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Recensione
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Recensione()
Già dalle prime righe, Michael Moore mette subito le cose in chiaro: gli
stupid white men sono principlamente loro: gli uomini del governo Bush, (ex)
Presidente compreso. Ed è infatti a loro che è dedicata gran parte
dei primi capitoli.
In particolare Moore si concentra molto su un mistero mai risolto legato alle
elezioni presidenziali americane del 2000, che videro protagonisti il candidato
repubblicano George W. Bush e quello democratico Al Gore.
stupid white men BushA detta di Michael (e molti altri), infatti, George Bush
avrebbe “rubato” le elezioni e vinto soltanto grazie ad una serie
di aiuti, compreso quello del fratello Jeb Bush, allora governatore della Florida,
che avrebbe fatto sì che venisse manomesso il sistema elettorale attraverso
piccoli stratagemmi, come negare il diritto voto a moltissimi cittadini neri
della Florida.
Moore ci fa capire, però, che gli stupid white men non sono tutti repubblicani.
L’autore infatti non risparmia critiche feroci anche nei confronti della
classe politica opposta: i democratici, in particolare la figura di Bill Clinton.
stupid white men ClintonClinton viene tirato in ballo da Moore per la questione
delle innumerevoli direttive incentrate sulla salvaguardia della salute e dell’ambiente
che “il Presidente degli anni ’90” emanò a conclusione
dei suoi 8 anni di presidenza. Si tratta di direttive che non entrarono mai
in vigore e che, a detta di Moore, vennero sfruttate da Clinton unicamente
per lasciare un buon ricordo di sé.
Restando in tema “sinistra”, Moore nel capitolo “Democratici
difettosi in partenza” difende la figura di Ralph Nader (attivista ed
esponente della sinistra radicale, supportato da Moore nella campagna elettorale
del 2000) e si scaglia contro tutti quei politici “liberal” che
in realtà, proprio come Bush, finiscono per stringere patti con le grandi
aziende che inquinano l’ambiente.
Accusano Nader di averci dato Bush? Io accuso loro di essere Bush!
Ma il concetto di “stupid white men” non viene trattato soltanto
in ambito politico, e di fatto il libro, dopo i primi capitoli, comincia a
rivelare anche un certo interessamento nei confronti della società americana
in generale. Ho trovato molto interessante, infatti, come Moore abbia “smantellato” il
titolo del suo libro ed abbia analizzato e criticato singolarmente le tre parole
che lo compongono:
Stupid white men coverStupid: Moore tratta infatti anche la questione dell’analfabetismo
funzionale comune a moltissimi americani, in una nazione dove i media instupidiscono
sempre di più il proprio pubblico (capitolo 5: “Idiot nation”).
White: viene trattata la questione della discriminazione razziale in America,
specialmente in ambito lavorativo (capitolo 4: “Ammazza il viso pallido”).
Men: Moore parla anche della figura del maschio, in particolare della sua
onnipresenza nei ruoli di spicco della società americana, a discapito
delle donne (capitolo 7: “La fine del maschio”).
Tra i tanti ragionamenti seri e condivisibili, in Stupid White Men sono presenti
anche alcune parti più ironiche, di queste la più divertente
del libro, a mio parere, rimane quella in cui Michael descrive per filo e per
segno i suoi incontri-scontri faccia a faccia con i vari membri della famiglia
Bush: da George W. che lo intimò di “cercarsi un lavoro vero”,
fino al dialogo con sua sorella Dorothy Bush. Quest’ultima, a suo dire,
fu l’unica Bush dalla quale uscì vittorioso dallo scontro verbale,
in quel caso incentrato sulle condanne a morte inflitte sotto i governi dei
suoi fratelli.
Stupid White Men è quindi un’interessante altalena che oscilla
tra lo stile “polemico” da film documentario che ha caratterizzato
la carriera da regista di Michael Moore, e la satira politica pungente di stampo
americano (ho trovato stupende certe battute sul network FOX News), il tutto
mescolato bene con aneddoti personali dell’autore e dati reali sulla
società e la politica americana.
Nonostante l’argomento possa sembrare datato, devo dire che ho apprezzato
davvero molto Stupid White Men. E’ stato interessante scoprire certi
retroscena degli anni della presidenza Bush e certe caratteristiche dello stile
di vita degli americani.
Per informazioni preliminari sui libri e sulle loro condizioni chiedete un contatto qui