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Recensione fondazionepromozionesociale.it: L'Autore, nell'introduzione, motiva la sua «imÂpresa» con il rinnovato interesse per i vecchi cui assistiamo nella nostra epoca. Egli ritiene che tale interesse tocchi tutti i campi, ma in particolare ricorda l'evoluzione avvenuta nell'amÂbito della medicina con la nascita, da parte dei medici specializzati nella cura degli anziani, di un nuovo modo di affrontare i problemi della vecÂchiaia: la geriatria. Nonostante l'interesse mostrato ultimamente dagli storici per varie tematiche di tipo socialeÂ-antropologico, la vecchiaia è sempre passata sotto silenzio: i documenti di epoche lontane come il Medio evo o !'Antichità trascurano queÂsta parte della vita perché solitamente i vecchi vengono assimilati alla massa degli adulti. Fin dall'inizio dell'opera, l'Autore afferma che la storia occidentale, dall'Antichità al RinasciÂmento, non conosce una evoluzione costante, in meglio o in peggio, del ruolo sociale dei vecÂchi: tale storia è caratterizzata, invece, da molÂte fluttuazioni, pur nell'ambito di una tendenza generale alla degradazione: «Ogni società ha i vecchi che si merita, ogni tipo di organizzazione socio-economica e culturale è responsabile del ruolo e dell'immagine della vecchiaia, la sua svalutazione o valorizzazione, dipendono da questo». L'Autore conclude che ogni società «teme il logoramento e la sterilità della vecchiaia» e che ovunque alla vecchiaia è sempre stata preferita la giovinezza. Mentre il pensiero cristiano ha tenÂtato di familiarizzare i credenti con la morte, vista come momento di passaggio verso la vita eterÂna, spesso il pensiero pagano ha addirittura preÂferito il suicidio alla vecchiaia. Essendo la vita delle varie società basata sulÂla forza e sul vigore fisico, gli anziani si sono sempre trovati in posizione di svantaggio verso i giovani. In particolare vengono individuati tre fattori che definiscono lo «status» sociale del vecchio: la fragilità fisica, la conoscenza e la esperienza, l'alterazione dei tratti fisici. Tra queÂsti solo il secondo fattore ha avuto, nelle socieÂtà con una cultura prevalentemente orale, un ruolo importante nella considerazione sociale del vecchio: il vecchio era custode della memoÂria collettiva. Con il diffondersi della parola scritÂta, però, la memoria degli anziani diventerà proÂgressivamente inutile.
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