti a testimonianza che non siamo superiori ma solo superiormente sciocchi o in mala fede.
analisi di fase attualitÃ
You’re fired!Non me ne frega nulla di Trump e se potessi ignorerei ogni fatto che accade in America. Tuttavia, non posso perché gli americani occupano il mio Paese dalla fine della seconda guerra mondiale. Per questo, per me, l’America è il nemico e finché le sue basi in Italia non saranno definitivamente smantellate dovrò interessarmene ad ogni costo. Ma nemici mi sono anche tutti i collaborazionisti degli yankees di casa nostra, di sinistra e di destra. Meriterebbero di fare la stessa fine dei collabò francesi che durante l’occupazione del paese transalpino sostenevano i nazisti. Solo che anche i collabò mi diventano simpatici quando qualche fesso nostrano inorridisce se una parlamentare nazionale cita Brasillach e subito scatta l’indignazione collettiva della sinistra al caviale che pur non valendo nulla rispetto all’intellettuale francese, ed essendo molto più sicofantesca e ignorante, si mette a chiedere dimissioni a gogo anche solo per aver nominato un filonazista. Essere filoamericani in Italia ha esattamente lo stesso significato se non di più, perché subiamo una sottomissione ultrasettantennale, e soprattutto quando si fa il tifo per gli americani peggiori, i democratici, perché questi più dei repubblicani, storicamente, si sono ingeriti negli affari dei Paesi portando la guerra in quelli che non si sono allineati. Allora ben venga la vittoria di Trump che almeno farà versare ettolitri di bile ai radical chic della minchia. Ben venga la sconfitta della mezza nera, più nell’anima che nella pelle, un’altra di quelle che non avrebbe esitato a fare la guerra in nome della Pace ovunque ritenesse conveniente. Trump forse ne farà altre ma non quelle. l’Ucraina si attacchi al cazzo e si attacchi al cazzo la Meloni che si è fatta baciare in testa da Biden, si attacchi al cazzo tutta la sinistra ztl e le forze centriste con i voti di una ztl, da Renzi a Calenda, i liberali incravattati e inamidati e tutte/i quelle/i che inorridiscono per il kitsch Trumpiano argine ultimo al finto intellettualismo di quell* con la puzza sotto al naso e il vuoto nel cervello. Trump ha vinto ma purtroppo la democrazia non è ancora morta. Per ora è scoppiato solo il vostro fegato ed è già una piccola soddisfazione in un mondo pieno di merda americanoangloeuropeista.
analisi di fase attualitÃ
Meglio un nemico dal quale imparare di un simile putrefatto
Tra 5 miliardi di anni il sole esaurirà il suo combustibile e renderà inabitabile il nostro pianeta per qualsiasi specie. Sicuramente, gli esseri umani non assisteranno agli eventi catastrofici che ne deriveranno perché si saranno già estinti per altre cause. L’uomo sapiens è sulla terra da circa 200-300 mila anni mentre i nostri primi antenati sono apparsi 2-3 milioni di anni fa. In media le specie animali non vanno oltre qualche milione di anni prima di concludere il loro ciclo vitale, a qualcuna va anche peggio. Anche se siamo abbastanza giovani come specie il nostro destino è segnato. Noi, così infimi, ci illudiamo di salvare la Terra ma non potremo scampare a quello che ci attende. Non ricordo in quale opera si parli degli ultimi uomini che, riunitisi su una spiaggia, si stringono in un abbraccio fraterno per riscaldarsi mentre il sole si spegne. Forse era in qualche testo di Engels, ma non ci giurerei. In realtà con la fine del suo carburante il nostro astro si espanderà in una gigante rossa inghiottendo i pianeti più vicini e polverizzandoli. Solo dopo diventerà una nana bianca in via di raffreddamento fino al totale oscuramento. Sarà un evento quasi irrilevante per l’Universo ma non per il nostro sistema solare che scomparirà definitivamente. Il brano di cui si parla è però molto suggestivo perché gli uomini, le bestiacce che siamo, riusciranno, almeno per un istante ad essere veramente sinceri e fraterni, di fronte alla inevitabile sorte, nel loro stringersi prima della fine.
In un apologo riportato da Schopenhauer gli uomini vengono paragonati a porcospini:
“In una rigida giornata d’inverno una truppa di porcospini si era messa in mucchio serrato per salvarsi scambievolmente dal freddo col loro proprio calore. Ma subito sentirono le offese delle loro punte, ciò che li fece allontanare gli uni dagli altri. Quando il bisogno di riscaldarsi li avvicinò di nuovo, si rinnovò lo stesso inconveniente, dimodochè essi furono ballonzolati di qua e di là tra i due patimenti fino a che non ebbero trovato una distanza media che rese loro sopportabile la situazione. Così il bisogno di società , nato dalla vacuità o dalla monotonia del loro interno, spinge gli uomini gli uni verso gli altri; ma le numerose loro qualità ributtanti e i loro insopportabili difetti li disperdono nuovamente. La distanza media che essi finiscono collo scoprire, e nella quale la vita in comune diventa possibile, si è la pulitezza e le belle maniere. In Inghilterra si grida a chi non mantiene la dovuta distanza: Keep your distance! — Con questo mezzo il bisogno di mutuo riscaldamento non è invero soddisfatto che a metà , ma in cambio non si sente la puntura delle spine. — Chi però possede molto calorico suo proprio preferisce rimanere fuori della società per non provare nè cagionare sofferenzeâ€.
In realtà non c’è modo di fissare la distanza giusta tra di noi che ci consenta di vivere in pace. Lo stesso Schopenhauer ci ricorda che la vita per vivere deve mangiare la vita: “la volontà di vivere divora perennemente se stessa, ed in diversi aspetti si nutre di sé, finché da ultimo la specie umana, avendo trionfato di tutte le altre, ritiene la natura creata per proprio uso”.
Dunque, non si tratta di bontà o cattiveria, gli uomini sono giunti dove sono perché hanno saputo ottenere dai conflitti inevitabili dei vantaggi evolutivi. Come dice La Grassa siamo l’unica specie che crea un plusprodotto, nessun altro essere in natura lo fa. Intorno all’accaparramento di tale plusprodotto, esito di un pluslavoro, si sviluppa la nostra società . Eliminare i conflitti non è pertanto possibile, né in natura, né in Società . Non è evolutivamente e socialmente conveniente. Dobbiamo nutrirci di ciò che è vivo per vivere, non possiamo ingollare materia inerte che ci ucciderebbe. Questo tanto metaforicamente che biologicamente. Anzi, se ciò avvenisse accelereremmo un processo di stagnazione e poi di regressione: “Se si ama, se si aspira a qualche cambiamento positivo della nostra vita, sia individuale che sociale, bisogna essere pronti ad affrontare e spesso sopprimere quelli che si trovavano meglio nelle vecchie situazioni e che per mantenerle sono pronti a perseguitarti ed eliminarti.†(La Grassa).
Anche il filosofo Rensi è sulla stessa posizione: ” le specie viventi non possono vivere che nutrendosi l’una dell’altra; tutto è in natura organizzato e fondato sulla necessità di questo mutuo divoramento.
Non è diversamente nel campo umano, spirituale e sociale. La proiezione in questo di quella situazione è la concorrenza; le industrie, le case commerciali, le banche (e i popoli e gli Stati) che si erigono le une sulla rovina delle altre; la notorietà , la fama che si fonda oscurando un’altra notorietà , un’altra fama”.
Ergo, quando noi occidentali ci raccontiamo che siamo circondati da dittatori che vogliono portare il caos nelle nostre vite stiamo raccontando frottole. Vogliamo solo preservare i nostri appannaggi messi in discussione da quanti finora, a causa di essi, hanno vissuto peggio e anelano ad un loro posto al sole.
Difendersi è parimenti normale ma se la nostra difesa deve basarsi su amenità e sciocchezze che ci hanno portato dentro una decadenza morale, psichica, culturale, sociale e politica ormai intollerabile allora saremo battuti e meritiamo di esserlo. Invece, per affrontare i nemici portatori di un rinnovamento vitale dovremmo innanzitutto sbarazzarci di zombie e cariatidi che ancora ci guidano rimbecillendoci tutti. Un nemico dal quale imparare è meglio di un simile putrefatto che ti porta alla rovina.
analisi di fase attualitÃ
Genesi e sviluppo del capitalismoanalisi di fase attualitÃ
L’ignoranza salverà il mondo
Il povero popolo italiano, sempre più popolo povero, assiste con rabbia e sarcasmo alla deriva culturale che ha preso questo Paese. Non bastavano i guai economici e finanziari che già gli davano bei grattacapi, si sono aggiunti anche quelli culturali dei quali non si sentiva nessun bisogno. Si credeva che da noi non sarebbero mai giunte certe paturnie pseudo intellettuali che da decenni proliferano nella società angloamericana, ad esempio circa il rapporto tra i sessi che non si capisce più quanti sono o sulla conflittualità tra settori sociali su certe idee minorate e minoritarie che hanno trovato il modo di imporsi terrorizzando la gente. Abbiamo così chiassose comunità di idioti, esistenti solo sulla carta stampata o nel mondo virtuale, ossessionate dalla propria sessualità che pretendono diritti di ogni tipo a discapito di chi non la pensa come loro e vorrebbe anche dirlo e scriverlo senza temere di essere inserito in qualche lista di proscrizione. Si sono persino inventate nuove forme grafiche e regole grammaticali per rendere la vita difficile a tutti e accontentare pochi scemi che però trovano consenso nei drappelli elitari. Ma non solo di sesso si tratta, ormai tutto viene messo in discussione, la storia, le relazioni, i legami, persino le ataviche visioni del mondo che si vorrebbe sostituire con una poltiglia di concezioni di autopercepimento di se stessi contrarie alle stesse leggi biologiche e fisiche. Nonostante, le università , le scuole di secondo grado, i giornali, le istituzioni pubbliche e private, opinionisti di ogni risma abbiano ceduto all’impostura il popolo continua a resistere nella vita reale dove non c’è spazio per la scemenza, nemmeno se ufficiale.
Come diceva Gramsci il senso comune, pur se spesso reazionario, oppone una barriera importante alle amenità di ogni ordine e grado. Peraltro, essendo tali cretinerie, se pur ammantate di progressismo, un fronte di retroguardia ben vengano le credenze popolari ad opporsi a questo totale rimbecillimento metastorico e tuttoscemo.
“In che consiste esattamente il pregio di quello che suol chiamarsi «senso comune» o «buon senso»? Non solamente nel fatto che, sia pure implicitamente, il senso comune impiega il principio di causalità , ma nel fatto molto piú ristretto, che in una serie di giudizi il senso comune identifica la causa esatta, semplice e alla mano, e non si lascia deviare da arzigogolature e astruserie metafisiche, pseudo-profonde, pseudo-scientifiche ecc”.
“Quando Marx accenna alla «validità delle credenze popolari» fa un riferimento storico-culturale per indicare la «saldezza delle convinzioni» e la loro efficacia nel regolare la condotta degli uomini, ma implicitamente afferma la necessità di «nuove credenze popolari», cioè di un nuovo «senso comune» e di una nuova cultura”.
Per l’appunto non sappiamo quanto ancora potranno reggere le vecchie ed equilibrate convinzioni del popolo a questo assalto organizzato dall’ignoranza falsamente colta. Nel frattempo, dovremmo attrezzarci per far nascere un senso comune più agguerrito e preparato a respingere la stoltezza di una intellighenzia senza più lume della ragione. L’ignoranza genuina del popolo dovrà divenire una superiore filosofia di attacco all’idiozia del potere.
Continuiamo a deridere e insultare quel tanto che basta simili pagliacci laureati, spernacchiamoli quando e dove possiamo senza metus reverentialis e predisponiamoci alla guerra culturale che verrà . Per intanto, come diceva Eduardo, per ricordare a costoro, spianatori della storia e della civiltà oltre che degli organi genitali, che sono la schifezza, della schifezza, della schifezza, della schifezza dell’umanità esibiamoci nel pernacchio antiassurdità , che resta un grande gesto rivoluzionario del passato, del presente e del futuro.
Articles
Non si faccia di Marx un ‘gretino’“Oggi l’autore del Capitale manifesterebbe per i migranti e con gli attivisti per il climaâ€. Elly Schlein.
Si cerca di arruolare Marx nel follemente corretto, così come recentemente definito da Luca Ricolfi, malattia senile del politicamente corretto, fondato su un potere intimidatorio ancora più fanatico.
Marx: “Il sottoproletariato, questa putrefazione passiva degli strati più bassi della vecchia società , attraverso una rivoluzione proletaria viene gettato qua e là nel movimento e proprio per le sue condizioni di vita sarà sempre pronto a lasciarsi comprare per manovre reazionarie.â€
Peraltro, Marx sapeva benissimo come venivano utilizzati gli immigrati contro il proletariato industriale per abbassare il costo della manodopera o alimentare il crumiraggio in caso di scioperi.
“Per riunire il popolo dietro di sé gli aristocratici sventolavano la bisaccia del mendicante come una bandiera. â€
Ma il popolo, quello bistrattato dalla sinistra delle Ztl, ogniqualvolta li ha seguiti ha visto dietro le chiappe di questi radicalchic, la mano dell’armocromista e “si è disperso con forti e irriverenti risate”. Prima ha votato a destra ora non vota più nessuno.
Basta leggere quel che scrisse su Il Manifesto a proposito della congerie di furfanti similsocialisti, animalisti, adoratori della natura e compagnia cantante, che anche ai suoi tempi avvelenava i pozzi della scienza:
“Vi appartengono: economisti, filantropi, umanitari, riformatori della condizione della classe operaia, organizzatori di beneficenza, protettori degli animali, fondatori di società di temperanza, variopinti gruppi di riformatori presenti ovunqueâ€.
I farabutti per distrarre il popolo “sventolavano la bisaccia†dei poveri davanti ai suoi occhi con campagne di inutilità che lo ricacciano sempre più nell’ignoranza. Ancora si agita il socialismo della chiacchiera, questa volta declinato secondo l’ideologia climalterante di origine antropica, per fottere il prossimo che, come diceva Nietzsche, non è il nostro vicino, ma il vicino del vicino.
Marx non l’hanno mai letto ma gli mettono in bocca le loro sciocchezze da donne e uomini viziati che si divertono a perseguitare chi non si è ancora allineato e istupidito.
analisi di fase attualitÃ
Analisi del capitalismo e crisi Fiathttps://m.youtube.com/watch?v=Up4AKSCPSnU
analisi di fase attualitÃ
I falsi miti della storia contemporaneaUn drone iraniano colpisce la villa di Netanyhau, premier israeliano. Gli ultimi recenti attacchi dell’Iran, con missili lanciati su zone segnalate e periferiche, hanno comunque bucato i cieli sopra Israele, nonostante il preavviso, smentendo l’ infallibilità del sistema iron dome. La propaganda occidentale continua a millantare una illusoria superiorità tecnologica ormai inesistente nei fatti e anche il mito dell’imbattibilità di Gerusalemme si sta sciogliendo come neve al sole, di fronte alla situazione reale. Se non fosse per il supporto americano, gli Israeliani non riuscirebbero a difendersi (assediati da nemici che non hanno mai smesso di provocare) e nemmeno a seminare morte e distruzione nel campo palestinese così impunemente. Ancora una volta sono gli Usa, i primi criminali della storia, a muovere i fili dietro la stella di David, con la solita ipocrisia yankee che arma la mano dei suoi sicari e finge di chiedere moderazione dopo che fanno le stragi.
IL G7 dei ministri della Difesa a Napoli si è chiuso con una dichiarazione congiunta di coloro che ancora si percepiscono i più grandi della terra ma non lo sono più, semmai sono i più tronfi.
Il documento è il solito florilegio di contraddizioni e falsità dietro il quale si nascondono gli ex big del mondo. Il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, chiede ad Israele di ridurre gli attacchi su Beirut perché il numero dei civili ammazzati è troppo alto. Chissà qual è il numero giusto di morti e rovine, considerato che quando qualche ordigno russo si è abbattuto su zone residenziali in Ucraina, spesso perché deviato lì dalla contraerea del buffone di Kiev, facendo al massimo 4 o 5 vittime, i nostri giornali scrivevano a titolo cubitali: “strage di civili e barbarie russa”. La barbarie israeliana, che in molto meno tempo ha mietuto vittime per n volte tanto rispetto ai russi, è invece chiamata diritto all’autodifesa. La famosa licenza di uccidere dei buoni che combattono il male un po’ in nome della democrazia e un po’ in nome di dio, facendo strame di tutto.
Gli Stati Uniti inoltre hanno ribadito il loro sostegno ai puppets ucraini affermando di essere disposti a fornire fino a 20 miliardi di dollari come parte di un prestito del G7, derivante dal furto dei beni russi che tecnicamente chiamano congelamento per via delle sanzioni. In genere i criminali sono anche ladri e gli americani primeggiano soprattutto in questo. Tuttavia, nonostante prosegua la sbornia di prepotenza di Usa e sodali, le loro ciambelle riescono sempre meno col buco anche se continuano a fare crateri. I nostri cosiddetti nemici hanno imparato a difendersi sempre meglio e anche a contrattaccare. Costruiscono armi sempre migliori e migliori delle nostre. Ma non esclusivamente di avanzamento nel settore militare si tratta. È la loro scienza che cresce mentre noi abbiamo trasformato in feticcio la nostra. All’orizzonte si vedono arrivare eventi ancora più tragici ma sicuramente interessanti per chi non ha mai creduto all’idea che la Storia fosse veramente finita.