Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm

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Ipotesi della trasformazione del racconto a partire dai rituali funebri endocannibalici fino ai racconti del Perrault e dei F.lli Grimm:
4) Il carattere solitamente critico dei racconti popolari verso le classi superiori, ma nella versione dei F.lli Grimm il lupo acquisisce una funzione quasi conservativa


Per solito la cultura popolare, i racconti popolari, il folklore sono la voce delle classi disagiate, degli schiavi, dei servi della gleba, del popolo delle campagne, del popolino dei quartieri bassi delle città. Lo sciamano probabilmente è una figura sacerdotale di un tipo di società senza classi o altrimenti di società organizzate in clan o in sette più o meno segrete che si contendono il potere. Da moltissimo tempo nelle società indoeuropee sono state al potere le classi dei guerrieri o dei nobili(tali perché si distinguevano dalla plebaglia, perché le origini delle loro famiglie erano chiare e ben delianeate). Accanto ai guerrieri stanno le caste sacerdotali. E poi vengono tutti gli altri. Guerrieri e sacerdoti quasi sempre in tutte le culture vanno d'accordo: e si aiutano vicendevolmente per fondare, ordinare le società. In linea di massima il racconto popolare, elaborazione narrativa delle classi non al potere, è critico nei confronti di guerrieri e soprattutto dei sacerdoti che giurano sulla benevolenza dei loro dei nei confronti di coloro che credono e fanno loro sacrifici. Ma i miserabili di certo non potevano permettersi di fare dei sacrifici pari a quelli dei ricchi, dei capi, dei più abbienti.
Il racconto di Cappuccetto rosso del Perrault sembra che sia una constatazione dell'orrore che vige nel mondo, a causa di coloro che si travestono, mettono una maschera per raggiungere i loro scopi abietti; e non mi pare che lo scrittore francese alluda ai lupi mannari o a persone che imitano i lupi nelle notti di luna piena o nelle notti completamente oscure. Le freccie di Perrault sono rivolte per certo alla classe elevata, alla classe colta, non certo contro i lupi o i lupi mannari. Colui che scrive ha in mente cosa volesse dire il Perrault nella chiusa finale, ma questo verrà detto alla fine, nella conclusione dello studio.
Se la versione del Perrault è probabilmente contro la classe colta, la classe delle persone istruite, invece la versione dei F.lli Grimm sembra che attacchi una antichissima classe di sacerdoti, quella degli sciamani. Le pietre nello stomaco del lupo, la stessa figura del lupo in cui si trasforma spesso lo sciamano, il travestimento in una parte femminile, inducono a ritenere che dietro il lupo ci sia uno sciamano, un organizzatore di riti iniziatici. Ma nello stesso momento in cui il lupo-sciamano perde di credibilità e quindi viene ucciso dalle pietre che rimandano alle sue viscere di tipo iniziatico, la sua opera (divoramento della nonna prima e della nipote dopo) assume un aspetto di tipo conservativo. Infatti dal suo ventre la nonna e la nipote escono sane e salve, mentre prima la nonna era malata. L'ostetrico del lupo è stato un cacciatore, oppure un taglialegna(nella versione definitiva del 1857 dei F.lli Grimm), due figure connesse ad attività tipiche del bosco. Cosa è successo? Per via di quale prospettiva nella figura del lupo e nella sua opera, pur sempre negativa, viene colta una opportunità benigna?
Probabilmente il lupo cacciatore, come il cacciarore che gli apre la pancia, è visto in una prospettiva agraria(il periodo di abbandono della terra corrisponde al periodo in cui il terreno abbandonato viene riservato alla caccia e quindi anche al lupo), mentre la nonna è la terra non più fertile, abbandonata dopo il bosco. Solo quando la nonna si riunirà alla giovane nipote o rivrivà in essa, alla terra vergine, allora potrà ritornare a vivere e a essere fertile. Il compito è demandato al lupo, come animale più rappresentativo del bosco e delle terre abbandonate. Il lupo prima deve appropriarsi della vecchia e poi della giovane, da questo coacervo le due donne vengono estratte sane e salve. Seguendo questa ipotesi agraria è congruo che la parte dell'ostetrico sia data al taglialegna. Infatti il taglialegna può essere benissimo il disboscatore di un terreno abbandonato da lungo tempo. Grazie al suo apporto, il lupo, che comunque aveva fatto la sua parte(ritorno al caos della natura), viene cacciato e il terreno reso adatto alla coltivazione.
Potrebbe essere questa la nuova prospettiva intravista dai F.lli Grimm. E a dar manforte a questa prospettiva ci sono i resoconti di Giulio Cesare e di Tacito circa gli usi agricoli dei Germani, resoconti accennati sopra. Secondi studi recenti "le popolazioni germaniche erano solo in parte sedentarie. Il loro livello di cultura materiale non era tale da consentire un radicamento perenne in uno stesso territorio. Essi non conoscevano le regolari rotazioni agricole, nè la rotazione biennale di tradizione mediterranea; e fra l'altro usavano un primitivo aratro a chiodo di legno che non consentiva di rivoltare il terreno in profondità. La modestia tecnologica dell'antica agricoltura germanica li costringeva a sfruttare i propri campi fino all'esaurimento. Una volta esauriti i campi, i Germani erano obbligati a spostarsi in quelle parti del territorio della tribù ove vi fossero terre ancora vergini o che comunque avessero riposato abbastanza a lungo. Lì giunti, essi aprivano con il fuoco, è il sistema del debbio, e/o con i taglialegna, nuovi campi semi-permanenti nella foresta (disboscamento maggiore) o negli incolti(disboscamento minore) e li coltivavano, ancora una volta fino a esaurirli." (S. Gasparri, Prima delle nazioni. Popoli, etnie e regni fra Antichità e Medioevo, Carocci, Roma 1998, pagg. 64-5).
Ma qualcosa non quadra. Nella fiaba di Cappuccetto rosso non c'è alcuna concezione temporale, come invece risulta nella fiaba de Il lupo e i sette caprettini: i tre tentativi del lupo, le sei caprette divorate, l'ultimo capretto che si salva nascondendosi nella cassa dell'orologio a pendolo. La spiegazione potrebbe stare nel considerare il racconto di Cappuccetto rosso dei F.lli Grimm come attinente, come fortemente legato a un mito-rito che tende a escludere il tempo e a essere rielaborato nel non-tempo o fuori del tempo. Seguendo questo schema la fiaba si carica di mistero e diventa enigmatica, Cappuccetto rosso diventa l'emblema di un divenire che avanza e la nonna l'emblema di un divenire che indietreggia, vita e morte si incontrano nella natura cannibale del lupo, nel caos cannibalico dell'orco o del drago, nella natura tremenda della cattiva stagione in cui neve e ghiaccio non consentono la raccolta e/o la coltivazione delle piante commestibili. Ma perché dare valore a una fase negativa? Perché le culture umane hanno costruito questi ponti tra una natura tremenda e una cultura benefica? Perché le disgrazie non previste sono all'ordine quasi del giorno, perché non tutto procede come si vorrebbe che procedesse, perché anche oggi la scienza non riesce a spiegare tutto. Ma il proverbio dice: "Buon tempo e cattivo tempo non durano tutto un tempo", cioè verrà sempre il momento in cui le cose cambieranno in meglio, almeno questo si spera. Anche per queste considerazioni Paul Saintyves vede nel cappuccio rosso dell'eroina i copricapi di fiori delle "regine di maggio" ovvero delle fanciulle che partecipavano alle feste campagnole di maggio. E maggio è il mese che sancisce il distacco dalla cattiva stagione invernale e nel contempo sancisce la primavera, coi suoi colori vivaci, e pronostica la stagione estiva da venire. Probabilmente nelle religioni degli antichi abitanti della Francia, ovvero i Galli, l'ambiguità, l'ambivalenza della realtà in cui vive l'uomo veniva rappresentato da un dio tricefalo; probabilmente un dio che vedeva prima, durante e dopo, ovvero un dio che poteva fare accettare agli umani anche le sventure come disegni imperscrutabili. Ed è proprio il principio della imperscrutabilità dei disegni divini che ancora tiene ben saldo il legame dei mortali con gli dei.
Continua

Un modellino o action figure della Bandai che rappresenta il dio germanico Thor che brandisce il martello Mjolnir, costruito dai Nani fabbri


Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm

1 - Premessa


2 - Il lupo nella cultura dei greci


3 - Alla ricerca della pietra simbolo della sterilità


4 - Le pietre nel ventre dell'iniziando sciamano


5 - Divoramento e travestitismo nelle iniziazioni tribali


6 - Culto delle pietre presso i Lapponi


7 - Il lupo nelle culture che praticavano un'agricoltura primordiale


8 - I Lupercalia dei Romani


9 - La struttura dei Lupercalia


10 - Il lupo e i sette capretti


11 - Lo spirito del grano nell'ultimo covone denominato il Vecchio, la Vecchia e anche il Lupo


12 - I popoli che praticavano la patrofagia, i racconti popolari con la prova cannibalica


13 - Il racconto rielaborato e ambientato in una cultura in cui si praticava la patrofagia e si aveva il terrore degli spiriti


14 - l'ipotesi del lupo come demone della morte, e l'ipotesi agraria connessa alle antiche feste germaniche


15 - Il carattere solitamente critico dei racconti popolari verso le classi superiori, ma nella versione dei F.lli Grimm il lupo acquisisce una funzione quasi conservativa


16 - Lupo e taglialegna gli estremi, nipote e nonna i mediatori; il demone germanico Loki vicino al lupo della fiaba grimmiana


17 - Il comportamento del lupo come indice di civiltà


18 - Il comportamento del lupo nei confronti dell'uomo dal medioevo fino ai fatti del lupo di Gévaudan


19 - Interpretazione storica della versione del Perrault, le ruelles e le preziose


20 - Le versioni più studiate della fiaba di Cappuccetto rosso



Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso

1 - Le versioni orali del racconto in cui il percorso per raggiungere la nonna sembra abbia una parte rilevante

2 - La versione orale dell'Haute-Bretagne in cui la nonna potrebbe indicare un campo o una vigna o vite sterile

3 - Le due versioni de la Nièvre. In una di esse la fanciulla si salva

4 - La versione della Touraine. In questo racconto al lupo subentra il diavolo e la fanciulla si salva

5 - La versione del Forez in cui la fanciulla cede il paniere al lupo e poi viene divorata

6 - La versione raccolta a Valencay nell'Indre in cui la fanciulla dice alla finta nonna che ha delle grandi mani e quella le risponde che servono per frustarla

7 - La versione provenzale, molto simile a quelle del Forez, ma più eleborata

8 - La generazione agricola per talee, associata nei miti e nei racconti enigmatici all'endocannibalismo e all'incesto

9 - Le correlazioni tra i miti e il culto di Fauna-Bona Dea e i racconti orali di Cappuccetto rosso

10 - L'alternativa del percorso come traccia per risolvere l'indovinello del racconto enigmatico

11 - Il sostrato culturale della religione arcaica dei Romani: ovvero l'agricoltura - La fondazione di Roma legata a un solco tracciato dall'aratro tirato da un toro e una vacca

12 - Analogie e differenze tra mirto e vite - Il mirto pianta spia del tempo, Il dio Fauno sia lupo, sia serpente, sia lupino

13 - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, e principalmente Bona Dea





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