Oggi è Giovedi' 21/11/2024 e sono le ore 10:15:56
Nostro box di vendita su Vinted
Condividi questa pagina
Oggi è Giovedi' 21/11/2024 e sono le ore 10:15:56
Nostro box di vendita su Vinted
Condividi questa pagina
Nostra publicità
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Recensione
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Già monitorato da Roberto Mancini, anche l’attuale ct dell’Italia, Luciano Spalletti, sta osservando Rayan Cherki per una possibile convocazione; con Mateo Retegui, diventerebbe il secondo oriundo del nuovo corso della nazionale. Il calciatore del Lione, di nazionalità francese (gioca nell’Under 21), ha origini italiane e algerine.
Come riportato da Rmc Sport:
Cherki è ancora corteggiato dalle nazionali algerine e italiane, che sognerebbero di vedere il nativo di Lione indossare i loro colori. Gli Azzurri hanno approfittato anche dell’amichevole contro la Francia U21 per intensificare i contatti con l’entourage dell’attaccante. Entrambe le federazioni stanno spingendo per averlo. Rayan Cherki potrebbe giocare con la maglia azzurra grazie a uno dei suoi nonni, che è pugliese. Per il momento è in possesso della doppia nazionalità , francese e algerina. In Francia è considerato uno dei migliori talenti promettenti.Â
Leggi anche: Francia in crisi anche con l’Under 21: “Incapaci di creare belle azioni e di imporsi tecnicamenteâ€Â
Tra i nomi sondati dagli azzurri c’è quello di Cherki del Lione; Tuttomercatoweb scrive:
“Sotto osservazione c’è Rayan Cherki, esterno d’attacco del Lione di Fabio Grosso. Il 20enne in questa stagione sta trovando un po’ di difficoltà : solo un assist a referto per ora in 10 partite di Ligue 1â€.
Il Chelsea aveva mostrato interesse per lui, ma la richiesta del Lione era di 50 milioni.
L'articolo L’Italia cerca un nuovo oriundo: Spalletti monitora Cherki con origini pugliesi (Rmc Sport) sembra essere il primo su ilNapolista.
Romelu Lukaku domenica affronterà la sua ex squadra, la Roma, in cui ha giocato lo scorso anno in prestito dal Chelsea. E tra presente e passato, il Corriere dello Sport dedica un pezzo alla vita fuori dal campo dell’attaccante del Napoli.
Fabio Mandarini e Chiara Zucchelli scrivono sul quotidiano:
Lo scugnizzo Romelu contro Rom de Roma. Il presente e il passato, non esattamente un derby dei cuori infranti come quello di San Siro con l’Inter, ma pur sempre la sfida a una ex. Lukaku oggi è a Napoli, ma le abitudini sono più o meno uguali: casa e calcio, la famiglia, un maestro per amico. Da Mou a Conte. Romelu è molto legato al Belgio, la sua terra, ma è anche un uomo aperto alle tradizioni delle città del calcio: di Roma amava la carbonara, di Napoli invece la pizza. E’ attentissimo alla privacy della sua famiglia e la protegge lontano dalla città . Per vivere ha scelto Licola, 19 chilometri da Napoli, in una villa dove passa il tempo libero con i figli. Con lui ci sono mamma Adolphine e la sua compagna. Un giro in barca per il Golfo con l’amico Dries Mertens; la spesa al supermarket; un autista per spostarsi agevolmente. Rarissime le uscite e tanto tempo con i bambini. I compagni lo adorano, il gigante buono.Â
A Roma aveva legato molto con Dybala e Svilar, suo connazionale:
Qualche uscita, rara, con i compagni di squadra. Lukaku ha vissuto gli otto mesi romani come una tappa di passaggio. Bruxelles e Anversa, il Belgio, l’unico posto che veramente Big Rom considera casa. Se, però, a Milano viveva il centro ogni giorno e a Londra i quartieri più alla moda, con Roma il feeling non è mai scattato fino in fondo. Da settembre 2023 a maggio 2024, ha conosciuto poco la parte mondana di Roma e ha preferito ritagliarsi attimi familiari. Sempre con il solito look, felpa e cappuccio, per non essere riconosciuto.
L'articolo Lukaku il gigante buono: passa più tempo con i suoi figli che a godersi la vita mondana (CorSport) sembra essere il primo su ilNapolista.
L’avventura di Joshua Zirkzee al Manchester United potrebbe terminare già dopo pochi mesi. Una trattativa con la Juventus per gennaio è possibile, dato che l’olandese potrebbe ritrovare il tecnico che lo ha lanciato a Bologna, Thiago Motta. Inoltre, i bianconeri sono alla ricerca di un vice Vlahovic.
La Stampa scrive:
L’attaccante olandese sta vivendo un periodo di grande difficoltà al Manchester United, tra problemi di ambientamento ed equivoci tattici. E’ fermo al gol segnato al debutto in Premier League, poi progressivamente ha perso spazio e fiducia. Il ribaltone in panchina (Amorim nuovo tecnico) ha definitivamente aperto il caso, Zirkzee potrebbe già essere fuori dai piani dello United. E chiede ai suoi agenti di trovargli un’altra sistemazione già a gennaio.
D’altronde, già in estate la Juve aveva accarezzato l’idea di portarlo a Torino, ma avrebbe dovuto pagare la clausola rescissoria di 42,5 milioni. L’unica rotta percorribile per lo United è il prestito per tutelare l’investimento di pochi mesi fa. Zirkzee potrebbe giocare sia come sostituto di Vlahovic, sia accanto al serbo.
Tra le alternative c’è anche Giacomo Raspadori del Napoli. Continua il quotidiano:
E’ tra gli altri scontenti in Europa. Conte lo utilizza col contagocce, per quanto sia difficile convincere il Napoli a cederlo a una diretta concorrente come la Juventus.Â
Il Daily Mail scrive che Ten Hag non avrebbe voluto Zirkzee (in Italia considerato un incrocio tra Van Basten, Ibrahimovic e Bobby Charlton) allo United. Non solo ma quando lo ha visto arrivare, è rimasto contrariato per le sue condizioni di forma. Era sovrappeso. calciatore che lo United ha pagato la bellezza di 36,5 milioni di sterline, ossia circa 43 milioni di euro. Già Ten Hag non lo voleva, poi è arrivato pure sovrappeso.
In Inghilterra ricordano che il 23enne olanedese ha segnato un solo gol in Premier League, nella partita d’esordio contro il Fulham. Gol che – precisa il Daily Mail – ha segnato con un banale tap-in ossia un tocco davanti alla porta. Da allora non più segnato. Non è più patito titolare dalla sconfitta per 3-0 contro il Tottenham alla fine di settembre.
L'articolo Zirkzee vuole lasciare lo United, la Juventus potrebbe prenderlo in prestito (La Stampa) sembra essere il primo su ilNapolista.
Dopo il diverbio avvenuto alla festa dei 70 anni delle Fiamme Oro tra Valentina Vezzali e Elisa Di Francisca, quest’ultima ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera sull’accaduto.
«Per me la pace con Valentina si può sempre fare» ha dichiarato la Di Francisca.
Qualcuno sostiene che la sua proposta di pace fosse un trucco furbo per provocare Vezzali. È vero?
«Ma no, non lo era. Pensavo anzi che fossimo nel momento giusto per chiarire, una volta per tutte. Ritenevo che in un giorno di festa fosse possibile accantonare cose che appartengono ormai al passato e mandare un segnale di pace. E invece…».
La risposta di Vezzali l’ha sorpresa?
«Un po’ la conosco, ovviamente anche sul piano caratteriale. Un’altra volta ci eravamo già viste e avevo tentato… Diciamo che un po’ ci speravo. Ma evidentemente non è così».
Se a mente fredda Valentina ci ragiona e arriva alla sua stessa conclusione, ovvero che si può voltare pagina, lei che cosa direbbe? Nel futuro questa benedetta pace arriverà ?
«Io ci spero sempre. Mettiamo da parte tutta la rivalità : purtroppo è andata anche oltre le pedane perché è stata lei a portarla fuori dal mondo della scherma. Siamo due campionesse che hanno vinto, siamo due poliziotte, siamo due mamme, abbiamo una certa età : una svolta servirebbe pure per mettere il prossimo nella condizione di non essere in imbarazzo».
Tutto nasce al Mondiale 2009, quando lei batte Vezzali…
«Sì, fondamentalmente da quando ha cominciato a perdere contro di me. Lei non ha mai accettato la sconfitta».
L'articolo Di Francisca: «La Vezzali non ha mai accettato la sconfitta al Mondiale 2009, ma spero in una pace» sembra essere il primo su ilNapolista.
Cristante può diventare il nuovo Lampard di Ranieri, la Roma riparte da lui (Gazzetta)
A tre giorni da Napoli-Roma, in programma domenica alle 18, Scrive la Gazzetta dello Sport:
Un play lucido a centrocampo? La risposta è Bryan Cristante: senatore e uomo chiave. Uno di quelli del nucleo storico della Roma (formato anche da Lorenzo Pellegrini, Stephan El Shaarawy e Gianluca Mancini) che, nelle ultime settimane, sarà stato pure contestato dai tifosi in questa difficile prima parte di stagione, ma che resta un punto di riferimento irrinunciabile. Uno, cioè, che tra quelli della vecchia guardia, appunto, è il solo ad essere stato utilizzato in tutte e sedici le partite dei giallorossi fin qui giocate.
Insieme a ElSha e Pellegrini è uno dei tre che Ranieri ha già allenato alla fine del 2019. E già cinque anni fa l’allenatore gli fece giocare dodici partite su dodici: ecco perché a distanza di anni e con stagioni in più d’esperienza sulle spalle, bryan può confermarsi leader nella zona nevralgica del campo, come è stato per il nuovo allenatore il totem Frank Lampard, ben 159 partite insieme al Chelsea, allenato dal tecnico per tre stagioni
Nel momento in cui occorre risalire in fretta e il nuovo allenatore Claudio Ranieri ha bisogno di giocatori pronti ad alta fedeltÃ
n una squadra che ha necessità di punti fermi per ripartire, Cristante sarà quindi anche domenica al Maradona contro il Napoli il faro in mezzo che, per esperienza e senso tattico, può ancora una volta accendere il gioco con i suoi tagli improvvisi e, perché no, cercare la porta con uno dei suoi tiri potenti da lontano (vedi il gol contro il Venezia in campionato all’Olimpico).
L'articolo Cristante può diventare il nuovo Lampard di Ranieri, la Roma riparte da lui (Gazzetta) sembra essere il primo su ilNapolista.
Gila: «Baroni mi ricorda Ancelotti. Con Sarri ho avuto bisogno dello psicologo ma sono maturato»
Mario Gila è il difensore più forte per rendimento della sorprendente Lazio seconda in A e prima in Europa League. È nato a Barcellona, ha giocato nel Real Madrid e ogni volta che parla della Spagna, nel suo italiano fluente, gli brillano gli occhi.
A 21 anni Ancelotti l’ha fatta debuttare nel Real.
«Il suo calcio è semplice, i difensori difendono e gli attaccanti devono fare gol. In più Ancelotti ha la capacità di creare amore all’interno del gruppo, hai un amico in più nello spogliatoio. E in questo oggi Baroni me lo ricorda molto».
Cos’ha Baroni di speciale?
«L’umiltà . Ci sono tecnici che dicono subito “qui comando io†e si comportano di conseguenza. Lui è diverso, ti vuole bene, coinvolge tutti, comprende le necessità di ciascuno di noi. Ecco perché nella Lazio chi entra dà sempre il 100%».
È riuscito a dormire dopo l’autogol contro la Juve?
«Sì, sono cose che possono succedere. Però ringrazio i tifosi della Lazio, il loro sostegno dopo quell’episodio è stato decisivo».
Con Sarri, due stagioni fa, lei ha vissuto un momento difficile.
«Non ho giocato per più di un anno, non mi dava fiducia. All’inizio l’ho presa male, ero arrivato alla Lazio con tante aspettative ed è stata dura, mi ero intristito, mi sentivo in un tunnel. In quel periodo ho avuto bisogno dell’aiuto di uno psicologo, è stato fondamentale, mi ha insegnato a vedere le cose in modo positivo. Sarri aveva le sue ragioni, non ero un top e dovevo crescere, ora lo ringrazio perché mi ha insegnato tanto a livello tattico. Sono maturato parecchio da allora».
Però De La Fuente, il ct della Spagna, continua a trascurarla.
«Giocare con la Spagna resta un mio obiettivo. Aspetto una chiamata, spero che prima o poi arrivi. Ma vedo il positivo, come nel caso di Sarri (sorride, ndr ):significa che devo migliorare ancora, lavoro ogni giorno per diventare più forte».
La Spagna nel cuore, il dramma di Valencia negli occhi.
«Quello che è successo è stato un dramma per tutti noi spagnoli, lo porteremo dentro di noi per sempre. Nel momento più buio, io ero a Como con la Lazio: avevo preparato una maglietta con una dedica, l’avrei mostrata se avessi segnato. Ma il popolo salva il popolo, io credo in questo concetto e sono convinto che a Valencia andrà così».Â
L'articolo Gila: «Baroni mi ricorda Ancelotti. Con Sarri ho avuto bisogno dello psicologo ma sono maturato» sembra essere il primo su ilNapolista.
Napoli, contro la Roma altro pienone. Superati i cinquantamila per la quarta partita di fila.
Ne scrive Repubblica Napoli con Pasquale Tina:
La certezza si chiama sold out: saranno ancora una volta in 50mila sugli spalti. Al Maradona è diventata una costante. Napoli e il Napoli viaggiano a braccetto verso un nuovo grande traguardo. Il pubblico pensa allo scudetto tanto che è tornato a cantare il coro magico del 2023 (“Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campioneâ€) e spera di farlo pure domenica al termine del match contro la Roma. I dati sono eloquenti: il muro dei 50mila sarà superato per la quarta volta consecutiva dopo Como (52.500), Lecce (51.103) e Atalanta ( 50.873). In sei gare di campionato disputate in casa, soltanto due volte il Napoli ha fatto meno: 44.700 spettatori con il Bologna e 49.800 contro il Monza. Il totale è di 299.176, quindi domenica sarà tagliato in scioltezza il traguardo delle 300mila presenze in appena sette esibizioni a Fuorigrotta. Al momento la media è di 49.862 persone a partita ed è destinata ad aumentare. È la cronaca di un successo rigorosamente colorato d’azzurro.
Lungo intervento questa mattina al Social Football Summit dallo stadio Olimpico, per Chief Revenue Officer del Napoli, Tommaso Bianchini.
Il panel in cui è intervenuto è quello dedicato a “Nuovi scenari di distribuzione e monetizzazione dei contenuti live e VoD by OneFootball”.
Il valore del brand del Napoli?
«Un ringraziamento per questo straordinario evento. Sicuramente per parlare di brand e contenuti partiamo da un contenuto video. Il contenuto è lo strumento più potente di un club per connettersi coi tifosi in tutto il mondo. Sul brand abbiamo fatto un lavoro importante, un paio di mesi fa abbiamo celebrato i 20 anni di era De Laurentiis. Per 15-20 anni si è parlato essenzialmente di sport, dalla C allo scudetto. Un modello di calcio, un esempio per tutto il mondo credo: vincere lo scudetto con 80 milioni di utile non succederà mai più forse nel mondo del calcio. La società per 15 anni ha puntato sullo sport, ora facciamo un progetto sostenibile che si basa sul concetto di integrità . Spesso anche estremizzata, ma che se vogliamo è quell’integrità insita in Napoli e nel suo popolo. C’è un bellissimo brano che canta sempre la curva: ‘Il bianco si sa, la sua integrità ’. Su questo fondiamo il brand Napoli degli ultimi anni, un lavoro sulla costruzione di un nuovo brand, con bianco, azzurro e blu, coi colori del nostro popolo, le nostre curve che vivono il Napoli. Questo lavoro è stato di sottrazione: la scelta fatta dal club è stata tornare alle proprie origini, all’integrità . Ho il piacere qui di avere il team content e marketing del Napoli, persone, perché le aziende le fanno le persone… Queste persone insieme a me hanno creato delle storie, perché il contenuto significa racconto. Questo racconto parte dal concetto di integrità e si è andato e delineare in due canali: orgogliosi di essere Napoli, una Napoli rinascimentale. Perché oggi Italia è Napoli, quando all’estero si parla di Italia, si parla di Napoli. Dallo sport all’arte, al cinema e alla cucina. Abbiamo spinto sull’acceleratore per far conoscere una Napoli diversa, una Napoli nuova. Con un nuovo modo di raccontarla. Il secondo filone è stato: da Napoli verso il mondo. Significa che Napoli è il ponte che connette la città col resto del mondo, emblematica la festa in tutte le piazze del mondo per lo scudetto azzurro. Registrammo ore e ore di video che sono esplosi nel film dello scudetto, film autoprodotto con FilmAuro. Abbiamo unito cinema, sport e Napoli, ed è stato per noi l’apoteosi di ciò che un club può fare per la sua fanbase. Abbiamo poi estremizzato il concetto di autoproduzione quest’estate, con ore e ore di meeting con OneFootball. E partendo dall’intuizione e dalla necessità del club di andare oltre l’ordinario, si è scelto di andare a autoprodurre amichevoli e interviste del ritiro. Il ritiro è sempre stato festa, gioia, per noi ma era limitato a chi era lì, a Dimaro e Castel di Sangro. Siamo sold out a tutte le partite e allenamenti, ma ci siamo interrogati a come fare a far vedere a tutto il mondo le amichevoli in modo facile, e ciò che si fa in estate? Con OneFootball ci siamo detti: sfruttiamo la base degli utenti e la uniamo ai nostri numeri e sperimentiamo. Facciamo una prova se funziona, se il Napoli è lui a vendere direttamente ai tifosi, o serve sempre qualcuno che acquista i diritti? Una sfida vinta: oltre 500mila utenti unici, che si sono interfacciati col mondo Napoli in quasi un mese, coi due ritiri. In versione free la prima partita con 250mila utenti unici per Napoli-Anaune alle 18 di un giorno estivo».
Bianchini conclude:
«Interessante è il mix fra abbonamento, vendita di singola gara e interviste free. Abbiamo avuto masse di utenti collegati per la presentazione della squadra in piazza a Dimaro. Interessa e molto, anche all’utenza straniera che non ha modo di toccare la squadra. Un’integrazione sempre più ampia fra Napoli e i suoi tifosi sparsi per il mondo. Un esperimento per andare a testare e testarci. Ora lavoriamo ad un ampliamento di questa fruizione di contenuti: sempre più attiva e ripetuta. Più tempo il tifoso è ingaggiato dal Napoli e più opportunità ci sono. OneFootball? Per me è come un abilitatore, il club ha un diritto, OneFootball lo abilita e lo fa fruire a milioni di persone: quando c’è una partnership in questo senso, c’è anche chi è intento a investire in promozione che è fondamentale. Questa estate siamo partiti di rincorsa, con una promozione organica. Le persone quando ricevono una push notification, le conosce e sa cosa ‘farne’. Per me è stato un esempio virtuoso come abbiamo lavorato noi e OneFootball in estate».
Leggi anche: Bianchini il ministro dello Sviluppo del Napoli: «Il modello De Laurentiis è unico, una genialata l’autoproduzione»
Tommaso Bianchini parla della loro strategia di coinvolgimento
«Innanzitutto è fondamentale la qualità del contenuto. Noi da qualche anno siamo in collaborazione con un’agenzia che ci produce le partite, devi averlo coinvolto. Quando usciamo con un contenuto, dev’essere vero e di qualità . Se chi ti aiuta ha questa percezione, oltre alla tecnologia giusta, è fondamentale. Oggi fai video di qualità anche con spese basse. Torniamo al discorso del capitale umano. I partner devono avere un rapporto importante con chi è dentro all’azienda, come se conoscessereo già cosa vogliamo. Per le aziende che investono nei club, oggi è fondamentale, da Coca-Cola a una startup, vuole interagire con un target ben definito. Per questo motivo parliamo di un ecosistema integrato da qualche anno internamente. Tutto dev’essere integrato in un sistema unico, poi collegato ai partner. Più il partner è integrato nel tuo ecosistema, più può scegliere con chi parlare. Oggi il brnad per spendere un euro, vuole guadagnare più di un euro. Hanno delle pretese molto più alte, servono delle professionalità nei club che gli danno ciò che cercano ma anche fargli capire che ne vale la pena. Serve una strategia di brand collegata ad una strategia societaria vera, reale e tangibile. Tutto deve avere un investimento in tecnologie per automatizzare. Quando una azienda investe, poi rinveste. Spesso abbiamo visto fare accordi di pochi anni, perché poi il brand decide di fare un’altra cosa. Invece bisogna trovare il modo di lavorare nel tempo per far crescere il fatturato in modo organico».
L'articolo Napoli, contro la Roma altro pienone. Superati i cinquantamila per la quarta partita di fila sembra essere il primo su ilNapolista.
Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, nella sua rubrica delle lettere, scrive dell’addio di Nadal e cita il Napolista.
Ecco cosa scrive il vicedirettore del Corsera:
Dire addio è la cosa più difficile della vita. Alla persona che si è amata. E al se stesso che si è stati. Il passo d’addio di Rafa Nadal è stato piuttosto crudele. Il problema è che il tennis — sport di combattimento senza contatto, pugilato della mente — è uno degli sport in cui l’addio è più difficile. Proprio come il pugilato. Non a caso Massimiliano Gallo sul Napolista ha accostato Nadal a Mike Tyson, che se non altro ha appena vinto le elezioni americane (se Kamala aveva Jennifer Lopez e Taylor Swift, Trump aveva Tyson e Hulk Hogan).
Nel calcio ti puoi mimetizzare. Altafini a 36 anni entrava a dieci minuti dalla fine e piazzava la zampata. Totti e Ibra a quarant’anni giocavano per gli altri, facevano girare la palla, che corre più veloce di qualsiasi mediano. Ricordo una partita di Pelè a 50 anni: scannerizzava il campo, vedeva spazi che gli altri non vedevano.
Nel tennis se perdi anche solo il 5 per cento della tua forza e della tua lucidità , non puoi giocare. E nel tennis non esiste il pareggio.
Facile ora dire che Nadal avrebbe fatto meglio a lasciare dopo la quattordicesima vittoria al Roland Garros, risparmiandosi due anni di sofferenze. Neppure Roger Federer ha scelto quando ritirarsi; è stato costretto a ritirarsi. Vedremo ora cosa farà Novak Djokovic. Magari tornerà a gennaio in Australia, nel suo torneo preferito, all’altezza di Sinner e Alcaraz. Magari ha dato tutto, di fisico e di testa, nel suo capolavoro di Parigi, la finale olimpica in cui ha dominato mentalmente un Alcaraz più forte. Auguriamo al lupo serbo di essere lui a decidere il passo d’addio, e a non farselo imporre.Â
L'articolo Cazzullo, Nadal e la difficoltà di dire addio (e cita il Napolista) sembra essere il primo su ilNapolista.
Mkhitaryan: «uso poco il telefono, non voglio che i miei figli mi vedano sempre con uno smartphone in mano»
Bella di intervista del Corriere della Sera a Henrikh Mkhitaryan, a firma Paolo Tomaselli.
Il suo cognome significa qualcosa?
«In italiano si può tradurre con consolazione, conforto».
Che segreti ha per mantenersi giovane?
«Non li dirò tutti! (ride). Provo a dormire e a mangiare meglio possibile: evito glutine, zuccheri e lattosio, su consiglio del nostro nutrizionista Pincella. E poi c’è l’aspetto principale: allenarsi bene».
È vero che a Manchester spegneva il telefono tre giorni prima di giocare?
Mkhitaryan: «No, succedeva in Ucraina. Ma in realtà lo spegnevo dopo le partite, proprio perché ero molto autocritico».
Lo fa anche adesso?
«No, ma uso il telefono il meno possibile. Ho due bambini piccoli e non voglio che mi vedano passare il tempo con lo smartphone in mano».
È stato Klopp a Dortmund a lavorare sul suo eccesso di autocritica?
«Sì, è un grande allenatore ma soprattutto un grande psicologo: mi ha detto di non prendere tutte le responsabilità su di me e di dimenticare in fretta gli errori e le sconfitte, pensando sempre alla prossima partita».
Ha studiato?
Mkhitaryan: «Sì, ho due lauree: una in Sports management e l’altra in Economia».
Come definirebbe l’intelligenza calcistica?
«Ci sono giocatori che vedono le cose prima degli altri».
Si può essere intelligenti in campo senza esserlo fuori?
«Non credo. Si vede subito chi è intelligente in campo e fuori dal campo. Ho avuto anche compagni che facevano finta di essere intelligenti in campo, ma fuori non lo erano».
In cosa la aiuta essere uno scacchista?
«A pensare, a leggere il gioco, la situazione, il pensiero del tuo compagno. Gli scacchi mi aiutano tanto».
È vero che parla sette lingue?
«Cinque: armeno, russo, francese, inglese, italiano. Il tedesco lo parlavo, ma l’ho dimenticato».
In che lingua pensa?
«Se parlo italiano penso in italiano».
In che lingua impreca?
«Non dico parolacce. Non mi piace».
È tornato a Venezia, all’isola degli Armeni dove si è sposato?
«Sì, due anni fa dopo Venezia-roma. Il monastero si chiama come me».
Con Al Bano, che ha cantato al suo matrimonio, ha fatto solo il duetto di «Volare»?
«Anche quello di Felicità , ma quel video l’ho tenuto per me…».Â
L'articolo Mkhitaryan: «uso poco il telefono, non voglio che i miei figli mi vedano sempre con uno smartphone in mano» sembra essere il primo su ilNapolista.
Ciro Ferrara: «Quando io e Careca disobbedimmo a Ranieri, oggi non lo rifarei»
Ciro Ferrara intervistato dalla Gazzetta dello Sport, a firma Antonio Giordano.
Parla del Napoli di Ranieri.
«Il suo Napoli fu il primo del dopo-Maradona, con tutto ciò che una separazione del genere potè creare nell’ambiente. Un trauma collettivo. Ma Ranieri fu bravissimo, sapeva di innovazioni, soprattutto nella fase difensiva, in cui scorgevi principi di Sacchi».
Andaste bene.
«Chiudemmo quarti, che voleva dire Coppa Uefa, perché la Coppa dei Campioni era riservato soltanto ai vincitori del titolo. E partimmo discretamente anche nella sua seconda annata, con l’15 a Valencia, la cinquina di Fonseca».
Ha aneddoti gustosi che si possono svelare.
Ciro Ferrara: «Vigilia di Napoli-Milan, nel ‘92, gara che avremmo perso 5-1. Eravamo in ritiro a Soccavo e Ranieri voleva, come s’usava allora, che nel pomeriggio facessimo una passeggiata per il Centro Sportivo. Che, viste le dimensione, significava quasi andarsene in giro nel campo. Io e Careca stavamo giocando a biliardino e continuammo, un atto di disubbidienza che non rifarei, che censurò con stile».
Ranieri-Roma che rapporto è?
«Claudio per i tifosi, è uno del popolo. Non ha bisogno di calarsi nell’ambiente. Non sarà semplice, non lo è il calendario che l’attende, ma forse è persino meglio così, perché gare di questo tenore si preparano di slancio».
Conte-Napoli che coppia è?
«La fusione ideale nel momento più propizio. De Laurentiis ha scelto l’allenatore perfetto e Conte l’ha portato subito in testa. La stagione è lunga, so quanto valga Antonio – che conosco bene – ma, per cominciare, già riconquistare la Champions League sarebbe un successo. E comunque poi si vedrà . Per il Napoli, che in Europa c’è sempre stato, quest’assenza è stato un colpo basso».Â
L'articolo Ciro Ferrara: «Quando io e Careca disobbedimmo a Ranieri e continuammo a giocare a biliardino» sembra essere il primo su ilNapolista.
#Video #Napoli
#FromTheWorldToNapoli | Season 24/25 | David NeresData video: 2024-11-20T14:30:16+00:00
Highlights | Inter - Napoli 1-1 | Serie A - 12ª giornataData video: 2024-11-11T15:09:05+00:00
LIVE | La conferenza stampa di Mister Antonio Conte in vista di Inter - NapoliData video: 2024-11-08T16:22:54+00:00
Highlights | Napoli - Atalanta 0-3 | Serie A - 11ª giornataData video: 2024-11-05T16:02:10+00:00
The Way of The Warrior | Unveiling our Third KitData video: 2024-11-02T18:27:23+00:00
LIVE | La conferenza stampa di Mister Antonio Conte in vista di Napoli - AtalantaData video: 2024-11-01T14:09:10+00:00
“Maradona non è morto†- Ciro ricorda MaradonaData video: 2024-10-30T14:37:12+00:00
Highlights | Milan - Napoli 0-2 | Serie A - 10ª giornataData video: 2024-10-30T01:46:00+00:00
Highlights | Napoli - Lecce 1-0 | Serie A - 9ª giornataData video: 2024-10-26T18:55:00+00:00
LIVE | La conferenza stampa di Mister Antonio Conte in vista di Napoli - LecceData video: 2024-10-24T12:57:53+00:00
Highlights | Empoli - Napoli 0-1 | Serie A - 8ª giornataData video: 2024-10-21T07:49:51+00:00
LIVE | La conferenza stampa di Mister Antonio Conte in vista di Empoli - NapoliData video: 2024-10-18T13:38:55+00:00
Highlights | Napoli - Como 3-1 | Serie A - 7ª giornataData video: 2024-10-05T14:12:39+00:00
A NEVER-ENDING STORY | Introducing our new pre-match kit 👕Data video: 2024-10-04T15:47:00+00:00
#FromTheWorldToNapoli | Season 24/25 | Romelu LukakuData video: 2024-10-03T14:32:58+00:00