Oggi è Giovedi' 21/11/2024 e sono le ore 07:28:51
Nostro box di vendita su Vinted
Condividi questa pagina
Oggi è Giovedi' 21/11/2024 e sono le ore 07:28:51
Nostro box di vendita su Vinted
Condividi questa pagina
Nostra publicità
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Recensione
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Compra su Vinted
Recensione
ll volume ci consegna riflessioni che De Martino (1908-1965)
fu costretto a interrompere da una morte prematura, e che andavano allora concentrandosi
sul tema escatologico della fine del mondo, inteso tanto nella sua dimensione
storico-culturale – le “apocalissi culturali” di cui fa menzione il sottotitolo – quanto nel suo angoscioso orizzonte individuale –
proseguendo il tema, già lungamente indagato in precedenza dall’autore,
della “crisi della presenza”. Più che
un libro era un cantiere nel quale il lettore veniva invitato
a intrufolarsi e rovistare, prezioso archivio a cielo aperto del confronto corpo
a corpo tra De Martino e il tema angoscioso su cui egli era giunto a concentrare le proprie
ricerche - corpo a corpo - del quale Clara Gallini, sua allieva a Cagliari, si sarebbe sobbarcata
il compito decennale di selezionare e raccogliere le carte sparse, dando alla
luce nel 1977 la prima edizione del volume. Una consapevolezza ha accompagnato
la cura de La fine del mondo sin dalla prima edizione: non sarebbe stato possibile ‘completare’ il progetto per cui De Martino aveva cominciato gli scavi, e portare a compimento
le intenzioni dell’autore; si poteva solo presentarne gli appunti, invitando il lettore, per così dire, a navigarli.
L’edizione curata da Gallini espone la fatica di quel labor limae, impossibile da ridurre a mero sforzo stilistico, tramite cui De Martino rinegoziava minuziosamente, nelle scritture successive, il proprio posizionamento di fronte ai problemi che di volta in volta lavorava.
Crisi del mondo e crisi della presenza sono una crisi sola: crisi di quella soglia, ogni volta rinegoziata, che presenza e mondo istituisce come realtà distinte, piano di consistenza – “magia” avrebbe detto De Martino che si spezza.
Ecco allora che l’intimità di questa crisi, la precarietà di questa soglia, forza l’autore a una prosa lontana da quelle “equivoche castità del sedicente discorso
oggettivo” che pretendono il mondo sia là fuori, solido, risolvibile, garantito.
Per la persona intera che De Martino è, insomma, il mondo è affare indistinguibilmente
epistemologico ed esistenziale: ‘ontologico’, a voler trovare una parola sola, non
priva, per gli antropologi, di un’eco contemporanea.
Sotto la scorza di un gergo evidentemente influenzato in maniera decisiva da Heidegger,
e proprio perciò a lungo ritenuto obsoleto, allora, si celano in realtà, nelle pieghe del discorso demartiniano, intuizioni perfettamente contemporanee, e che nella loro contemporaneità ancora attendono di essere sviluppate appieno: il mondo è fatto, istituito, patchy – ha bisogno di cure.
A seguire queste intuizioni, l’avventura intellettuale cominciata con Il
mondo magico e che si compie, pur senza compiersi, con La fine del mondo,
sembra invocare una messa in dialogo con studiose e studiosi che in
anni recenti hanno eletto la questione ecologica a sfida politico-esistenziale-epistemologica
decisiva del presente, e che proprio sotto il segno della sua essenziale precarietà hanno
iniziato a interrogare la consistenza del mondo.
In questa breve recensione mi pare opportuno segnalare qualche tema di ricerca
esposto da De Martino nel volume circa il Cristianesimo. De Martino, nel paragrafo
163, si sofferma sulle tentazioni di Gesù dopo il battesimo nel Giordano: lo Spirito Santo lo
sospinge nel deserto dove fu tentato per quaranta giorni, minacciato da animali selvaggi,
digiunante, tentato:
1) a convertire le pietre in pane: 2) a buttarsi indenne dal tempio; 3) a impadronirsi
di tutte le richezze della terra.
Se si riflette su queste tentazioni ci si accorge che il nostro mondo occidentale,
incapace di attivare il senso del limite, è caduto pienamente nella seconda(lancio della bomba atomica)e nella terza tentazione(sfruttamento esagerato delle risorse della terra, avviamento dei viaggi turistici nello spazio per le persone più ricche del mondo solo per la goduria degli occhi e per la smania di poter far parte del club super-esclusivo dei viaggiatori nello spazio), mentre non è stato capace con la scienza e la tecnologia(la religione degli atei), a tramutare le pietre in pane(aiutare i popoli più deboli a soddisfare la fame).
Per informazioni preliminari sui libri e sulle loro condizioni chiedete un contatto qui