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Presentazione-recensione
Apollinaire nasce a Roma nel 1880 da un ufficiale italiano dell’ex-esercito borbonico e ad Angelica Kostrowitzky, un’aristocratica polacca. In seguito alla separazione dei genitori, il piccolo Apollinaire seguì la madre dapprima a Monaco e a Nizza, poi a Lione, e, infine, a Parigi, dove giunge nel 1889.
Sin da piccolo Apollinaire rivelò un temperamento fantasioso e sognante. Era dotato di una memoria prodigiosa e imparò subito a leggere e a scrivere. A dieci anni scriveva già versi alessandrini, con cui riempiva interi quadernetti, e a dodici si intrufolava tra gli scaffali più alti delle biblioteche alla ricerca dei “libri proibiti”, cioè quelli di contenuto erotico e scandaloso che erano stati messi all’Indice dalla Chiesa e dalla morale cattolica, e fu proprio in età adolescenziale che lesse il Decameron di Boccaccio, i Dialoghi e i Ragionamenti dell’Aretino, le Novelle erotiche del Casti, i romanzi pornografici del marchese De Sade, da cui trasse poi ispirazione per i suoi romanzi erotici.
La curiosità culturale e la vivacità intellettuale di Apollinaire erano tumultuose come la sua passionalità amatoria e la sua voracità culinaria: quando usciva a passeggio per Parigi, difficilmente rientrava a casa senza essersi fermato in qualche libreria o presso le bancarelle dei rigattieri per acquistare qualche libro che cercava da tempo. E non solo amava i classici della tradizione letteraria francese, i grandi romanzieri russi, gli scrittori americani o i classici della tradizione greca e latina, ma era anche un appassionato estimatore dei libri cosiddetti “proibiti”, e in particolare di scrittori e poeti italiani come Giovanni Boccaccio, Luigi Pulci, Pietro Aretino, Niccolò Franco, Domenico Tempio, Gianbattista Marino, Giorgio Baffo, Gianbattista Casti, Giacomo Casanova, di cui ebbe modo di leggere parecchie opere direttamente in lingua italiana, che amava e che conosceva piuttosto bene. E, infatti, a molti di questi scrittori dedicò efficaci e magistrali ritratti pubblicati in questo volume.
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