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Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm
In un lontano paese molto freddo in cui non esistevano le tombe
per i parenti deceduti viveva una bambina con la madre. Avevano un piccolo
podere
dove
allevavano qualche animale. Con i prodotti del loro piccolo
allevamento barattavano al mercato altro tipo di cibo e qualche capo di abbigliamento.
La bambina aveva una nonna, la madre della madre. Ma la nonna
non stava con la figlia e la nipotina. C'era infatti l'uso che una donna
col matrimonio andasse a vivere con lo sposo in una tenda presso il gruppo
di famiglie dell'uomo. La nonna abitava oltre
il bosco e aveva un orto
dove
coltivava
delle
piante
medicinali.
Faceva
la
fattucchiera
e vendeva
tisane e altri intrugli. La nonna voleva molto bene alla nipote e le aveva
inculcato la passione per le piante medicinali e per i fiori, per questo l'aveva
chiamata Fiorella. La nonna era tenuta in grande considerazione nelle contrade
vicine, conosceva molto bene
le
proprietà
delle piante che coltivava e le sue ricette quasi sempre facevano un buon effetto
nei malati. Per questo era temuta anche dallo sciamano. Infatti
i paesani per guarire da certe malattie prima
si
rivolgevano
a lei
e solo dopo allo sciamano. Ma gli anni passavano e mentre la bambina cresceva
e diventava una bellissima fanciulla, la nonna invecchiava e purtroppo si ammalava
seriamente. Le sue stesse erbe, le sue tisane più miracolose non la
guarirono. Anche l'intervento dello sciamano non la fece ritornare in salute.
A questo
punto, secondo gli usi di quella contrada, bisognava pensare alla sua dipartita.
Doveva essere uccisa prima che si trasformasse in uno spettro cannibale. Una
volta uccisa, o veniva bruciata nel rogo, oppure doveva essere fatta
a pezzetti e mangiata. Era possibile che chi la mangiasse
potesse acquistare le sue capacità, le sue conoscenze, la sua magheria.
La madre della fanciulla non aveva interesse
alcuno
a prendere le sue doti magiche. Allora organizzò le cose in modo che
la figlia potesse acquistare le doti della nonna. Si mise d'accordo con lo
sciamano
per uccidere la madre molto malata. Lo sciamano era stato anni prima anche
il suo amante. Lo sciamano era interessato ad acquistare anche la magheria
della donna malata e levandola
di mezzo sarebbe
rimasto l'unico
guaritore delle contrade vicine. La madre di Fiorella
disse allo sciamano di stare in agguato la mattina
dopo
nei pressi della sua tenda; ella avrebbe dato a Fiorella una forma di pane
e una formetta di burro da portare alla nonna malata. Quello
era il segnale per procedere e attuare il piano. Lo sciamano, capace di trasformarsi
in lupo,
doveva accertarsi che Fiorella si stesse dirigendo con la forma di pane e la
formetta di burro verso la tenda della nonna che stava dopo il bosco. Doveva
precederla di molto nella visita alla malata. Quindi uccidere la nonna e
farla a pezzetti e consumarla in parte. Poi doveva acconciarsi come fosse stata
la
nonna e accogliere Fiorella nella tenda, offrendogli come cibo rifocillante
la carne e il sangue della nonna, oppure trasmetterle con la saliva, ancora
intrisa del sangue della fattucchiera, le sue capacità e la sua magheria.
Lo sciamano era d'accordo e sapeva bene come fare perdere del tempo a Fiorella
in modo da precederla di molto, certo il coraggio non gli mancava, non per
nulla aveva le viscere di pietra donategli nella sua morte iniziatica dal suo
spirito protettore. Ma aveva fatto un pensierino a Fiorella e voleva pure
possederla sessualmente. Chi non l'avrebbe fatto visto che non ci sarebbero
stati occhi
indiscreti? Per questo si era pure attrezzato, considerato che aveva i suoi
annetti.
Tutto aveva prestabilito in ogni dettaglio:
aveva pure curato
di prendere una sostanza che fertilizzava le piante, conosciuta, preparata
e venduta pure dalla nonna di Fiorella, che aveva anche l'effetto di resuscitare
gli impotenti, inoltre aveva preparato un sonnifero da mettere nel sangue della
nonna da offrire a Fiorella, in modo da rendere molto vaghi i suoi ricordi
di quanto fosse accaduto.
Ma un particolare non funzionò.
Lo sciamano riuscì a trasformarsi in lupo prima di incontrare Fiorella
che andava dalla nonna. Ma dopo aver ucciso e divorato parte della
vecchia donna, dimenticò forse la formula per ritornare in forma umana,
oppure fu preso da una frenesia inspiegabile e allora dimostrò il
trasporto per la bella Fiorella, mezza addormentata, morsicandola e divorandola
poco alla volta.
Questo racconto non è stato tratto dal popolo, non è stato rilevato
dagli studiosi di folklore o da etnologhi, ma è solo un ipotetico racconto
d'origine della fiaba di Cappuccetto rosso, nelle versioni in cui viene divorata
dal lupo e
non ritorna alla
vita. Non ha alcun valore storico se non a livello attuale nella nostra cultura
occidentale, è frutto anche della immaginazione di colui che scrive,
ovvero di un appassionato di
storia
delle
religioni,
del
folklore,
delle fiabe e dei racconti popolari. E' anche un racconto di chi abborrisce
le droghe ed è un racconto che cerca di spiegare le incertezze, le paure,
le angosce insite nella fiaba in questione. Ma comunque è un
racconto verosimile ambientato in una società in cui il cadavere è bruciato
oppure mangiato(patrofagia), in cui esiste la figura dello sciamano, l'uso
di erbe
e di droghe, la paura nei confronti dei morti e degli spiriti e quindi di possibili
cadaveri viventi. Certo più crudo di così non poteva essere e
probabilmente non è un
testo per piccoli. Probabilmente nei veri racconti popolari l'aspetto
sessuale viene coperto o meglio velato da discorsi o dialoghi di tipo osceno
o che hanno a che vedere con i bisogni corporali(coprolalia). Invece
la sostanza o droga, che rende cannibali, è da ricondurre a fatti recentissimi.
Certo il
racconto è fortemente antisciamanico, antireligioso, ma anche i Germani
o alcuni gruppi dei Germani
secondo Tacito (Germania IX) non avevano una casta sacerdotale e quindi probabilmente
avevano una religiosità organizzata dai re o capi o dai capo-famiglia
o dalle sacerdotesse; mentre i loro vicini, i Celti, avevano la casta sacerdotale
dei
druidi. Questa differenziazione potrebbe stare alla base della notevole differenza
delle due versioni principali di Cappuccetto rosso, quelle francesi di Perrault
e di Delarue e quella
tedesca dei F.lli Grimm?
Continua
Tutti gli articoli sulle versioni del Perrault e dei F.lli Grimm
2 - Il lupo nella cultura dei greci
3 - Alla ricerca della pietra simbolo della sterilità
4 - Le pietre nel ventre dell'iniziando sciamano
5 - Divoramento e travestitismo nelle iniziazioni tribali
6 - Culto delle pietre presso i Lapponi
7 - Il lupo nelle culture che praticavano un'agricoltura primordiale
9 - La struttura dei Lupercalia
10 - Il lupo e i sette capretti
11 - Lo spirito del grano nell'ultimo covone denominato il Vecchio, la Vecchia e anche il Lupo
12 - I popoli che praticavano la patrofagia, i racconti popolari con la prova cannibalica
17 - Il comportamento del lupo come indice di civiltà
19 - Interpretazione storica della versione del Perrault, le ruelles e le preziose
20 - Le versioni più studiate della fiaba di Cappuccetto rosso
Tutti gli articoli sulle versioni popolari di Cappuccetto rosso
3
- Le due versioni de la Nièvre. In una di esse la fanciulla si salva 5 - La versione del Forez in cui la fanciulla cede il paniere al lupo e poi viene divorata 7 - La versione provenzale, molto simile a quelle del Forez, ma più eleborata 9 - Le correlazioni tra i miti e il culto di Fauna-Bona Dea e i racconti orali di Cappuccetto rosso 10 - L'alternativa del percorso come traccia per risolvere l'indovinello del racconto enigmatico 13 - Le madonne nere francesi rimpiazzarono le figure divine pagane, e principalmente Bona Dea